Capitolo 33

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[🔴 war is over, ragazze]


-Juliette

Vi ucciderò.

Queste erano state le ultime parole di avvertimento da parte sua.
Vidi la sua bocca muoversi ancora, ma non riuscii a captare nulla di ciò che stava mormorando perché, all'improvviso, mi sentii venir meno, cedendo sul pavimento ghiacciato e lurido.

Il buio più totale mi fece compagnia per poco, però. Ricordi del passato inziarono a prendere vita nella mia mente, più confusi che mai.

"Ma così morirà!"

Udii la voce tremolante della me bambina, terrorizzata.

"E cosa importa? Fallo e basta!"

Urlò di nuovo, così indietreggiai fino a sbattere contro il muro e rimanere completamente in silenzio.

"No!"

Urlai di rimando, determinata a vincere quella battaglia.

Provai un estremo bisogno di gridare, ma non ci riuscii perché la mia bocca, in realtà, era serrata e non ero nemmeno vigile.

"Ascoltalo, Juliette. Ti prometto che starò bene"

Sussurrò appena, tant'è che feci fatica a sentirlo. Ma mi bastò quel poco per capire che mi stava rassicurando affinchè potesse convincermi e facessi ciò che quell'uomo mi aveva ordinato.

"Io... non..."

Sempre più impaurita, cercai una via di fuga per entrambi, passando in rassegna con gli occhi l'intera stanza. Tutte le porte, però, erano chiuse a chiave. E comunque vi era lui, che mi stava sbarrando la strada per non farmi scappare via. Eravamo in trappola, come ogni fottuto giorno che passavamo lì. Lui più di me.

"Fidati di me, va bene? Ti fidi di me, Juliette?"

Mi fidavo solo di due persone: mio fratello e il mio migliore amico.
Nessun altro. Perciò rimasi in assoluto silenzio.

Intanto, lui trovò i miei occhi e li aggrappò ai suoi, così da poter comunicare con me attraverso il pensiero.

Abbassai lo sguardo.

"Guardami..."

"Non farò nulla"

"Sì, invece. Sai come finirà se non lo farai"

"Anche se lo farò, finirà comunque in quel modo"

E di nuovo era tutto mescolato.
Passai da un ricordo ad un altro, fino ad arrivare all'ultimo.

Una persona che urlava disperatamente, ma non riuscii a capire se si trattasse di me o di qualcun altro. L'unica cosa certa era che, come la prima volta, la mia anima ne rimase straziata.

"Mi senti? Per favore, svegliati!"

Quel pianto tormentato crebbe ancora di più dentro la mia testa e mi sentii raggelare il sangue, oltre che scoppiare.

_________

Mi svegliai di soprassalto e annaspai, in cerca di aria come se fossi stata in apnea per un tempo indecifrabile.

Portai una mano sul petto mentre tossivo.

"Juliette, tesoro? Ti senti bene?"

Sentii la voce di mia madre, nonostante la percepii piuttosto ovattata, mentre lei stessa mi scuoteva dalle spalle.

Even in the scars | Mattheo Riddle    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora