43- Uccidere per sopravvivere

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Pov's Aiden 

Una volta uscito da quel locale affollato potei di nuovo sentire l'ossigeno essere di nuovo nell'aria e ora che ero fuori potevo finalmente fumare. Mi accessi una sigaretta tranquillamente mentre con la coda dell'occhio notavo una ragazza che mi si avvicinava. 

Diedi di nuovo un occhiata alla panchina e notai che mancava Trevor. Di solito su quella panchina restavano i ricordi di tutte le ragazze che si faceva in una sera e invece quella sera non c'era. 

<< Dove cazzo è quel coglione? >> Mi rivolsi a tutti senza aspettarmi una risposta da una persona in particolare. 

La biondina continuava a girarmi intorno e osservarmi attentamente come se stesse per saltarmi addosso. 

Peccato per lei che quella sera non avevo voglia. Quell'angelo mi aveva fatto completamente passare l'interesse, le sue labbra che usava solo per sfidarmi mi ronzavano in testa senza darmi tregua. 

Volevo dimenticarla perché mancava poco affinché scoprisse tutta la verità su quella merda ed ero certo che ormai potevo anche fare finta che non esistesse. Una volta che avrebbe saputo ogni cosa non sarebbe nemmeno riuscita a guardarmi negli occhi senza provare disgusto per me.

Era ora di andare avanti, farmi una bella scopata e dimenticare le sue labbra che non mi facevano dormire la notte. 

Ero troppo coinvolto, faceva troppo parte di me. Era ogni cosa, ogni bella e brutta cosa. Era la luce e anche il buio, era il sole e la luna della mia anima. Era tutto. E non volevo che quei suoi meravigliosi occhi mi guardassero in quel modo. 

Era la cosa che mi spaventava di più. Più di tutte. Mi spaventava che lei potesse scoprire il mostro che ero davvero e tutto ciò che avevo fatto. 

Credetemi. Nessuno e dico nessuno riesce più a guardare una persona nello stesso modo in cui la guardava prima dopo aver scoperto qualcosa di veramente orribile. 

Ripetei la domanda e molti alzarono le spalle. Connor tornò con un paio di birre in mano e sentì la domanda che avevo posto a tutti nel giro di dieci secondi. Lui scrollò le spalle e poi guardò nella mia direzione. 

<< Credo stia scopando. >> Si limitò a rispondere. 

Che novità dissi tra me e me. 

<< Chi è la fortunata oggi? >> Commentò divertito un tizio che fino a quel momento non avevo visto. Scoppiò a ridere con i suoi amici ma aspettò la risposta di Connor. 

<< Boh. Asher ha portato qui una puttana e gli ha tenuto testa. Credo che ora si stia divertendo molto. Strano che ancora non abbiamo sentito le urla della ragazza. >>

Uno. Connor e i suoi amichetti erano dei coglioni patentati. Due. Asher che cazzo ci faceva lì? 

La biondina aveva allungato le mani circondandomi la vita e io non glielo impedii. In quel momento necessitavo di un tocco che mi facesse sentire desiderato, amato, protetto e certo dovevo ammettere che non mi faceva stare bene quanto quello di Evelyn ma mi ricordò un po' meno del mostro che ero. 

Sentii il respiro della ragazza avvicinarsi al mio orecchio e il suo profumo pungente mi pizzicò il naso. 

<< Ci spostiamo più in là? >> Mi sussurrò seducentemente. 

Sapevo cosa si aspettava da me, sapevo cosa avrei dovuto darle se mi sarei spostato più in là, però l'idea di fottere tutti i pensieri che non sopportavo più non mi dispiacque. 

Annuì leggermente e ci spostammo verso le macchine che c'erano in esposizione parcheggiate. 

Le sue labra si avvicinarono pericolosamente alle mie. Le fissai ammaliato ma non riuscii a non sperare che quelle fossero di Evelyn. Quando quelle labbra mi avevano toccato tutto era come esploso. Come se il bacio di un angelo mi avesse improvvisamente liberato da tutte le mie colpe.

Burning in hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora