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In pochi minuti arrivarono polizia, ambulanza e infermieri. Erano tutti così concentrati su Angela e il suo naso che nessuno stava più pattinando. Si sentivano le persone sussurrare continuamente, chiedendosi se Undi fosse impazzita e quanto fosse terribile quello che aveva fatto, come se si fossero dimenticati di quello che Angela aveva fatto solo pochi minuti prima a Undici.
Jonathan e Argyle si fecero strada tra la folla per raggiungerci, con un'espressione preoccupata sul volto.
Undi stava piangendo e tremando mentre le persone attorno a lei la guardavano come se fosse un'assassina. E lo sguardo di Mike non era per niente diverso da quello di tutte le altre persone attorno a noi, come se avesse paura di lei.
A volte mi é successo di chiedermi se Mike avesse mai avuto paura di me, per quello che ero, per quello che sapevo fare. Al momento non potevo fare a meno di immaginarlo guardare me con quell'espressione.
Avevo provato ad avvicinarmi a Undi, per provare a consolarla, ma era così agitata e spaventata che mi aveva respinta.
Salimmo nel furgone di Argyle, lasciando il Rink'O Mania.

«Lo so che è sconvolgente e sembra un casino, ma quella futura reginetta del ballo si rimetterà. Insomma sono solo rotelle di gomma» disse Argyle cercando di far star meglio Undi.
«Plastica» lo corresse Jonathan. «Non é plastica dura, è quella... è quella morbida. Almeno non era pattinaggio sul ghiaccio...»
«Altrimenti il naso glielo avrebbe tagliato di netto, amico! Poteva andare moltooo peggio» commentò Argyle.
Cazzo, non erano nemmeno sobri.
Undi non disse niente, tutto quello che fece durante il tragitto fu rimanere in silenzio e guardare fuori dal finestrino, ignorando tutto e tutti.
La guardai e poi mi voltai verso Mike, che mi stava già guardando. Subito mi voltai dall'altra parte, non avevo voglia di parlare con lui.
Quando rientrammo a casa, sembrava non ci fosse nessuno. Will provò a chiamare sua madre, ma nessuno rispose. Poi entrammo in cucina.
«Bene, bene! Non siete tutti una gioia per gli occhi?» chiese una voce. Nonostante la situazione, non appena l'uomo si voltò, non potei fare a meno di sorridere. Il signor Bauman era qui e stava preparando la cena.
«Ciao Murray!» lo salutò Jonathan alzando una mano.
«A voi piace il risotto?» chiese.
Jonathan ridacchiò per poi rispondere di sì.

A cena Murray si mise a raccontare una storia assurda per giustificare la sua presenza, non la ascoltai nemmeno, ero così persa nei miei pensieri che non mi interessava nemmeno, anche perché era così ovvio che stesse mentendo.
Vederlo mi aveva portato in mente i ricordi dell'ultima volta che lo avevo visto, ovvero quella sera allo Starcourt, quella sera in cui non vidi più Hop tornare.

«Viaggio di lavoro? Quale viaggio di lavoro?» Gridò Will distogliendomi dai miei pensieri.
«Oh mio dio! Mi stavo quasi dimenticando di dirvelo!» si giustificò Joyce. Fantastico, altre bugie. «Allora Jonathan, questo significa che dovrai farti carico di tutto nel mentre»
Jonathan alzò lo sguardo, come se non fosse nemmeno stato qui per tutto questo tempo. «Aspetta, cosa? Cosa succede?»
«Tua madre va in Alaska» rispose Argyle.
«Vai in Alaska? Che succede in Alaska?» chiese ancora più confuso.

«Jonathan, c'è qualcosa che non va?» chiese Joyce.
«É che é stato super stressante oggi. Una ragazza é stata colpita alla testa alla pista di pattinaggio, una ragazza é stata colpita, uno di quei feroci attacchi coi pattini. Lei non sembrava molto grave, se la caverà» farfugliarono Jonathan e Argyle.
«Non stava affatto bene» commentò Mike. Quello fu il punto di rottura di Undici. Spalancò gli occhi, si alzò e se ne andò al piano di sopra.
«Che cazzo ti prende, Mike?» gli sussurrai prima di seguirla, non curandomi di tutti gli altri seduti a tavola. Non feci nemmeno in tempo a raggiungerla che mi chiuse la porta in faccia.
Provai a bussare e ad insistere un paio di volte ma lei mi ignorò, così capì che voleva essere lasciata in pace e me ne andai nella camera degli ospiti in cui avrei passato la notte, da sola.

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(é da tipo due anni che non aggiorno questa storia, mi ero completamente dimenticata della sua esistenza ;-;)

013, mike wheelerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora