Capitolo Due

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Pagai il taxista molto più di quello che gli dovevo e gli dissi di tenere il resto, quello si offrì addirittura di portare la mia valigia dentro, ma rifiutai e con una sigaretta accesa mi fermai nel viale della villa

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Pagai il taxista molto più di quello che gli dovevo e gli dissi di tenere il resto, quello si offrì addirittura di portare la mia valigia dentro, ma rifiutai e con una sigaretta accesa mi fermai nel viale della villa.

Cazzo se era grande. Ci entrava tanta di quella gente che finché i miei genitori non mi avrebbero raggiunto avrei invitato tutta Folly Beach.

Avevano detto loro che dovevo farmi degli amici, no?

E io avevo tutta l'intenzione di farmi quanti più amici possibile, soprattutto quante più amiche possibile.

Osservai la Mustang nuova di zecca parcheggiata proprio lì davanti e mi immaginai già scendere in spiaggia con quella meraviglia.

Senza curarmi del fumo che usciva dalla mia bocca, oltrepassai l'uscio e rimasi a guardare le scale in parquet che portavano ai piani superiori. Il salotto aveva un televisore a schermo piatto grande quanto una parete e nel lato opposto, ovviamente, una libreria, da far invidia alla biblioteca del Trinity College a Dublino. Ma d'altronde, se uno scrittore e un'editrice si sposavano, era quello il risultato.

A me non dispiaceva essere nato tra i libri, amavo leggere, soprattutto di storia norrena, ma tutti quei testi mi ricordavano quanto i miei genitori avessero lottato per raggiungere i loro obiettivi, mentre io non facevo altro che rimanere indietro.

«Porca troia!» La voce di Blake mi fece abbandonare quei pensieri.

Mi voltai e vidi il mio amico dai tratti asiatici, in canottiera e shorts, entrare in casa accompagnato da Adam che con un luccichio divertito negli occhi prese a guardare prima me e poi le due ragazze dietro di loro. Una bionda e una rossa che sembravano uscite da una rivista di moda.

Il mio sorriso si allargò. «Benvenuti a villa Amery» esordii allargando le braccia.

«È anche più grande di quella di Adam!» esclamò Blake dandomi una pacca sulla spalla.

«Finalmente sei arrivato, brutto bastardo!» Adam mi abbracciò, ma io lo stritolai, il suo fisico era si allenato, ma molto più asciutto del mio.

«Se non ti dispiace ho portato due persone.» Indicò con la mano le due strafighe.

Quelle mi stavano già entrambe mangiando con gli occhi e si scambiarono tra di loro un sorriso complice.

Guardai Adam con un sopracciglio alzato e quello sguardo bastò a farmi capire tutto.

Squadrai prima la biondina e poi la rossa e rischiai di avere un'erezione mentre allungavo la mano per presentarmi. «Sono Elijah Amery.»

Folly Beach. Attrazione DivinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora