Capitolo 19

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-Juliette 

Ero riuscita finalmente ad alzarmi dal letto senza provare troppo dolore alla caviglia.
La pomata di Madama Chips stava facendo effetto.

Camminai lungo la riva del lago nero, incantata dall'alba che pian piano si faceva strada nel cielo.

Il cielo. I tramonti. L'alba. Le nuvole. Le stelle. La pioggia. Il vento. Tutto mi faceva sentire viva. E me stessa.
Amavo soprattutto stare ore ad osservare le stelle, la notte. Fra tutte, una più luminosa delle altre.

Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino.

È questa la strada che ti porta all'isola che non c'è.
Un posto dove tutti posso essere felici, sentirsi loro stessi senza venire giudicati, vedere i colori del mondo, sognare ad occhi aperti. Non aver paura di nulla.
Ecco cosa significa ricercare la propria isola che non c'è in qualcuno: trovare la metà della propria anima. Quella metà che non ti fa sentire sbagliata e gioisce con te dei tuoi successi. L'anima che ti fa sentire amata per davvero.

Sentii qualcosa, o meglio qualcuno, sbattere contro la mia schiena, allora mi girai di scatto.
Rimasi immobile dinanzi a Fierobecco, che si era appena accovacciato dinanzi a me.
Girai la testa a destra e a sinistra in cerca di Hagrid, ma non c'era nessuno.

"Cosa ci fai qui tutto solo, Fierobecco? È ancora presto"

Mormorai con voce dolce, avvicinandomi con cautela. Allungai lentamente la mano, insicura.
Abbassò il capo, lasciandosi accarezzare.

"Dovevi inchinarti, prima"

Sussultai sentendo la voce di Theodore. Si avvicinò a me, intanto che io ripresi ad accarezzare l'ippogrifo. Posò le mani sulla mia vita.

"Mi dici che cazzo ti prende? Sembra che non ti importi nulla di me"

Gli dissi con tono freddo, voltandomi verso di lui.
Di nuovo. Mi venne di nuovo in mente l'idea che, in realtà, si stesse solamente approfittando di me.
Scacciai, però, subito quel pensiero. 

"Ma certo che mi importa di te, Juliette. Sono solo stato impegnato, tutto qui. Come stai, oggi?"

Mi staccai e andai di nuovo da Fierobecco. Non faceva così paura come pensavo all'inizio.

"Meglio, la caviglia non fa quasi più male"

Mattheo, per una volta, aveva avuto ragione: stare a letto a riposo era stato efficace.

Mi diede un bacio sulla guancia, ma ciò mi infastidì.

"Theodore, io ti piaccio sul serio?"

Smisi definitivamente di coccolare Fierobecco e concessi tutta la mia attenzione al mio ragazzo, che mi guardava stranito.

Ti spezzerà il cuore

Impossibile. Lo diceva solo per farmi del male.
D'altronde, dopo avermi trattata così di merda nonostante io gli avessi dato il mondo perché avrebbe dovuto darmi un consiglio?

In risposta, Theodore avanzò di nuovo e mi baciò. Stavolta non mi opposi.


**** 

Ero rientrata in camera da un bel pò, ormai, ma non me la sentivo comunque di andare a lezione.
Stavo studiando, seduta sul letto.

"Non ti rendi conto di quanto tu ti stia comportando da stupida, Juliette"

Mi disse d'un tratto Riddle. Alzai la testa, completamente confusa dalle sue parole.

Even in the scars | Mattheo Riddle    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora