30- Era tornato

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Un tuono mi fece sobbalzare. Non che mi fossi ancora addormentata, ma il tuono fece un rumore assurdo nel silenzio assordante. 

Ero concentrata sul silenzio, sulla tranquillità. Ero concentrata sul non sentire nulla intorno a me e quando quel tuono arrivò d'improvviso sobbalzai leggermente e deglutii con forza. 

Sentii ancora lo spavento nelle ossa, ma poi passò, passò anche il tremore delle mani. 

La finestra era ancora aperta, e le tende si muovevano a causa del vento che entrava. 

Anche le ante fuori sbattevano e il rumore dell'anta che sbatteva contro il muro mi faceva tremare. 

Sapevo che dovevano sbattere di nuovo e aspettavo con paura quel momento. 

Ormai però c'era silenzio da un po'. Le ante non sbattevano da quelli che sembravano minuti eterni. 

Per un attimo pensai che avevano smesso. Ma poi l'ennesima volta che sbatterono non fui pronta. 

Sbatterono insieme ad un lampo e il viso di Kyle mi comparì davanti. 

Tirai le coperte più in su finché non mi coprirono bene metà della faccia. Fuori diluviava da far paura, sembrava che chiunque fosse lassù stesse scatenando l'ira di tutti gli dei. 

Il cielo era nero, completamente, ma a volte permetteva di far uscire qualche spiraglio della luna che si rifletteva su tutto ciò che trovava. 

Mi alzai lentamente dal letto per chiudere le ante che continuavano a sbattere, ma la pioggia irruente mi paralizzò. 

Non potei che pensare a quella sera. Quella sera quando diluviava ed io ero lì, sotto la pioggia, fra le braccia di Aiden sulle note di una canzone che era calzata a pennello. 

Sentii il bisogno di riprovare quella sensazione. Sentii il bisogno di dimenticare tutto il dolore per qualche secondo e riprovare la sensazione delle farfalle nello stomaco. 

Riprovare quella felicità per fingere che nulla fosse davvero successo, che fossi ancora lì fra le sue braccia, che lui non mi avesse abbandonata e che Kyle non fosse morto. 

Fu come uno spiraglio di luce nel buio. 

Lo vidi. Lì, sotto la pioggia che guardava nella mia direzione e sorrideva. 

Eccolo. Finalmente. Era tornato. Dopo tanto tempo finalmente potevo stringermi fra le sue braccia e vivere. 

Non attesi un secondo. Uscii dalla camera e raggiunsi la porta di casa. 

Girai la serratura e non appena aprii la porta sentii subito l'odore della pioggia inondare l'aria. 

Fu la prima cosa che arrivò a sentire il mio naso. Subito dopo, analizzando meglio l'aria, sentii le foglie bagnate e altri odori che venivano esaltati dall'acqua. 

Verso la fine del vialetto una figura di schiena si voltò e non appena mi vide sorrise felice. Sorrise mentre i suoi occhi brillavano come diamanti.

Quando ricambiai il sorriso lui allungò il braccio e protese la mano in avanti al fine che io la prendessi. 

Scesi le scale del portico come se non aspettassi altro. Raggiunsi la sua mano protendendo la mia e a nemmeno un metro da lui il suo viso cambiò. 

La figura che mi stava sorridendo era Kyle, non più Aiden. La sua figura era più piccola, ma il suo sorriso non era cambiato di una virgola. 

<< Kyle. >> Riuscii a balbettare. 

Burning in hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora