Capitolo 23

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-Mattheo 

Mi svegliai a causa della pulce fastidiosa, che non la smetteva di muoversi. Confuso, mi guardai attorno per un attimo, fin quando non la trovai rannicchiata nel lato opposto al mio.

Mi avvicinai con cautela, facendo attenzione a non svegliarla per non farla spaventare ancora di più di quanto già non fosse.
Tremava e, piangendo, si lamentava appena. Delicatamente, le spostai i capelli dal viso, poi le feci una carezza sulla guancia.

"Va tutto bene, pulce"

Sussurrai poggiando una mano sul suo addome e attirandola a me. Allora si girò, mettendo le mani sul mio petto.
Sussultai appena, non più abituato ad averla così vicina... al suo tocco.

E tutta quella dolcezza non mi apparteneva. Non ero io.
Ma lei era pur sempre Juliette. Quella bambina che, tanto tempo prima, mi aveva fatto capire che, anche in mezzo alla tempesta, ci sarà sempre uno spiraglio di luce.

Mentre, il giorno prima, mi raccontava ciò che quel bastardo le aveva fatto, sentivo la rabbia crescere sempre di più dentro di me. Ad ogni singola parola.
Non vedevo l'ora di uscire da quella stanza e spaccargli la faccia.

"È successo di nuovo..."

Bisbigliò lei con voce tremante, ancora in dormiveglia.
Chiusi per un attimo gli occhi, provando a scacciare via quel senso di oppressione nel petto che non voleva lasciarmi da ore.

"No, pulce. Era solo un incubo. Non devi preoccuparti di lui, ci penserò io"

Tenni la voce bassa affinchè non si svegliasse del tutto e potesse riprendere sonno facilmente. Draco mi aveva detto più volte che faceva fatica ad addormentarsi.

"Non fare cazzate, Riddle"

Sorrisi a malapena nel sentir ritornare la vera Juliette. Scossi la testa, ma sapevo bene di star mentendo.
Ripeto: non vedevo l'ora di spaccargli la faccia.

Dopo poco la pulce si addormentò e, nonostante fosse ormai mattina, seppur ancora presto, rimasi comunque accanto a lei affinchè si sentisse al sicuro.

________ 

(Dopo qualche ora)   

Uscii dalla doccia e mi avvolsi un'asciugamano alla vita.
Prima di tornare in camera, poggiai le mani sul bordo del lavello, tenendomi su con gli avambracci, e abbassai il capo.

Speravo che la doccia e il getto d'acqua fredda potessero aiutarmi a sbollire la rabbia che provavo, ma, spoiler: ero più incazzato di prima.

"Cazzo! Io non-"

Urlò Juliette, facendomi sussultare.
Era così rossa in viso che mi trattenni dallo scoppiare a ridere.

"Non pensavo ci fossi tu, io... credevo che fossi... fa niente, okay?"

Balbettò ancora.
Fece per andarsene, ma la raggiunsi in pochi passi, così si fermò. Continuò comunque a darmi le spalle.

"Ti metto in soggezione, pulce?"

Mormorai, abbassando il capo per arrivare alla sua altezza. Era poco più bassa di me.
Si irrigidì quando le sfiorai la spalla con le labbra.

"Tu? Mettermi in soggezione? Ma smettila, Riddle"

Si mise subito sulla difensiva, come sempre d'altronde, ma la sua voce diceva ben tutt'altro.
Mi piaceva provocarla. Era divertente.

"Si è visto, Juliette"

Sbuffò appena, per poi spingere giù la maniglia della porta ed uscire dal bagno. La seguii.
Ancora imbarazzata, fece finta di rifare il letto. Ridacchiai, ma poco dopo lasciai spazio ai miei pensieri, mettendo da parte l'orgoglio.

Even in the scars | Mattheo Riddle    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora