22- Il passato che ritorna

24 3 0
                                    

La sera avevo soppresso il dolore con i farmaci, la mattina dopo avevo fatto lo stesso. 

Prendevo ancora farmaci nonostante fosse passato tempo dall'ultimo ricovero, ma non mi importava. 

Era l'unico istante in cui il dolore per un po' scompariva e mi lasciava tornare a vivere. 

Mi dava una sensazione di sollievo che amavo, amavo con tutta me stessa. 

<< Evelyn? >> Hailey continuava a chiamarmi ripetutamente mentre scendevo le scale di casa ed io ad ignorarla ripetutamente perché persa a godermi la meravigliosa sensazione del non provare dolore. 

<< Evelyn Almond?! >> Aveva poi esclamato esausta. 

Mi ero girata ad un passo dalla porta per il sollievo di darle tregua. 

<< Che c'è?! Quale'è il problema?! Che c'è di così importante che non può aspettare che io abbia finito la mia solita corsa mattutina? >>

Si arrese del tutto quando aprii la porta di casa e notò che a secondi l'avrei scoperto da sola. 

Una figura femminile, giovane e bella mi bloccò il passaggio e mi sorrise a trentadue denti. Non ci potevo credere. 

<< Ho dovuto portare il mio bel culo qui per avere un abbraccio dalla mia migliora amica che ignora le mie chiamate. >> 

Sentenziò a braccia aperte. 

Io rimasi senza parole, completamente senza parole. 

<< Momo?! >> Esclamai scioccata, entusiasta, felice e preoccupata. 

<< E chi se no? >> Si fiondò al mio collo e la strinsi in un fortissimo abbraccio. Dio quanto mi era mancata. Quando ci sciogliemmo non potei ancora crederci. 

<< Che ci fai qui?! >> 

Ero così felice di vederla e lo era anche...no, cambiò espressione e non ne fui più certa. 

<< Che ci faccio qui? Dimmi tu se è normale che io debba correre qui perché non ho notizie della mia migliore amica che ha passato l'inferno e ho paura che sia per terra quasi morta di overdose a causa del dolore come l'ultima volta? >> Il suo tono mi ferì, più che altro le sue parole mi ferirono. Mi fece quasi paura sentire quelle parole e rivivere nella mia mente quell'istante in cui avevo visto letteralmente la morte davanti agli occhi. 

Ma era così vero quello che aveva detto che non riuscii a non sentirmi in colpa. 

Dopo quello ci fu silenzio. Abbassai lo sguardo quasi in punto di piangere e lei schiuse di nuovo le labbra. 

<< Posso entrare? >> Mi chiese ma la risposta era già ovvia. Non era venuta fin lì solo per dirmi quelle quattro parole e andarsene. 

Entrò fulminando con lo sguardo Hailey che comunque era in torto quanto me per non averle dato notizie. 

<< Con te faccio i conti dopo. >> Disse a Hailey e poi superò l'ampia entrata notando che mia nonna aveva assistito a tutto. 

<< Signora Collins è un piacere come sempre rivederla. >>

Le fece un cenno in segno di saluto e scomparì in cucina. 

<< Anche per me Momo. >> Mia nonna non aveva fiatato perché provava un enorme rispetto e una enorme ammirazione verso Momo. Se non l'avesse provata già al "che ci faccio qui? " con quel tono sarebbe stata in ginocchio a chiedermi perdono. 

Hailey mi guardò con una faccia scocciata e poi sospirò forzando un sorriso. << Ecco qual'è il problema. >> 

Maledetta la mia testa che si perdeva sempre quando era il momento meno opportuno. 

Burning in hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora