Capitolo Ventisette

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Chiarii con Adam dopo due ore dal litigio, perché noi eravamo fatti così: fratelli per scelta che come delle bambine non riuscivano a stare senza parlassi troppo a lungo

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Chiarii con Adam dopo due ore dal litigio, perché noi eravamo fatti così: fratelli per scelta che come delle bambine non riuscivano a stare senza parlassi troppo a lungo.

Erano passati quattro giorni dopo la sfuriata degli amici di Adam, quattro giorni che non vedevo Astlyr, o almeno l’avevo vista da lontano con quel coglione di Nate.

Quella sera eravamo in spiaggia che era adibita a parco divertimenti, con tanto di giostre e dolciumi.

Individuai subito Astlyr come se la sua presenza mi calamitasse. Era davanti la bancarella dello zucchero filato con le sue amiche e Nate che la abbracciava da dietro. Mi venne voglia di staccargli entrambe le braccia.

«Che ti prende?» mi chiese Blake.

Non smisi di guardare quella scenetta patetica, non riuscivo a comprendere come una come lei potesse accontentarsi degli scarti di un’altra ragazza. Astlyr meritava molto di più, ed ero perfettamente consapevo che quel “di più” non ero di certo io che ero un gran coglione e vivevo una vita sregolata.

Ma ero un bastardo, no? Quindi avevo deciso di fottermene e prendermela lo stesso.

«Succede che mi aiuterai, caro il mio Blake» il mio tono era quasi una minaccia.

Il mio amico scosse la testa. «Quando dici così non succede mai niente di buono.»

Subito pensai ai nostri problemi lasciati a Los Angeles, non avevo neanche chiesto a Adam cosa gli avessero detto le nostre conoscenze della città degli angeli l’ultima volta che avevano chiamato. Il senso di colpa, ormai mio grande amico, mi strisciò addosso come un serpente. Avevo messo i miei migliori amici dentro quella situazione del cazzo e l’unica soluzione che avevo trovato era stata quella di scappare via dal problema, piuttosto che trovare una vera soluzione.

«Cosa devo fare?» Blake mi riportò alla realtà.

Adam era sceso con noi in spiaggia e in quel momento stava parlando con Jade, o almeno ci stava provando, visto che lei gli voltava le spalle ogni volta che lui le si avvicinava.

Almeno quello avrebbe distratto il mio amico da ciò che volevo fare.

Notai che Astlyr e Nate si allontanavano dal gruppo e andavano verso la ruota panoramica. E allora mi venne un’idea, che a solo pensarla mi fece rizzare i peli sul collo. Ma l’avrei fatto comunque, nonostante il terrore mi stesse corrodendo l’intestino.

«Devi distrarre quel damerino.» Indicai con un cenno della testa il punto in cui si erano fermati Nate e Astlyr, proprio sotto la ruota.

«El, ricordi cosa ha detto Adam?» chiese retoricamente Blake.

Mi voltai solo in quel momento a guardarlo, i suoi tratti orientali erano corrucciati in un’espressione preoccupata. «Sì, lo ricordo, e ho deciso che non me ne fotte un cazzo.»

«Ci sono mille ragazze, perché proprio lei?» domandò ancora il mio amico.

Già, perché proprio lei?

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