Capitolo 36

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-Juliette

"Quindi? Hai deciso dove organizzare la festa?"

Sentii mio fratello domandare ciò a Pansy, mentre ero persa nei miei pensieri, provando a trovare una spiegazione a ciò che Mattheo mi aveva detto.

Forse ci stavo pensando troppo.
Forse era meglio lasciar perdere e accettare il fatto che, ormai, il tempo ci aveva divisi, giorno dopo giorno. Minuto dopo minuto.

Che non ci sarebbe stato più un noi a cui credere.
A cui potermi aggrappare la notte, negli incubi.

Ma i miei occhi si spostarono da soli su di lui, distogliendo l'attenzione dalle pagine di storia della magia che avrei dovuto studiare per quello stesso giorno, ma che non avevo fatto poiché non ero riuscita a concentrarmi.
Così mi ero ridotta a dover provare, perlomeno, a memorizzare qualche parola in vista della verifica che ci sarebbe stata due ore dopo.

L'osservai, intento a scrivere chissà cosa su quel suo diario nero in pelle. Anche se, come al solito, sembrava più che stesse disegnando.

A quattordici anni, mi ero intrufolata di nascosto nella sua stanza, ma in effetti non avrei saputo dire neanch'io il perché. Probabilmente era solo il fatto che sentivo la sua mancanza sempre di più.

In ogni caso, avevo ritrovato, poggiato sul letto, un vecchio disegno, fatto interamente a matita da lui stesso. Raffigurava un piccolo laghetto, dove, solitamente, andavamo a giocare da piccoli. E c'ero io, poco distante dalla riva, che tenevo fra le mani una ranocchia.

Riddle l'aveva chiamata con il mio nome, così come aveva nominato Juliette anche un peluche proprio a forma di ranocchia che mi era stato regalato da Draco per il mio sesto compleanno.

Mi chiedevo cosa ci vedesse di così simile fra me e le rane.

"Manca ancora qualche settimana, ma pensavo su alla torre di astronomia"

Rispose la mia amica, ma, di nuovo, ero troppo attenta a ciò che stava facendo quel ricciolino per sentire la domanda che mi rivolse lei stessa l'attimo dopo.
E l'attimo dopo ancora.
Fin quando, dal momento che aveva alzato un pò troppo la voce, sussultai.

"Ehm... cosa?"

"Pansy ti ha chiesto cosa ne pensi, più di due volte"

Facendo finta di nulla, ripresi a sottolineare le pagine assegnate, non prestando poi davvero così tanta attenzione a quello che vi era scritto sopra.

"Riguardo a cosa?"

Mormorai.
Con la coda dell'occhio, mi accorsi che anche lui aveva smesso di fare qualunque cosa stesse facendo e ci stava guardando, incuriosito.

"Ma davvero, Juliette? È da un'ora che non smette di parlarne"

Mi rimproverò Draco con voce severa.
Questa era la prima volta che parlavamo dopo che lui era entrato di fretta e furia in sala comune, per poi scappare via, il giorno prima.
E non avevo intenzione di dirgli nulla. Era ovvio che lui c'entrasse qualcosa con il cambio d'umore improvviso di Mattheo.

"Scusami, Pansy, mi ero solo distratta un attimo. Ti ascolto"

Le rivolsi un piccolo sorriso, il più convincente che potessi fare, mentre combattevo contro tutta me stessa affianchè gli occhi non mi si riempissero di lacrime.

"Non importa, davvero. Sai già tutto"

La sua voce dolce mi rassicurò un pò. Si alzò dal divano su cui era seduta, vicino a mio fratello, e mi raggiunse.
Le feci spazio sulla poltrona, così che potesse sistemarsi.

Even in the scars | Mattheo Riddle    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora