5- La pioggia

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Volevo guidare. Avrei avuto a breve la pratica di guida e dovevo assolutamente superarla. Ero stanca di chiedere sempre a mia madre di scarrozzarmi ovunque. 

E poi mi rimproverava che non mi avrebbe più permesso di uscire se avessi continuato a chiederle di venirmi a prendere alle tre del mattino. 

Facevo pratica da un po' con la mia famiglia. Ma non mi piaceva. Per niente. 

Mia madre mi urlava di rallentare quando non avevo neanche acceso il motore della macchina.

Jonathan, che ormai ritenevo un padre, mi metteva sotto pressione. Con lui almeno riuscivo ad accendere il motore, ma avevo paura a sorpassare o rallentare perché lui cercava di farmi respirare e concentrare ma ero così in ansia, che l'ultima volta frenai di colpo e tutte le macchine dietro mi imprecarono contro. 

Pensai di essermene liberata e poi il semaforo. Ci ritrovammo tutti al semaforo in linea orizzontale e mi sentii dire di tutto. 

Successe la stessa cosa con mio fratello, ma lui scese dalla macchina e si mise a litigare di brutto con gli altri. 

Ero imbarazzata e speravo solo che il semaforo diventasse verde. 

Quella mattina volevo guidare da sola. Completamente e volevo guidare in una stradina tranquilla senza nessuna macchina che mi mettesse in ansia dietro. 

Uscii presto, quando ancora tutti dormivano e presi le chiavi della mia macchina, le quali mia mamma aveva nascosto per paura che facessi quello che stavo facendo in quel momento o che perdessi la vita in una macchina che guidavo a dieci all'ora. 

Riuscii a trovare le chiavi e aprii piano la porta. 

<< Spero per te che tu non stia facendo quello che penso. >> Mia madre mi fece sobbalzare e immobilizzare. 

<< No. Assolutamente no. >> Le chiavi della macchina mi caddero sul pavimento. Avevo provato a nasconderle sotto la giacca ma erano ovviamente cadute e il silenzio era calato. 

<< Dammi le chiavi. >> Allungò la mano e capii che non voleva darmi nemmeno una possibilità.

<< Mamma andrò piano. Ti prego lasciami provare. Se arrivo alla pratica senza nemmeno saper accendere il motore da sola il tipo mi boccerà in un secondo. >> 

Sembrava che l'avessi convinta, voleva darmi una chance. Una sola. Forse mezza. 

<< Mamma ti prometto che starò attenta ai semafori, agli stop e ai bei ragazzi, però ti prego lasciami andare. >>

Fece due passi per avvicinarsi a me e riuscire a farmi vedere meglio come mi stesse fulminando bene con gli occhi. 

<< Evelyn Almond graffia la macchina, non mettere la cintura, perditi con un ragazzo, fai un incidente e io ti giuro che come ti ho messa al mondo ti ci tolgo. >> 

Mi aveva terrorizzato. Se voleva spaventarmi e avvertirmi c'era riuscita. Del tutto, quasi quasi rinunciavo. 

<< Ti voglio bene. >> 

Non persi tempo. Me ne andai subito senza voltarmi. << La cintura e frena agli stop!! >> Mi urlò per ultimo prima che la porta si chiuse del tutto. 


Eccola lì. La mia macchina. Dovevo mettere la cintura, frenare agli stop e suonare ai bastardi finché il clacson non si fosse rotto del tutto. 

Ero agitata ma allo stesso tempo emozionata. Esitai quando aprii la portiera ma poi respirai forte e mi feci coraggio. 

Misi da parte l'ansia e mi dissi di essere forte. Lo potevo fare. Era una sciocchezza. 

Burning in hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora