LAURA

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La più grande confusione nasce quando si tenta di convincere il tuo cuore e il tuo spirito di una cosa che la tua mente sa già essere una bugia.

Shannon L. Alder.


Quella mattina, la luce prepotente del sole venne a bussare alla porta del sonno, che, dopo un attimo di confusione mi portò a ricordare di non essere a casa mia.

La sera precedente Mia e Mike avevano organizzato una pseudo festa a casa Thomson.

Con ancora gli occhi mezzi chiusi, mi voltai verso Mia e, notando che era ancora nel bel mezzo di un sonno profondo decisi di lasciarla riposare ancora.

Era stata così carina con me da quando l'avevo conosciuto che l'idea di prepararle la colazione mi sembrava più che giusto.

Dopo qualche minuto passato tra strofinarmi gli occhi e capire cosa fare mi alzai dal letto.

Cercai di muovermi con cautela, un'altra delle mie non doti era la delicatezza, ma non volevo svegliarla quindi senza pensarci troppo uscii dalla stanza senza neanche accendere la luce.

Arrivata in corridoio, poco prima di raggiungere la sala mi resi conto che dalla fretta non mi ero neanche vestita, neanche i capelli avevo legato. Non ci diedi troppo peso, alla fine non ero nuda, avevo la maglia di Mike che praticamente mi faceva da vestito e i capelli, vabbè erano sciolti, spettinati e sciolti. Ignorai tutto soprattutto dopo aver sentito delle grandi russa provenienti dalla stanza di Austin.

sicuramente quei due dormono come sassi, quindi preparo la colazione e poi torno a cambiarmi.

Mike ieri sera era talmente ubriaco da essersi addormentato sul tappeto. L'altro invece era sparito in camera sua. Nonostante la convinzione che quei due non si sarebbero svegliati neanche con le cannonate, prima di entrare in sala lanciai comunque un'occhiata furtiva verso la camera per poi scrutare bagno e salotto. Non c'era anima viva.

Uova, latte, farina e burro. Dopo aver trovato tutti gli ingredienti che mi servivano mi misi all'opera.

Buongiorno tesoro. Tutto bene?

Buongiorno! sì tutto bene. Scusami se non ti ho ancora chiamato. Sono stata molto impegnata.

Tranquilla piccola. Posso immaginare che non sia facile organizzare tutto da sola. Vuoi sapere una cosa?

Cosa?

Tra poco vengo a trovarti. Devo solo organizzarmi Sei contenta? Io da morire.

Rimasi a fissare l'ultimo messaggio inviatomi da Marco per qualche secondo. Ero contenta di vederlo, ma allo stesso modo ero dispiaciuta. Non volevo spendesse tutti quei soldi per venire qui, da me, sapevo che era molto impegnato. Ci tenevo tantissimo a lui. Era una figura importante nella mia vita. Ma era troppo tempo che la sensazione di amore non corrisposto mi picchiettava in testa.

Sono contenta, fammi sapere quando. Così organizzò qualcosa di bello.

Risposi, senza però staccarmi dal mio unico pensiero. Dovevo dirgli la verità. Aveva il diritto di sapere. Dovevo dirgli dei miei dubbi. Magari parlando si sarebbero risolti o magari no, però avevo bisogno di esternare tutto ciò che da troppo tempo avevo tenuto nascosto.

Non ero sicura dei miei sentimenti e non era giusto fingere, né per me né per lui. Ci avrei parlato, ma non per messaggio, dovevo parlargli di persona.

Per me il dialogo era fondamentale, i messaggi andavano bene per organizzare una serata o per mandare degli auguri, ma il dialogo, quello porta avanti il mondo. Faccia a faccia è sempre stato l'unico modo per capirsi davvero e soprattutto per non mentirsi. Di persona non si può nascondere un'emozione se sincera, per messaggio si, quante volte leggi un messaggio e non sai se è davvero la verità? Quante volte non si è in grado di esprimersi o di capire tramite un messaggio? Ma gli occhi, quelli non mentono. Ero così, la pensavo così e proprio per quel motivo avrei utilizzato il nostro incontro per parlare con il cuore in mano.

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