LAURA

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Cuore, dove sei? Perché non ti sento? 

Urla, piangi, sgridami ma spiegami dove vuoi andare.

Martina G. 




<Pronto?> Era Marco, che, con il suo solito tono dolce voleva darmi il buongiorno.

<Sei a scuola?>

<No, te l'avevo detto che mi sarei presa qualche giorno>

<Hai fatto bene tesoro, non ti sto rimproverando. Anzi sai cosa penso?>

<No, cosa?>

Era mattina ed il mio cervello doveva ancora carburare.

<Ormai siamo a giovedì, salta anche domani.>

I miei occhi saettarono alla porta. Attirati dal suono del campanello.

<Sorpresa!> Era Marco, davanti alla porta del mio appartamento. Aveva un enorme mazzo di fiori in mano e sfoggiava un sorriso smagliante.

Purtroppo non rimasi stupita da quella sorpresa, me le faceva sempre. Avevo immaginato che avrebbe anticipato l'arrivo in America, soprattutto dopo avergli comunicato la mia intenzione di saltare la scuola per qualche giorno.

Non volevo offenderlo o farlo rimanere male, alla fine era stato dolce, cercai quindi di mostrare stupore.

Mi sentivo tremendamente in colpa, lui non meritava la mia apatia. Meritava qualcuno in grado di contraccambiare i suoi sentimenti, meritava soprattutto qualcuno capace di stupirsi veramente alle sue sorprese.

<Ciao Tesoro!> Mi scoccò un bacio delicato sulle labbra ed io ricambiai con un sorriso sincero.

Da sempre, in ogni momento, bello o brutto della mia vita con me c'era lui, ero io il problema, e più lo guardavo più lo capivo.

Mi concentrai e lo invitai ad accomodarsi.

<Cerco un vaso per i fiori e arrivo> Avvisai.

<Allora piccola, come sono andate le prime settimane?> Sembrava curioso e davvero interessato all'argomento, mi guardava con gli occhi dell'amore.

<Tutto bene, è tutto così nuovo ed elettrizzante>

<Sei contenta che sono qui?>

<Certo!>

Un lampo di luce esplose sul suo viso. Ero davvero contenta di vederlo, mi mancava. Seppur confusa sulla nostra relazione, avevo bisogno di lui. E poi, a dire il vero Il mio dubbio non era su di lui come persona. Ma su di me. Ero io ad essere stata messa in dubbio da me stessa, sentivo che mi mancava qualcosa.

<Allora cosa ne dici? domani niente scuola e stiamo insieme tutto il giorno.?> Sorrise.

Accettai volentieri quella proposta. Marco sarebbe stato con me fino a domenica pomeriggio, quindi il tempo per poter stare insieme era davvero centellinato.

Gli chiesi poi cosa volesse fare, e, dopo un po' di indecisioni optammo per una pizza a casa e poi film. Era stanco per il lungo viaggio, e doveva riposare. Continuammo a chiacchierare fino all'arrivo delle pizze.

<Che film vuoi guardare?>

<Tu?>

Dopo una quantità indefinita di No scegli tu - No tu, presi io il telecomando ed iniziai a navigare sui vari siti di streaming bloccandomi a mezzaria però quando Marco prese a toccarmi una coscia, lentamente, per poi intrufolarsi da sopra l'elastico dei miei pantaloni.

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