La strada è buia
Ed è una linea sottile e sottile
Ma viglio che tu sappia
Che la percorrerò per te
In qualsiasi momentoTougher Than the Rest -Bruce Springsteen
Non riuscivo a staccare gli occhi da Adriano seduto a terra con il corpo privo di vita di Francesco tra le braccia.
Se in quel momento qualcuno mi avesse chiesto come mi sentivo, probabilmente non avrei saputo rispondere.
Avevo sempre dato per scontato che la morte di uno come Francesco non mi avrebbe toccata in alcun modo. Non che lo volevo realmente morto, mi bastava che finesse in galera, anzi, credevo che la morte fosse troppo poco per lui.
In quell'istante però, con Adriano che piangeva silenzioso sul corpo del fratello, non avevo più nessuna certezza.
Mi sentivo come se mi avessero svuotato di qualcosa.
E, ne ero convinta, non doveva proprio finire così.
Mi riuscii a scuotere solo la sirena dell'ambulanza che finalmente arrivava.
Distolsi lo sguardo da Adriano solo per posarlo su Alex che veniva issato sulla barella e caricato su.
«Sto bene, non è grave» mi rassicurò. «Ci sono Luna e Christian con me.»
Ingoiai il groppo in gola e annuii, poi rivolsi di nuovo l'attenzione su Adriano. I poliziotti non ci avevano arrestati, a differenza degli uomini di Adriano che si trovavano già dentro le volanti. Salvo continuava a urlare il nome di Francesco.
«Con loro cosa facciamo?» Un agente si avvicinò a me e agli altri.
«Sono loro che ci hanno chiamati.» La voce di Angelo non aveva quella solita totalità di boria. «Diciamo che ci faremo presto una chiacchierata, ma non è questo il momento.»
Incrociai il suo sguardo e per la prima volta mi parve di leggergli comprensione.
Annuii anche a lui, sembrava che non riuscissi a fare altro.
I gemelli e Silvia arrivarono sulle moto e si unirono a noi.
«Dobbiamo parlare» mi disse Daniele piano spostando lo sguardo da me a Adriano.
«Di loro invece?» l'agente indicò con un gesto della testa Adriano e Francesco.
«Lasciategli ancora qualche secondo, per piacere.» Non mi importava del tono quasi implorante che uscì dalla mia bocca, Adriano aveva bisogno di qualche istante con suo fratello.
Mi si stringeva il cuore al pensiero che quei due avessero sentito un qualche legame per pochi istanti prima che uno dei due lasciasse questa terra.
«Avete cinque minuti.» Angelo ci fece capire che stava già concedendo più del dovuto.
Quando gli agenti si allontanarono, raggiunsi Adriano. Mi piegai sulle ginocchia e posai la mano sui capelli bagnati. La pioggia ci aveva dato tregua solo da cinque minuti.
Adriano sollevò il viso verso di me, negli occhi un dolore così acuto che mi colpì come un pugno.
«Mi dispiace tanto» gli sussurrai poggiando la mia fronte sulla sua. «Non doveva andare così.»
«Io...» tentò di parlare e chiuse gli occhi. «Io non so come...»
«Lo so.» Non aveva bisogno di parlare, sapevo che non riusciva a capire come mai si sentisse così.
Quel fratello tanto odiato, adesso lo stava facendo soffrire da morto, una sofferenza molto diversa da quella che gli avevo fatto provare in vita.
Era un dolore per la perdita di una persona che, nonostante tutto, era parte di lui.
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SYS 3 - La società degli splendenti. Capitolo finale
ChickLitCosa accadrebbe se una ragazza decisa a estirpare la mafia dalla sua città e il figlio di un boss mafioso decidessero di cedere all'attrazione che li spinge inevitabilmente l'uno verso l'altra? Palermo, 2018. Lara ha preso le redini della SYS, ma u...