28- Tutta la verità

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Pov's Aiden 

Mia madre mi aveva detto che sarebbe arrivata nel weekend. Non mi aveva chiamato, non mi aveva parlato. Mi aveva scritto un messaggio coinciso per avvisarmi. non mi aveva detto molto, solo lo stretto necessario.

"Arrivo nel weekend".

Era un cazzo di guaio perché se avesse scoperto che anche Evelyn era qui sarebbe scoppiato un putiferio.

Lei aveva da subito capito quanto Evelyn fosse importante per me, quanto la preoccupazione, ogni secondo, di perderla o che le succedesse qualcosa mi condizionava.

Lo sapeva, aveva sempre saputo che prima o poi per proteggerla avrei dovuto rinunciare a lei e la sua perdita mi avrebbe distrutto.

E non si sbagliava, perché senza di lei non esistevo più.

Avevo sbattuto la porta di casa e me n'ero andato, avevo lasciato tutto, avevo lasciato lì anche lei e ero sparito.

Per due mesi mia madre non ebbe più notizie di me e il matrimonio fra lei e Cole fu rimandato.

In quei mesi avevo cercato di sistemare le cose con quel bastardo e quando aveva saputo che avevo abbandonato Evelyn mi aveva giurato che non l'avrebbero più toccata e non avrebbe dovuto più pagare per quella merda.

Era fuori, completamente. Dalla mia vita, dal giro e da quella merda.

Il prezzo però era raddoppiato. Avrei dovuto fornirgli più soldi, più armi, più droga, ma dopo mesi avevo finalmente saldato tutti i conti.

Ero riuscito ad incastrarlo per il traffico di minorenni dei suoi soci e lui era stato accusato per molteplici reati.

Non avrei mai permesso che Evelyn entrasse nel giro, che accettasse l'accordo o che scoprisse ciò che quel bastardo era capace di fare.

Lui negli anni si era legato a tanta merda e non avrei mai potuto permettere che Evelyn finisse a fondo con lui.

Tiravo pugni ripetuti contro quel sacco da boxe alternando il pensiero a quel bastardo del padre che non ritenevo mio padre e a Logan che la toccava e si vantava di averla.

Che poteva assaporare la sua pelle e guardare il suo sorriso di prima mattina non appena apre gli occhi, i suoi occhi che brillano quando vedevo qualcosa che la rendono felice e il suo piccolo corpicino fragile che vedevo perfetto stretto fra le mie braccia.


Quella mattina correvo sulla spiaggia con Asher. Evelyn non veniva più a correre all'alba per questo avevo convinto Asher a venire con me. 

Raggiungemmo la caffetteria sulla spiaggia dove ormai andavo spesso e notai che quella mattina era movimentata. 

C'erano ragazzi e ragazze in costume che uscivano e entravano e anche la spiaggia era piena di persone.  

<< Facciamo una pausa? >> Chiese Asher guardando in quella direzione. Seguii il suo sguardo e non rifiutai. 

<< Va bene. >> Risposi. 

Raggiungemmo il dehors stanchi e dovemmo infiltrarci fra un sacco di persone per entrare. Non passò molto prima che notai Logan ad un tavolo. 

Mi irrigidii pensando che forse Evelyn era lì con lui. Non volevo neanche pensare a loro due che parlavamo allegramente di come la loro vita insieme era felice.

Perso nei miei pensieri urtai una persona e quando vidi il suo viso non fui poi così sorpresa. 

<< Evelyn devi imparare a stare più attenta a dove metti i piedi. >> Le dissi accennando un sorriso. 

Burning in hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora