19- Ciò che non si doveva fare

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Aiden mi ripeteva sempre che suo padre era un argomento off-limits. 

Ogni volta che provavo ad abbattere il muro che aveva eretto come limite, lui mi allontanava e ne costruiva un altro più resistente e grande. 

Ogni dannata volta. 

La sua famiglia, l'amore che non gli era mai stato dato e insegnato, il suo passato oscuro, i suoi segreti. Tutto questo in qualche modo mi tagliava fuori dalla sua vita. 

Ma c'era una cosa. Una sola cosa che mi avrebbe assicurato l'odio da parte di Aiden per sempre, e io la stavo per fare. 

La sera prima mentre mi rigiravo nel letto cercando di riuscire a dormire il mio telefono si era messo a vibrare. 

Ero sveglia, tanto valeva rispondere. 

Una voce maschile e cupa non mi diede nemmeno il tempo di parlare che subito mi disse tutto.  

Era proprio il padre di Aiden a parlare, il fatto era che io non sapevo né il suo nome, né come fosse d'aspetto, né cosa avesse fatto per aver lasciato così tante ferite e crepe nel figlio. 

Aiden non mi aveva mai detto niente di lui, non avevamo affrontato l'argomento. 

Ogni volta che gli chiedevo qualcosa a riguardo il suo atteggiamento, il suo sguardo, tutto di lui cambiava e potevo vedere quel muro allontanarci pericolosamente fino a renderci due sconosciuti.

Vedevo i suoi muscoli diventare tesi e premere contro la sua pelle. Evitava il mio sguardo e improvvisamente mi sembrava di essere un'estranea per lui. 

Mi allontanava brusco e si chiudeva in sé. Nemmeno l'amore che provavamo contava o bastava. 

Quando si trattava di parlare di ciò che l'ha portato a non essere in grado di amare nulla contava più. 

<< Aiden? >> Il pensiero di suo padre mi era tornato in mente mentre lo guardavo concentrato che preparava i pancake per colazione. 

La sera non era potuto restare da me a dormire, ma aveva rimediato quella mattina. 

<< Si, angelo? >> Ero seduta sullo sgabello della penisola e avevo i gomiti posati sul bancone freddo.

Volevo la sua attenzione e non dissi più nulla finché non l'ebbi avuta. 

Si girò verso di me dopo che ero rimasta in silenzio. Non appena i suoi occhi brillanti si posarono su di me mi venne in automatico fare un sorriso che partiva da un orecchio e andava all'altro. 

<< Te l'ho mai detto che sei bellissima, ma quando sorridi con quegli occhi che brillano per me il mio cuore rischia un infarto? >> La sua voce seducente mi fece rabbrividire. Poteva suonare stupida quella frase, ma per una che non era mai stata nemmeno guardata era una delle gioie più belle. 

Scossi la testa ma poi mi accorsi che non aveva notato quel dettaglio. << No. >> Risposi dolce. 

Smise di fare ciò che stava facendo e si avvicinò subito a me. 

Trascinò il mio sgabello vicino a lui e si infilò fra le mie gambe per riuscire ad avere una miglior vicinanza a me. 

Le sue mani passarono fra i miei capelli fino a finire sulle mie guance. 

<< Come diavolo ho fatto a non avertelo detto prima? >> La realtà era che non credevo che lui, oscuro com'era poteva riservare a me parole simili. Se un mese mi avrebbero detto che mi sarei trovata davanti a lui mentre mi guardava con gli occhi brillanti non ci avrei creduto, se mi avessero detto che lui avrebbe riservato a me quelle parole probabilmente avrei riso loro in faccia. 

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