Capitolo 2

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-Juliette 

Finalmente tornammo a casa.

Quando mio padre aprì la porta mi precipitai di sopra, in camera mia, senza dar conto a nessuno nè ascoltare mio padre che cercava di richiamare la mia attenzione per spiegarmi tutto. 

Mi buttai sul letto. Scoppiai a piangere dopo poco.

Entrò Draco, chiuse la porta e venne a sedersi affianco a me. Senza dirmi nulla mi abbracciò. 

"Non ne sapevo nulla, Ju, sennò te lo avrei detto"

Sussurrò con voce dolce. Lo abbracciai anch'io.

"Lo so, Draco"

"Non pensavo finisse così, ma magari ti troverai bene con Mattheo... quando smetterete di litigare"

"Non ci siamo più visti per anni, e poi ormai siamo cresciuti, dubito che ci scambieremo anche solo una parola. Non che la cosa mi dispiaccia, comunque"

"All'inizio sarà difficile, ma sicuramente poi tutto cambierà, vedrai"

"Non voglio stare con lui"

Entrò nostra madre.
Bene... mancava solo papà a farmi la ramanzina.

"Hai esagerato, Juliette. Ma come ti è saltato in mente di andare contro al Signore oscuro e di porti in quel modo!? Tu ti sposerai con Mattheo, ormai è stato deciso"

La ignorai; non mi importava nulla delle sue stupide parole... non mi era mai importato.

Rimasi fra le braccia di Draco a piangere e lui provò ancora a consolarmi.

"Guai a te se ti ribellerai ancora un'altra volta, Juliette!"

Mi sarei ribellata per sempre. Nessuno aveva il potere di decidere per me.

"Narcissa, abbassa la voce"

Ed ecco anche mio padre.
Sbuffai e mi strinsi di più a mio fratello, come quando eravamo bambini e i nostri genitori mi rimproveravano.

"Potevate almeno dirmelo"

Mormorai.

"È stata una decisione improvvisa e che ti piaccia o no dovrai rispettarla"

Disse quest'ultimo.
Certo, come no.

"Voldemort ha detto il contrario però"
Sussurrai appena prima di inziare a singhiozzare a causa del pianto. Draco mi intimò di stare zitta.

"Uscite tutti..."

Sibilai, ma nessuno mi ascoltò.

"Uscite tutti, cazzo!"

Sbottai furiosa, al limite della pazienza.

Mi staccai da Draco e guardai i miei. Mia mamma abbassò lo sguardo, mio padre invece era arrabbiato.
Ero io quella delusa e incazzata, non lui.

Poco dopo finalmente uscirono da camera mia, compreso mio fratello.

Sospirai mentre mi asciugavo le lacrime.

L'indomani sarebbe stato il giorno peggiore di sempre.
Non volevo inziare una nuova vita, figuriamoci con Riddle. Soprattutto, non volevo andare in quella scuola... tutto quello che sapevo sulla magia mi era stato insegnato da Voldemort quando ero solo una bambina e mi divertivo ancora a giocare a nascondino con suo figlio.
Sorrisi leggermente ricordando ciò.

Mattheo, negli ultimi anni, era diventato un narcisista del cazzo.

Non mi sarei mai trovata bene con lui. Mai. Ne ero più che sicura.

Ripresi a piangere disperatamente, intanto stringevo forte il cuscino per avere un pò di conforto.

Inziò a piovere, un tuono si fece eco nel cielo, seguito da un lampo. Il mio pianto aumentò. La luce andava e veniva. Singhiozzai. Affondai le unghia nella federa candida del cuscino che tenevo ancora stretto a me.
La lampadina si fulminò, facendomi sussultare.

Non sapevo controllare bene la mia magia e quando stavo troppo male accadeva questo: tutto attorno a me assumeva il mio stesso stato d'animo.

Forse ciò accadeva perché l'unica cosa che il Signore oscuro mi aveva insegnato era "distruggere" e non controllare me stessa, il mio potere.

"Vaffanculo"

Sibilai.

Vaffanculo.

Even in the scars | Mattheo Riddle    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora