41- Non ho paura di nessuno

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Lo svegliai con una secchiata d'acqua sul viso, con l'unica differenza che usai un bicchiere bello pieno per lavarlo. 

Non dovevo lasciarmi imbambolare dal suo viso e dal suo aspetto, non dovevo lasciarmi paralizzare dalla sua bellezza, dovevo essere più furba, più intelligente, più veloce. 

Gli rovesciai l'acqua sul viso e lui si svegliò di colpo sobbalzando spaventato. 

Con la mano si ripulì dall'acqua per poter vedere meglio e si schiarì la vista per capire cosa stava succedendo. 

<< Buongiorno fiorellino. >> Gli dissi sorridente godendomi il bellissimo buongiorno che avevo organizzato per lui, e non era ancora finito. 

Lui riprese a respirare affannosamente e si sistemò sia i capelli sia la maglietta che si era appiccata al suo corpo ed ora era stropicciata. 

<< Che stai facendo? >> 

Mi guardai intorno e aprii le braccia cercando di sembrare confusa. << Ti ho strappato dal tuo grande sonno bella addormentata. >> 

Mi fulminò con lo sguardo peggiore che potesse fare e fissò per un attimo la mano che avevo fasciato la sera prima. Mi ero tagliata con il vetro ma gliel'avevo nascosto perché sapevo come avrebbe reagito e le sue preoccupazioni erano l'ultima delle cose che volevo in quel momento. 

Spostai la mano in modo che smettesse di fissarla e precedetti le sue domande. << Per la cronaca stavi sbavando sul mio cuscino preferito, quello ancora intatto, e blateravi fastidiosamente. Bla, bla, bla. >> Aggiunsi anche il gesto delle dita che mimavano una bocca facendo toccare le quattro dita con il pollice. 

<< "Oh Evelyn io ti amo ancora, ti voglio ancora ti prego perdonami. " >> La mia voce fingeva la sua e lui sembrò arrabbiarsi molto per questo.  << Ma io nel sogno come nella realtà ti dicevo che il sentimento non era reciproco. >> 

Si alzò dal divano, mi diede un piccolo spintone e si allontanò velocemente mentre io ghignavo da stronza. 

<< Fa male eh? Sapere di non essere desiderati. >> 

Risi ancora per un po' finché la sua figura non sparì in bagno.  Sentii il flusso dell'acqua e capii che si stava facendo una doccia. 

Quella mattina ero stranamente in vena di allegria, il bacio con Asher era cosa ormai del passato, non per Aiden però che le cose che facevo se le attaccava al dito. 

Circa dieci minuti dopo uscì dal bagno a petto nudo, era tranquillo, a suo agio, come se farmi impazzire per lui fosse una cosa naturale e divertente. 

Ero imbambolata davanti a una maestosa vista. Non potevo negare che non fossero esattamente gli addominali perfetti che ogni dona si immagina quando dice "bello da far schifo". 

Erano perfetti per definizione. 

Qualcosa di più perfetto non esisteva. 

Dovevo riprendermi perché ora quella che stava sbavando ero solo io. 

Aveva un asciugamano giusto per coprire le sue parti intime e stava rischiando ogni cosa, perché la legatura era molto allentata. 

Non sapevo neanche che parole usare per descriverlo. Ah sì! Avete presente quei manzi, mezzi nudi, biondi e dannatamente sexy delle pubblicità dei profumi? Ecco. Lui. Aiden Wilson. Il diavolo. Il manzo con la "M" maiuscola. 

Si avvicinò pericolosamente e rischiai di avere un infarto in quell'istante. Il suo dito sfiorò l'angolo della mia bocca e lo mosse come se dovesse pulirmi da qualcosa. 

Burning in hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora