Capitolo 41

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-Mattheo

Aprii appena gli occhi, avvertendo subito le tempie pulsare.
Non vedevo nulla. La mia vista era completamente offuscata.

E, poi, la luce.

Correvo in mezzo al bosco. La notte era ormai vicina, così come il rumore di passi, il fruscio delle foglie che, una volta calpestate, si accartocciano su loro stesse. Era orribile e terrificante.  

"Corri, Juliette! Corri!"

Strillai, ma non ce la facevo più neanch'io. Ero stanco e il fiato, ormai, era diventato troppo corto per correre più velocemente.

Non mi ero reso conto di essermi allontanato così tanto da lei, quindi mi fermai per aspettarla, sentendomi terribilmente in colpa. Quando mi raggiunse, pochi secondi dopo, ci voltammo all'unisono.

Era una prova, lo sapevamo bene.
Un cazzo di test.

"Non possiamo fallire. Dobbiamo scappare"

Mormorai vicino al suo orecchio, poi le afferrai la mano e ricominciai a correre.
Fu costretta a seguirmi.

Il tempo stringeva e il pericolo era sempre più vicino. 

Desideravo solamente fuggire lontano, in uno di quei mondi che sembravano così perfetti, appartenenti alle storie che le raccontavo affinchè dormisse serena, quando, dopo una giornata passata fra torture e pianti, non aveva più le forze per tornare a casa sua e si abbandonava sul mio letto.

Nessuno veniva mai a cercarla.

Sua padre era sempre a lavoro e per sua madre tutto questo era giusto. Solo così avrebbe imparato a prendersi per davvero cura di sé stessa da sola, anche se aveva solo undici anni.
Per Draco, invece, era stata presa una decisione diversa: avrebbe studiato alla più prestigiosa scuola di magia e avrebbe avuto una vita perfetta.

Lo invidiava, me lo diceva sempre. Anch'io lo invidiavo da morire, dal momento che non riuscivo minimamente a comprendere perché, allora, non saremmo potuti andare con lui.

C'era qualcosa di così diverso fra noi e lui? 
Perché lui si e noi no? 

In ogni caso, non mi ero mai permesso di chiederlo, tanto conoscevo già la risposta: "Avete tanto potere. Non potete specarlo andando in quella scuola". Il Signore Oscuro in persona -nonché mio padre- doveva occuparsi della nostra disciplina e del nostro apprendimento.

Solo che io, alla fine, in quella scuola riuscii ad andare, a differenza della mia migliore amica.

Portai immediatamente una mano sulla bocca per attutire il mio urlo di paura nell'esatto momento in cui realizzai che non avevamo più scampo. Erano esattamente ad un passo da noi.

Mi voltai ancora e li vidi; così maestosi ed alti, con indosso le vesti grigie, logore e lacerate. Tremai di riflesso

L'attirai più vicino a me e velocizzammo il passo. Per poco non rovinammo al suolo. 

Riuscimmo a seminarli, anche se di poco.
In fretta e furia ci arrampicammo sulla nostra casetta sull'albero ma, quando, finalmente, arrivammo in cima, il tessuto della mia maglia si impigliò in una vite.

"Juliette, aiutami!"

"Ci sto provando!"

Sbottò in risposta, continuando a strattonare la maglia.

Even in the scars | Mattheo Riddle    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora