Capitolo Ventisei

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Rimasi come un coglione a guardare Astlyr che andava via

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Rimasi come un coglione a guardare Astlyr che andava via.

Via da me.

Il disprezzo con il quale mi aveva guardato, invece di essermi indifferente, mi aveva dato una stilettata al petto.

Non avevo idea di quello che era successo anni prima al fratello di Correy. Blake mi aggiornò in fretta, dicendomi che i ragazzi lo avevano trovato morto nel capanno e da allora erano stati ben lontani da chiunque usasse qualsiasi tipo di droga.

Mi attraversò un brivido al pensiero dei casini in cui eravamo io e i miei amici, il motivo che ci aveva portati a Folly Beach quell’estate.

«Sei un coglione» dissi a Adam quando tutti se ne furono andati.

«Non rompermi i coglioni anche tu, Elijah, non ne hai il diritto» rispose brusco.

«Tu non ci hai mai detto niente di questa storia» lo incalzai. «E ti metti a sniffare davanti a loro? Come credi che reagiscono?»

«Ti ho detto di non rompermi i coglioni» sbraitò lui. «Non sai un cazzo e non mi faccio fare la morale da te.» Salii sul sedile posteriore della mia auto e sbatté lo sportello. «Accompagnami a casa.»

«Ma vaffanculo, Adam!» Lanciai le chiavi a Blake. «Riportalo tu.»

I miei amici si guardano increduli, perché non facevo mai portare le mie auto a nessuno.

Ma avevo bisogno di fare una passeggiata e schiarirmi le idee. La cosa che mi mandava più in bestia era che Adam si comportava in quel modo perché stava malissimo e io non me ne ero mai accorto.

Ero proprio un amico di merda.

Mi faceva incazzare anche il modo in cui mi aveva trattato Astlyr, come se fossi la peggiore feccia. Il problema era che forse aveva ragione.

Senza rendermene conto mi ritrovai davanti casa sua. Decisi di andarle a parlare, ma mi bloccai quando notai che stava parlando davanti alla porta con Nate.

Quando si abbracciarono e lui la baciò, dovetti trattenermi per non andare a prenderlo a schiaffi. Avrei trovato un altro modo per averla.

Prima che riuscissi a entrare in casa, incazzata nera con il mondo, Nate mi chiamò e mi fermai sull’uscio della porta

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Prima che riuscissi a entrare in casa, incazzata nera con il mondo, Nate mi chiamò e mi fermai sull’uscio della porta.

«Come stai?» mi chiese.

Scossi la testa. «Come stai tu suppongo.»

Quella era una cicatrice che condividevamo.

«Ast, mi dispiace tanto, proverò a parlare con Adam.» Mi accarezzò il braccio e avevo solo voglia di farmi abbracciare da lui e dimenticare tutto il resto. Volevo che le cose fossero semplici, che non fossi attratta da un coglione troglodita come Elijah.

Non riuscivo a levarmi dalla testa il modo in cui mi aveva guardata, come se lo avessi colpito con le mie parole.

A lui non gliene frega niente di me

«Mi dispiace anche per come è andata tra di noi.» Nate riportò la mia attenzione su di lui. «Non vedo più Kate, penso solo a te, a noi.»

E avrei voluto urlargli che non c’era nessun noi, come avevo fatto con Elijah.

Come se lo avessi evocato con i pensieri, il troglodita apparve oltre il cancello aperto di casa mia.

Nate mi prese la mano e ne accarezzò il dorso. «So di averti ferita, e mi sento uno schifo per questo, ma mi piacerebbe se mi dessi un’altra possibilità.»

Forse dovevo fare proprio quello, perdonare Nate, dargli un’altra possibilità e godermi la mia estate con il ragazzo che volevo da anni.

Mi limitai ad annuire e Nate mi abbracciò, e io mi lasciai cullare dal suo tocco delicato, mai rude. Ignorai il fatto che le farfalle sembravano morte nel mio stomaco e quando Nate poggiò le sue labbra sulle mie mi lasciai baciare.

Quando interruppi il bacio, guardai oltre le spalle di Nate, e di nuovo quel senso di delusione mi pervase: Elijah era sparito.

Spazio autrice ✨

Buongiorno readers del mio cuore ❤️

Elijah ormai sta sotto un treno 👀

Fatemi sapere cosa ne pensate dle capito e se vi è piaciuto lasciate una stellina ✨

Ci vediamo venerdì con Folly Beach 😎

Vi ricordo che mi trovate su:

Ig: lacasa_deilibri_ms
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