Capitolo Trentotto - Vita E Morte

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Così condizionato,
non potrei mai lasciarmi andare
Poi il dolore, poi la malattia
Poi lo shock quando me lo lanci addosso
Così vuoto, così vizioso
Così spaventato

Lost in the Echo - Linkin Park


Il cimitero di Palermo aveva da sempre creato in me un misto di emozioni contrastanti. La sua struttura, un intricato groviglio di lapidi semplici che si incontravano con mausolei complessi. Quei corridoi sterrati in salita fatti di curve e curve, come se si stesse salendo una montagna.

Era la raffigurazione macabra della città di Palermo. Forse uno sceneggiatore di film horror avrebbe potuto usarlo come inizio per un film.

In quel momento, in un'alta collinetta, vedevo gran parte della città. I Mersiglia avevano un posto alto e d'onore perfino nella morte. Quel mausoleo, ricco di foto e santine, e mai privo di fiori, era pacchiano.

Il dolore al petto non era cessato, e capii che avrei semplicemente dovuto imparare a conviverci.

Il funerale era stato per una cerchia molto ristretta, ero riuscito a ottenere un permesso per Salvo e Vincenzo, che non mi avevano rivolto la parola, solo sguardi omicidi che avevo facilmente ignorato.

Così, al funerale di Francesco eravamo stati presenti solo io, Salvo, Vincenzo, mia madre, mia sorella e Tommaso. E gli agenti di polizia proprio fuori la chiesa.

La cerimonia era stata tanto solenne quanto eterna. Il prete si era prolungato sulle buone azioni inesistenti che mio fratello aveva compiuto in vita. Poi aveva chiesto a qualcuno di parlare e io avevo guardato Salvo e fatto un semplice gesto con il capo. Loro erano stati più fratelli di quanto io Francesco saremmo mai potuti diventare.

Salvo e Vincenzo erano tornati in prigione e io ero andato al cimitero con mia madre, Angelica, Tommaso e Lara.

Non riuscivo ancora a credere che mio fratello mi fosse morto tra le braccia, ma ancora di più continuavo a sentire a ripetizioni le sue ultime parole: "Mi dispiace, fratello."

Una richiesta di perdono che mi aveva scosso come un tornado. E non ero stato in grado di perdonarlo prima del suo ultimo respiro. Glielo avevo però sussurrato prima di lasciarlo andare. "Ti perdono, fratello."

Ma non mi era servito per far diminuire quel dolore, quel senso di colpa per non aver provato prima a recuperarlo, e non a un secondo dalla sua morte.

Lara mi si avvicinò e intrecciò le nostre mani. «Se non te la senti, rimandiamo.»

Scossi la testa. «No, voglio farlo adesso.»

Era deciso, dovevamo andare a parlare con il capo della polizia, anche se io ci avevo parlato per giorni e avevo risposto a tutte le loro domande. Quel giorno dovevamo andarci però per la SYS. Io, un Mersiglia, avrei parlato con la polizia in quanto membro onorario della SYS. Così mi chiamavano i ragazzi per scherzo. Avevo visto persino Christian sorridere a quella sorta di soprannome.

Diedi un ultimo sguardo alla foto di Francesco, l'aveva scelta Angelica. Sorrideva alla vita, come se il mondo non potesse mai sconfiggerlo.

Mi voltai, portando quel sorriso nel cuore che era un po' alleggerito e un po' appesantito allo stesso tempo, e con Lara mi avvicinai a mia madre.

Tommaso mi passò accanto e mi diede una pacca vigorosa sulla spalla. Mi era stato molto vicino in quei giorni, aveva espresso il suo dispiace standomi accanto e aiutandomi con la polizia, ripetendomi più volte che era sempre stato convinto che prima o poi ce l'avrei fatta a fare quel passo, a uscire dall'oscurità.

Ma non avevo mancato di notare quanto fosse stato vicino ad Angelica, e anche in quel momento, la accompagnò mentre lei posava una rosa blu, il colore preferito di Francesco, sulla tomba.

Mia madre mi accarezzò una guancia e poi la baciò.

Uscii dal cimitero con la mia ragazza che mi stringeva la mano, e mia madre che stringeva l'altra. Angelica e Tommaso a pochi passi da noi.

Salutai la mia famiglia e il mio amico che le avrebbe riportate a casa e poi rivolsi tutta la mia attenzione su Lara.

«Allora, Silicia, lo facciamo?» domandai con un fare leggermente allusivo.

Lei alzò la bocca di mezzo lato e mi porse il casco. «Facciamolo, Mersiglia.»

Salimmo in moto e sfrecciamo per le strade della città.

Spazio autrice ✨

Buongiorno readers del mio cuore ❤️

Siamo giunti quasi alla fine e mi si stringe il cuore a lasciarli andare 😭

Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e se vi è piaciuto lasciate una stellina ✨

Ci vediamo martedì prossimo con SYS 3 😎

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SYS 3 - La società degli splendenti. Capitolo finaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora