Capitolo Venticinque - Non Ci Sarà Estate

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Non ci sarà estate
Non ci sarà primavera
Se non fosse per questo mio amore
Spine senza fiori
Bar senza bevande
Se non fosse per questo mio amore
Tutte le luci
Tutte le feste svanirebbero

If Not For You - Måneskin

Non sentivo Adriano da un'intera settimana. Una settimana in cui avevo il petto vuoto, senza quel calore che solo lui e la SYS sapevano farmi provare.

Avevamo fatto dei colpi nell'ultima settimana, sempre nelle piazze di spaccio, Maria era tornata operativa, non aveva voluto sentire ragione. Sapeva essere anche più testarda di me.

La base aveva la cantina piena di ogni merda che spacciavano in città. Se ci avessero scovati, oltre a ciò che facevamo di solito, avremmo dovuto spiegare tutta quella droga.

Per questo avevamo deciso che a piccole dosi, dovevamo portarla in diversi commissariati. Era pericoloso, il rischio che ci prendessero era alto, ma non potevamo continuare a tenerla noi.

In quel momento eravamo nella base degli allenamenti. Ormai chiamavamo così il capanno da quando i nuovi erano entrati a tutti gli effetti nella SYS e gli avevamo mostrato la base vera e propria, che ormai era il posto dove ci riunivamo, il covo dei gemelli e il nostro deposito darmi. Silvia era andata in estasi quando aveva visto i computer che i gemelli avevano lì.

Tuttavia, ci trovavamo al capanno per gli allenamenti quel giorno. Adriano aveva mandato un messaggio ai gemelli.

Non a me, a loro.

E mi sforzai che la cosa non mi toccava quando Raffaele mi informò che il mio ragazzo voleva vederci. Mi sforzai di non notare che i miei amici avessero capito che c'era qualcosa che non andava. Apprezzai che non avessero fatto domande. Dal canto mio non avevo voglia di parlarne, lo avevo fatto solo con Luna e Stephan, e anche loro concordavo con il concedergli del tempo.

Quell'attesa però mi stava logorando, era come se non riuscissi più a vedere la strada giusta, come se avessi perso l'obiettivo sul quale focalizzarmi. Mi sentivo svuotata. Non sopportavo di averlo deluso.

Bussarono alla porta e voltai la testa così forte che sentii scricchiolare il collo. Ma non mi mossi, dopo qualche istante andò Davide ad aprire.

Adriano entrò con il suo passo sicuro, vestito tutto di nero, come sempre. Il viso non esprimeva nessuna emozione, ma gli occhi... Quelli erano una tempesta, un ciclone pronto a esplodere e spazzare via tutto sul suo cammino.

Dovetti combattere contro l'istinto di andargli incontro e abbracciarlo, cercare di placare il suo tormento. Cercai il suo sguardo, ma lui sfuggì al mio, come se gli facesse male solo posare gli occhi su di me.

Il mio cuore, maledetto, aveva ripreso a battere a una frequenza più forte quando lui era entrato, e adesso veniva punto da spilli a ogni passo che lui faceva verso di noi, a ogni passo che faceva senza girare il viso dalla mia parte. Era come se la calamita che non ci permetteva di stare lontani si fosse smagnetizzata dal suo lato.

«Quindi, Mersiglia?» Emily era dietro i gemelli, in piedi, le braccia incrociate al petto.

Si fissarono per qualche istante, nessuno dei due distolse lo sguardo, poi Adriano parlò e mi resi conto di quanto cazzo mi fosse mancata la sua voce. «Serenusa vuole le vostre teste» disse senza giri di parole, nessun sentimento nel tono così come nell'espressione. «E Francesco al momento è un cane sciolto, non so cosa potrebbe fare.»

Scrutai la sua figura e non mancai di notare le nocche della mano destra arrossate. Lui la chiuse a pugno, come se sentisse il mio sguardo.

«Non sai tenere i tuoi cani al guinzaglio, Mersiglia?» lo provocò Alex, guadagnandosi un pizzico sul braccio da parte di Luna.

SYS 3 - La società degli splendenti. Capitolo finaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora