Capitolo Ventitre

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Tutto mi sarei aspettato, tranne che vedere Astlyr fuori casa di Madison

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Tutto mi sarei aspettato, tranne che vedere Astlyr fuori casa di Madison. Ero ancora scosso per come erano andate le cose, tanto che mi ero seduto da solo sul divano della rossa e avevo aspettato di calmarmi, poi mi ero preso un bicchiere d’acqua e solo quando ero uscito di casa mi ero reso conto di avere ancora la cerniera abbassata.

E Astlyr era arrivata proprio in quel momento, pensando quasi sicuramente che avessi appena finito di scopare con la rossa. E io mi domandavo cosa cazzo me ne fregasse, quando notai lo sguardo infuocato della principessina.

«Ei, frena.» Le bloccai il passaggio con il mio corpo. «Dove te ne vai così incazzata?»

Lei alzò il viso verso di me, nelle iridi nere lampeggiavano fiamme. «Lasciami passare e fatti i cazzi tuoi, troglodita» sibilò senza arretrare di un passo.

«Uuuh che linguaggio scurrile per una principessa» la presi in giro sperando di placare la sua ira, ma non sembrò funzionare perché mi colpì con uno schiaffo sul petto.

«Fammi passare, subito» intimò. «Lo so che quella stronza e lì dentro a fare chissà cosa con la sua amichetta, e voglio farle vedere cosa cazzo succede quando si fa piangere una mia amica.»

Era completamente fuori di sé, in quelle settimane mai l’avevo vista così arrabbiata, neanche con me.

Se l’avessi fatta passare probabilmente avrebbe fatto irruzione in camera di Madison per uccidere o lei o Lilian e le avrebbe trovate a scopare con Adam. E a quel punto avrebbe voluto uccidere anche lui.

Così feci la prima cosa che mi venne in mente per interrompere quella situazione: la presi di peso e me la caricai sulle spalle, come avevo fatto prima con Madison.

Solo che le situazioni erano completamente diverse e, nonostante ciò, quella con Astlyr sembrava eccitarmi di più.

Cominciò a sbraitare di lasciarla andare e strinsi le sue cosce per impedirmi di darle uno schiaffo sul culo, ero sicuro che mi avrebbe fatto ingoiare tutti i denti se solo avessi osato.

Aprii lo sportello del passeggero della mia auto e la caricai dentro chiudendo lo sportello prima che potesse uscire. Mi precipitai dal mio lato e una volta salito misi la sicura.

Lei provò ad uscire. «Sei un bastardo e un barbaro, questo è un rapimento» urlò. «Fammi uscire, subito.»

Mi voltai verso di lei e aspettai che sciupasse tute le energie. Quando emise un verso esasperato e si lasciò andare sul sedile inclinando la testa all’indietro, osai parlare: «Hai finito?»

Si voltò a guardarmi e se gli occhi avessero potuto uccidere probabilmente sarei morto sul colpo. «Fammi uscire» sibilò, la furia ancora sottopelle.

Folly Beach. Attrazione DivinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora