LAURA

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E coloro che furono visti danzare vennero giudicati pazzi da quelli che non potevano sentire la musica.

Friedrich Nietzsche. 

Come si fa ad essere così scontrosi? e con tanta voglia di rompere le scatole al prossimo? devo imparare ad ignorarlo. Ma come faccio? mi tormenta da giorni, mi tratta male ed io dovrei lasciar perdere? con chi si crede avere a che fare? e soprattutto chi si crede di essere?! . Un cavolo di energumeno saccente ed arrogante ecco cos'è .

Sbuffai attirando l'attenzione di Mia che presto prese parola. <Perdonalo Laura, non arrabbiarti, spesso, anzi quasi sempre non collega la bocca al cervello, ma non è cattivo te lo assicuro>

Stava cercando di convincermi di darle retta e di smettere di dar peso all'atteggiamento ingiustificato e senza senso del fratello, che nel frattempo era andato via insieme a Mike.

Oggi avrebbe ripreso gli allenamenti. Non sapevo né da quando né il perché Austin avesse smesso di giocare, sapevo solo che oggi avrebbe ripreso ad allenarsi, per prepararsi all'imminente partita contro una squadra di un altro istituto. Avevo assorbito quelle informazioni proprio dai due diretti interessati, ne stavano parlando proprio prima di allontanarsi dal nostro tavolo.

Il mio pensiero volò proprio su di lui. Ero rimasta piacevolmente colpita da quel ragazzo. Era malizioso, come il suo amico e come gran parte degli esseri viventi composti da muscolo e testosterone, ma aveva lo sguardo lucente e pieno di colori vivaci. Sprigionava una melodia allegra, proprio come quella che trovi entrando in un locale pieno di bambini intenti a festeggiare qualche compleanno. Anche lui come il suo amico era ben messo fisicamente. Rispetto all'energumeno però era più basso e meno massiccio ma ugualmente ben definito, i capelli castani incorniciavano il viso morbido dove l'unica punta di durezza era dovuta dal piercing che gli forava il labbro inferiore. Era un cerchietto ed il colore si abbinava perfettamente ai suoi occhi che erano di un grigio chiaro quasi impercettibile. Erano grandi ed incorniciati dalle ciglia chiare. Indossava un paio di pantaloni di jeans blu leggermente sbiaditi al centro, non erano troppo stretti, ma lo erano abbastanza per notare comunque le gambe lunghe e sode, classico segno di un giocatore di Basket, la maglietta era bianca ed era incastrata tra i muscoli del torace ed un giubbino del medesimo colore dei pantaloni. Nonostante l'evidente bellezza che lui sapeva di avere, erano stati i suoi atteggiamenti a portarmi a pensare che fosse un ragazzo gioioso e spensierato. Negli occhi si poteva vedere la sua voglia di ridere e divertirsi, cosa che non avevo visto negli occhi di Austin. A dire il vero fino ad ora dei suoi occhi ne ero riuscita a scorgerne solo il colore e niente di più. Erano blu ma non un blu qualunque era scuri, tanto scuri. Nonostante le diverse occasioni che avevo avuto per provare ad intercettare il suo sguardo, non ci ero mai riuscita, anzi, lui non mi aveva mai permesso di farlo.

Lui non mi ha mai guardata negli occhi.. Perché?

Insomma, in poche parole quei due erano come il sole e la luna, lontani anni luce per assomigliarsi, ma vicini abbastanza per capirsi. Avevo intuito che i due si conoscevano bene. Il giorno in cui mi ero persa e ritrovata nel bel mezzo di una partita li avevo intravisti parlare animatamente mentre si scambiavano gesti amichevoli, anche a scuola erano spesso insieme. Doveva conoscere bene anche Mia, vista la confidenza con cui si rivolse a lei, le aveva scoccato un bacio sincero sulla guancia. Un'altra differenza che aveva catturato la mia attenzione era il suo modo di fare delicato, sarcastico al punto giusto, socievole e neanche troppo volgare.

Insegna come ci si comportarsi al tuo amico.

< Va bene > Risposi decisa, tornando sul pianeta terra.

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