2- Aiden

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Avete presente quando una persona senza fare niente ti guarda, ti sorride e improvvisamente ti cambia la vita? Solo guardandoti, senza parole, ti entra nell'anima e te la stravolge. Il suo pensiero va a quella persona, ogni momento, ogni secondo, ogni volta che si ride o piange. 

Qualcosa ti fa sempre pensare a lui.  Non c'è un perché, c'è solo un perché no. 

Un ricordo minuscolo, magari anche insignificante si annida in un minuscolo e profondo angolo della mente. 

Un ricordo grande, magari significante, come un sorriso, una frase o un momento si annidano in un minuscolo e profondo angolo del cuore. 

Così funziona. Insignificanti o significanti dei piccoli ricordi si annidano nelle parti più pure e importanti di noi. E da quel momento non si ha più scampo. 

Un sorriso, di lui, mi si annidò nel cuore, e quella volta non fu il dolore a cambiarmi. 

Fu lui a cambiarmi la vita. La vita che io tanto volevo togliermi. 


Il sonno si era preso gioco di me. Completamente. Quella notte non avevo avuto incubi. Gli incubi erano scomparsi da un po'. Il pensiero sembrava essersi consumato. Sembrava quasi scomparso ormai. Quello della mente almeno. Il ricordo annidato nel cuore, ero certa, che non sarebbe mai scomparso.

<< Evelyn! Ti devi alzare o faremo tardi a scuola. >>

Aprii gli occhi e gli stropicciai, avevo una stanchezza in corpo indescrivibile e volevo riappoggiare la testa sul cuscino per tornare a dormire.

<< Il mio caffè? >> chiesi con voce stanca.

<< Non sono la tua domestica. >> Mi rispose Momo aprendo le tende della mia finestra che scendevano lunghe fino al pavimento e che fecero entrare la luce del mattino.

<< Potresti diventarlo, non è una brutta idea. >>

<< Alza quel culo. Oggi prevedo una giornata magnifica. >>

<< Se ne sei convinta tu. >> Risposi alzando la schiena e sedendomi sul letto.

<< Ti avevo già detto che oggi arriva da noi un nuovo compagno? >>

Presi il telefono dal comodino e lo accesi per vedere i messaggi.

<< Evelyn? >> Mi chiese ancora.

<< Ti ho sentita, stavo pensando. Non mi interessa del nuovo compagno, non mi piace nemmeno l'idea, ora quel branco di pecore si ingrandirà. >>

<< Guarda che ne facciamo parte anche noi. >>

<< Non credo proprio. >>

Fece un risolino e poi si alzò dalla mia scrivania. 

<< Vado a fare colazione, chissà cosa avrà preparato tua madre. Ma tu muoviti perché se no arriviamo in ritardo. >>

<< Come vuoi. >> Posai il telefono e aprii il mio armadio per trovare qualcosa con cui vestirmi. Non capivo proprio questa cosa di doversi vestire, fosse stato per me a scuola ci sarei andata in pigiama.

Mi vestii e poi scesi in cucina raggiungendo la mia famiglia impegnata ai preparativi per la scuola.

Il solito caos. In quel cavolo di caos non c'era mai niente di diverso a parte il caos. C'era solo un problema oggi: c'era anche mio padre. 

Non che fosse una cosa strana, ma era una cosa strana, perché non avevo veramente 8 sorelle e 3 fratelli. 

Piccola spiegazione: mia madre si innamorò di un uomo in affari. La cui carriera stava raggiungendo l'apice. Una famiglia non era di certo nei loro piani, ma sfortunatamente un giorno mia madre rimase incinta. 

Burning in hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora