Capitolo Trentuno - Il Tempo Delle Mele

25 7 1
                                    

I sogni sono la mia realtà
L'unico tipo di realtà
Può essere che la mia follia sia passata
E potrebbe essere ora finalmente
Vedrò come può essere una cosa reale
I sogni sono la mia realtà
Un mondo meraviglioso dove mi piace stare

Reality -Richard Sanderson

Avevo fatto parecchia fatica a togliermi quel sorriso ebete dal viso, dopo l'intera notte e l'intera giornata passata a letto con Adriano.

A letto, sul divano, sul tavolo della cucina, sul piano cottura, dentro la doccia, contro il lavandino, contro l'armadio. Insomma, Adriano Mersiglia ci teneva parecchio a tenere fede alle sue promesse.

Solo che adesso dovevo rimanere concentrata, perché eravamo alla base e stavamo cercando di fare il punto della situazione dopo che la sera prima avevano arrestato Denise.

Lei sembrava abbastanza tranquilla, seduta a braccia incrociate accanto a Christian, tutti avevamo notato la vicinanza di quei due nei mesi trascorsi, ma tutto era uscito veramente fuori la sera prima, quando Christian stava per farsi arrestare per lei.

Mi sentivo felice per loro, per lui, e, dovevo ammetterlo, anche un po' sollevata. Quella mia e di Christian era sempre stata solo un'amicizia, che anche senza Adriano non sarebbe mai sfociata in qualcosa di più di una prima relazione adolescenziale, ed ero contenta che anche lui avesse voltato finalmente pagina.

«Come procediamo?» chiese Nicole raddrizzando la schiena.

Guardai ognuno di loro, eravamo tutti nervosi, ma allo stesso tempo risoluti. Non bastava un arresto a fermarci, forse niente ci avrebbe mai potuto fermare.

L'orgoglio scaldò il mio petto mentre Raffaele prendeva la parola. «Ci staranno con il fiato sul collo, infatti ho disattivato il collegamento con la radio della polizia, almeno per un po'.»

«E cosa facciamo?» intervenne Alex con una punta di fastidio. «Aspettiamo che si calmano le acque?»

Luna si sporse sul tavolo e incrociò le dita su di esso. «Io direi proprio di no, è quello che si aspettano, che ci diamo una calmata per poi colpire.»

Annuii. «Sono d'accordo, dobbiamo rincarare la dose, fargli capire che se toccano una di noi.» Guardai Denise che annuì a sua volta. «Toccano tutti.»

«E che se vogliono riusciamo a rompergli le palle ancora di più» sentenziò Christian con un sorriso scaltro che gli illuminò il viso.

«Anche perché abbiamo un ultimo carico di droga nella cantina, preferisco che ci arrestino mentre la consegniamo, piuttosto che per possesso e spaccio.» Stephan allungò con disinvoltura il braccio dietro la sedia di Marco.

Quest'ultimo lo guardò di sottecchi e riuscì a malapena a contenere un mezzo sorriso. «Staresti bene in arancione.»

«Io starei bene con qualunque colore, ma non siamo in America.» Si avvicinò pericolosamente all'orecchio di Marco. «Posso sfoggiare il mio personale stile anche da carcerato.»

«Oh voi due, prendetevi una stanza!» li canzonò Maria, anche lei pericolosamente vicina a Davide.

«Se tu e il tuo fidanzato non occupaste l'intera casa, forse potremmo avere un po' di privacy» la provocò Stephan.

A Davide andò di traverso l'acqua che stava bevendo e Christian respirò a fondo.

Io e Luna ci guardammo e senza contenerci scoppiamo a ridere.

«Voi due è inutile che ve la ridete» ci rimbeccò Stephan. «Si vede dalle vostre facce come avete passato entrambe la notte.»

«Ci stiamo deconcentrando» finsi di rimproverarlo e la mia mente maledetta mi proietto delle immagini molto particolari di quella mattina che mi fecero arricciare le dita dei piedi. «Dovremmo tornare a parlare di cose serie.»

«Anche perché sembra di stare guardando il tempo delle mele.» Raffaele finse un conato di vomito, ma tutti avevamo notato come guardava Silvia, anche se lui fingeva di essere l'unico senza legami.

Quest'ultima prese la parola, riportando l'attenzione su questioni più importanti. «Consegniamo il carico questa sera? Oppure adesso?» propose.

«Spiegati meglio» la incitò Emily.

«Se lo facciamo adesso c'è sì più rischio, ma con tanta gente in giro, tutti vedranno che la stiamo solo consegnando, degli spacciatori non vanno a consegnare la droga in centrale.»

«Mi dispiace ammetterlo» Raffaele si alzò e andò al suo pc. «Ma sei un vero genio.»

Silvia lo imitò e andò a sedersi accanto a lui. «Mi sembrava che questo lo avessimo già assodato da tempo.»

«Com'è che era?» mi sussurrò mia sorella. «Il tempo delle mele?»

Trattenni a stento una risata e poi mi alzai. «Perfetto, allora, andiamo a fare il nostro dovere di onesti cittadini, e sorridete, mi serve uno scatto perfetto per l'articolo.»

«Agli ordini Clark Kent!» Daniele fece il saluto militare e poi si sedette accanto a Silvia.

Christian e Alex furono i primi pronti e presero il carico in cantina, la stessa dove fino a pochi mesi prima avevamo rinchiuso Adriano. Ripensai al nostro discorso di quella mattina, a come mi aveva fatta sentire al sicuro. Di come stava diventando una certezza, di quanto fosse realmente e incondizionatamente al mio fianco. Il pezzo del puzzle mancante che era tornato al suo posto per rendermi completa.

Indossammo i giubbotti di pelle e i caschi, la nostra divisa, e ci dirigemmo a prendere le moto per sfrecciare tra le strade della nostra città.

Per rendere Palermo un luogo migliore.

Spazio autrice ✨

Buongiorno readers del mio cuore ❤️

Non fatevi ingannare da tutta questa tranquillità 👀

Fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e se vi è piaciuto lasciate una stellina ✨

Ci vediamo martedì prossimo con SYS 3 😎 (mancano solo 9 capitoli + l'epilogo alla fine della storia, della trilogia 🥺)

Vi ricordo che mi trovate su:

Ig: lacasa_deilibri_ms
Tiktok: MartinaSchiavo18_autrice
Lacasa_deilibri_ms

SYS 3 - La società degli splendenti. Capitolo finaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora