35- Combattere la stessa battaglia

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Pov's Aiden 

Tenevo una sigaretta in bocca e non l'accesi.  Non riuscivo a togliermi dalla testa la sera prima. 

Cristo come potevo dimenticare tutto? 

Il suo viso senza maschere mi ricomparì davanti. Avevamo abbattuto tutte le nostre barriere e ora eravamo di nuovo vulnerabili, deboli come crepe nel muro.

<< Mi prometti che non ti farai più del male? >> Le chiesi in supplica.

Tutto ciò che volevo era che lei fosse felice, e giuro lo sarei stato anch'io se lei lo era; ma sapere che si faceva del male e che si tagliava solo per alleviare per qualche secondo il dolore mi uccideva. 

Lei in risposta alla mia domanda non disse nulla. Tacque incerta di rispondere. Forse era una promessa troppo grande, troppo complicata da mantenere ma dovevo essere certo che lei l'avrebbe mantenuta. 

<< Ti ricordi dei tra desideri? Beh me ne rimanevano due, quindi uno lo userò stasera. Ora me lo prometti? >>

Non poteva dire di no, era uno dei miei desideri non poteva dire di no. 

Annuì piano, e poi subito dopo che ebbe distolto lo sguardo da me mi confermò tutto. 

<< Te lo prometto. >> 

Il mio telefono squillò ancora. Finalmente forse mi aveva richiamato. 

Lo presi controllando che Evelyn non fosse nei dintorni e risposi. 

<< Ci sono novità? >> Chiesi impaziente. 

Dall'altra parte del telefono sentii qualcuno schiarirsi la voce e poi posare dei fogli in modo brusco sul tavolo. 

<< Ci sono terapie che sicuramente la aiuterebbero molto, ma se lei non è d'accordo, se lei non è convinta che vuole farlo al cento per cento non servirà a niente. Deve volerlo o tutto sarà inutile. >> 

Annuii pur sapendo che non l'avrebbe visto. Conoscevo Evelyn abbastanza da dire che se nessuno poteva ordinarle di fare qualcosa che non voleva fare. 

Era testarda. Testarda come pochi, più testarda di me e questo era un problema, lo ammetto, perché non sarei riuscito nemmeno io a convincerla di qualcosa. 

<< Sì, diciamo che sarà un problema. Convincerla non è nella lista delle dieci cose che so fare meglio, ma ci proverò. >> 

Il medico continuò a parlare, parlare e parlare. Non capivo la metà delle cose che diceva. Usava termini troppo sofisticati per il mio vocabolario e sinceramente avevo smesso di ascoltarlo da un po'. 

Era il medico più famoso e professionale che ci fosse. Avevo scelto solo il meglio, ma ora stava davvero diventando troppo ascoltarlo. 

<< Stai partecipando a una riunione noiosa di politica da ricchi o semplicemente fingi di avere qualcuno con cui parlare al telefono? >> 

Mi voltai verso l'entrata di casa e lei era lì. In completo sportivo, con un paio di leggins neri aderenti e un top sportivo che metteva in risalto le sue meravigliose forme che conoscevo molto bene e che mi mancavano. 

I capelli erano legati in una coda e il suo corpo sembrava stanco e un po' sudato. 

Restava sempre bellissima e irresistibile però.  

Allontanai un attimo il telefono dall'orecchio. << Dove sei stata? >> Mi ero svegliato molto presto, anzi non avevo proprio dormito, ma avevo creduto che stesse ancora dormendo come al suo solito. 

Burning in hellDove le storie prendono vita. Scoprilo ora