Capitolo Quattordici

275 22 7
                                    

Kate me l’avrebbe pagata

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Kate me l’avrebbe pagata.

La cosa assurda era che quella stronza altezzosa avrebbe potuto dirmi i suoi piani e io avrei accettato, mi sarei goduto meglio il viso scioccato della principessina e soprattutto quello del suo ragazzo che in qual momento, mentre mi dirigevo al centro della sala con la mano guantata di Astlyr chiusa nella mia, mi guardava come se volesse uccidermi.

E nonostante volessi andare via da quello stupido ballo e umiliare Kate, decisi di poggiare una mano sulla base della schiena di Astlyr e guardare Nate indossando il mio sorriso da bastardo. Mi resi conto che andando via, l’unica umiliata sarebbe stata Astlyr e non volevo darla vinta alla biondina che mi aveva fregato.

La musica partì e i miei piedi si mossero a tempo, senza sbagliare un passo: ero un tipo che imparava in fretta. Le note suonavano una canzone di Taylor Swift però con solo violino e pianoforte, rigorosamente dal vivo. Probabilmente si sentivano tutti in Bridgerton.

«Scommetto che ti stai divertendo.»

La voce di Astlyr mi fece riportare l’attenzione su di lei. La feci volteggiare una volta per poi riprenderla in una stretta salda, i nostri corpi si sfioravano. Il suo profumo sapeva di frutta estiva, gelsomino e muschio bianco che sulla sua pelle risaltavano in modo quasi inebriante.

«Mai quanto te, principessa» la provocai. «Scommetto che sogni la notte balli come questi. A mezzanotte l’incantesimo finisce?»

«Tu non hai idea di cosa sogno la notte.» Sgranò gli occhi neri per la sua stessa risposta.

Io dovetti trattenermi dallo scoppiare a ridere, i miei occhi divennero due fari maliziosi e mi accostai al suo orecchio per sussurrarle: «Sorprendimi, Mulan.»

«Sono Cenerentola o Mulan?» cambiò discorso, scostando il viso dal mio. «Deciditi, troglodita, c’è una sostanziale differenza tra le due» rispondeva sempre a tono con quella voce saccente che mi irritava l’epidermide con piccoli brividi.

«Tu chi preferiresti essere?» Guardai prima i suoi occhi neri imperscrutabili, poi i suoi capelli corti. «Come mai questo taglio?» Neanche io sapevo bene perché stessi facendo quella domanda.

Astlyr non mi degnò di una singola emozione, avvicinò lei questa volta la sua bocca al mio orecchio. «L’ultima volta che ho controllato, dovevi farti i cazzi tuoi, troglodita.»

Dovetti mordermi il labbro inferiore per non ridere, o per non affondare i miei denti nel suo lobo.

Ma cosa cazzo stavo pensando? Era solo una ragazzina viziata, e io preferivo quelle più esperte.

«Ti chiami Amery?» chiese a bruciapelo facendomi inarcare le sopracciglia.

«Sì, qualche problema con il mio cognome?»

Lei scosse la testa, si vedeva quanto fosse irritata da tutta quella situazione. «È un cognome molto conosciuto.» La vidi mordersi il labbro carnoso. «Che lavoro fa tuo padre?»

Folly Beach. Attrazione DivinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora