Capitolo Ventisette - Cura

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Abbiamo tutto?
Lei lotta per scappare
Il dolore e la sensazione strisciante
Piccola ragazza dai capelli neri

One Hundred Years - The Cure


Nei primi anni successivi alla cattura di Adriano, quando avevamo sciolto la SYS e tutti i miei amici, mia sorella compresa, erano andati via, ogni parte del mio mondo era andata in miliardi di minuscoli pezzi. In quel periodo una cosa sola mi aveva salvata: i libri.

Ero uscita raramente di casa e quando lo avevo fatto, era stato quasi sempre per andare in libreria. Cappuccio sollevato sulla testa, cuffie nelle orecchie con gli Evanescence a tutto volume, perché la musica esprimeva perfettamente il mio stato d'animo, e giravo per la Feltrinelli per ore. Solo guardare gli scaffali pieni di libri aveva riempito quel senso di vuoto nel mio petto. Perdermi tra le storie mi aveva fatto evadere da un mondo in cui non volevo più stare, e, potrebbe sembrare assurdo, ma il solo fatto di ritornare tra quelle pagine, sapere come continuavano quelle storie, mi dava un motivo per alzarmi la mattina.

Guardai le vetrine della Feltrinelli, la grande insegna rossa sopra, in quel palazzo liberty nel quale si trovava la libreria, e mi sentivo grata. Grata a un luogo che non era una semplice libreria, grata a degli oggetti che in realtà non erano affatto solo oggetti, perché mi avevano permesso di andare avanti, di risollevarmi.

Oltrepassai l'uscio e respirai a pieni polmoni quell'odore di pagine e inchiostro che amavo. Vagai per gli scaffali, facendomi incantare dalle copertine. La percorsi tutta, come se la stessi visitando per la prima volta, perché riusciva sempre a stupirmi. Andai al piano inferiore e guardai i cd e i vinili, poi andai al piano superiore e cercai lo scaffale sulla storia locale e sulle storie di mafia. Era per me automatico, una costante nella mia vita. Presi un paio di libri che parlavano dei contatti tra mafia siciliana e mafia americana, mi servivano per scrivere al meglio il libro sulla nascita della SYS. Avevo iniziato a buttare giù qualcosa, più che altro appunti, e stavo attenta a non rovinare il libro che mi aveva dato mia nonna, anche se rischiavo di consumarlo per quanto volte lo avevo letto. Ero ancora indecisa sull'impostazione da dare al libro. Se scriverlo come se fosse un romanzo, o lasciare l'impostazione di diario, aggiungendo parti di inchiesta e storia, come note a margine.

Avevo intenzione di presentarlo a Nicolò una volta terminato, lo ammiravo molto e avevo letto tutti i suoi libri, avevo bisogno di un suo parere prima di presentarlo a qualche casa editrice.

Prima ovviamente avrei dovuto parlarne con la mia famiglia e con la SYS, era una questione che riguardava tutti, non solo me, e avremmo deciso insieme se fare questo passo, che ci avrebbe messo un po' allo scoperto. Pensai di parlargliene due giorni dopo che ci saremmo trovati tutti insieme alla villa dei miei nonni per festeggiare il compleanno della piccola Alessandra. Infatti, subito dopo andai al reparto bambini e le presi due libri per la sua età da aggiungere due regali che le avevo comprato. Mia sorella non voleva che la viziassi, ma io ero la zia e il mio compito era proprio quello di viziarla.

Il mio telefono vibrò e sorrisi quando lessi il messaggio: era Angelica, mi informava che era arrivata.

La sera prima mi aveva scritto lei, domandandomi se mi andava di vederci. Avevo subito risposto di sì e avevo dovuto sforzarmi parecchio per non dirlo a Adriano, perché volevo lasciargli ancora un po' di spazio, anche se quella situazione mi uccideva dentro.

Quando le avevo chiesto come stesse, mi aveva risposto, senza troppi giri di parole, che era distrutta. Allora avevo capito che Adriano le aveva parlato.

Per questo avevo proposto di vederci in libreria, speravo che potesse essere una cura per lei come lo era stata per me.

Le dissi che ero al piano di sopra e che mi stavo dirigendo al bar.

SYS 3 - La società degli splendenti. Capitolo finaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora