L’avevo quasi baciata.
Di nuovo.
Ma che cazzo mi prendeva? Io frequentavo ragazze come Madison, stavo molto attento a tenere a distanza le principessine come Astlyr che poi si aspettavano sempre qualcosa di serio. Me la sarei scopata senza pensarci due volte, se non per la tensione che c’era tra di noi, solo per andare contro ciò che diceva Adam e per fare sbiellare quel coglione di Nate. Ma sapevo come andavano queste storie: mi avrebbe voluto tutto per sé, mi avrebbe richiuso in una gabbia e costretto a giurarle amore eterno. E io non volevo niente di tutto ciò.
Le sue cazzo di labbra, il suo cazzo di profumo, quel culo da urlo fasciato da quei pantaloncini striminziti che per tutta l’ora in cui l’avevo aiutata a sistemare casa avevo avuto voglia di strappare. Non era passato neanche un mese e quella ragazzina mi stava fottendo il cervello.
Feci il giro lungo per arrivare a casa mia, mi beai della vista dell’oceano, di quel tratto di costa che faceva invidia a Los Angeles stessa. Se avessi avuto un minimo di cervello, se non avessi avuto qualcosa che non andava, avrei goduto di ogni attimo, senza mettermi nei casini, facendo felici i miei genitori e senza essere una delusione per le persone più buone che esistevano al mondo.
Ero il simbolo fatto carne e ossa del cattivo ragazzo, che beveva, si faceva di qualunque cosa, o quasi, scopava con quante più ragazze possibili, faceva a pugni alla prima occasione e tante altre cazzate che era impossibile contarle ormai.
Ma a differenza che nei film o nei libri, non avevo qualche trauma passato che mi aveva fatto diventare la persona di merda che ero. La mia famiglia mi amava, nonostante entrambi lavorassero tanto, non mi avevano mai fatto mancare niente, neanche quando ero piccolo e non stavamo benissimo economicamente, ma soprattutto in termini di affetto, di presenza e stabilità.
Quindi no, non ero un cliché del ragazzo ricco che fa cazzate perché i suoi genitori non si curavano di lui, o aveva qualche scheletro nel cassetto del suo passato.
Ero solo un coglione, che stava prendendo la sua vita e la stava buttando nel cesso, perché scendere a patti con la realtà, ovvero non avere nessun talento speciale e non essere mai all’altezza dei propri genitori, significava impegnarsi con il rischio di fallire. E con due genitori che non avevano mai fallito, io preferivo non impegnarmi e sotterrare le aspettative loro, mie e di chiunque mi conoscesse.
Ripresi a camminare verso casa, il pensiero di Astlyr sempre un punto fisso nella mia mente. Forse era stato il nome ad attirare la mia attenzione, quel nome particolare di origini norrene, che, per uno come me che amava quella cultura, mi aveva attratto fin da quando lo avevo sentito. O forse era il suo tenermi testa, mandarmi a fanculo senza pensarci due volte e non scattare quando parlavo, non cadere ai miei piedi. Forse mi stavano annoiando le cose semplici e volevo qualcosa di più stimolante.
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Folly Beach. Attrazione Divina
Romance"Ciao, principessa. Ti sono mancato?" "Direi proprio di no. E non chiamarmi in quel modo." "Sai, principessa, se c'è una cosa che mi fa giare le palle sono le bugie." Astlyr Relish ha 17 anni e vive a New York con il padre. Come ogni estate, quando...