Capitolo 13

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-Mattheo 

Mi trovavo in camera già da un pò.
Aprii la finestra, l'odore del fumo dava fastidio alla pulce.

A proposito di quella lì. Dormiva ancora beata e avrei fatto bene a svegliarla per non avere un altro rimprovero da parte sua, ma sapevo dei suoi problemi a prendere sonno. Perciò la lasciai in pace ancora per un pò.

Andai a fare la doccia e, quando tornai in stanza, la chiamai.

"Ma perché devi essere sempre tu a svegliarmi? La tua voce di prima mattina è la cosa più fastidiosa del mondo! Non esiste una cazzo di sveglia?"

Mentre sbottava cazzate su cazzate -come al solito- si alzò.
Non replicai perché vederla incazzata era divertente, quindi la lasciai fare.

Andò direttamente in bagno, chiudendosi dentro. Poco dopo sentì il rumore dell'acqua che scorreva dalla doccia.

Mi decisi a vestirmi, non sia mai che Juliette si scandalizzasse di nuovo.

Quando tornò in stanza, aveva addosso solo un asciugamano avvolto intorno al corpo.

Emisi un sospiro involontario.
Cazzo.

Soffermai lo sguardo su di lei, mentre prendeva i vestiti.
Le osservai le labbra, appena dischiuse, per poi scendere alle spalle nude; notai una collanina in oro con un piccolo ciondolo a forma di luna. L'avevo già vista, da qualche parte.
Continuai a percorrere il suo corpo e... chiusi di scatto gli occhi e imprecai mentalmente.

Insomma, era Juliette. Quella rompicoglioni di turno che non faceva altro se non lamentarsi dalla mattina alla sera. E la sorella del mio migliore amico.

Dovevo smetterla di guardarla ogni volta che non si accorgeva di me.
Era solo una come tutte le altre.

"Possiamo parlare oppure mi manderai di nuovo a fanculo come l'altro giorno?"

Mi chiese, acida, buttando la sua divisa sul letto. La ignorai.

"Riddle! Abbiamo bisogno entrambi di parlare di ciò che sta succedendo. Smettila di comportarti come un immaturo del cazzo"

Sospirai, già spazientito dal suo comportamento.

"Tanto è inutile parlare con te, non hai idea di cosa fare"

"Perché tu si? Non mi pare"

Rimanemmo in silenzio. Lei si sedette sul letto. Giocò nervosamente con il ciondolo della collana.
Non riuscivo proprio a ricordare dove l'avessi già vista.

"Senti, non sto dalla parte di tuo padre. È ovvio. Hai solo capito male. Forse... forse sarebbe meglio aspettare un'altra lettera che ci dia più informazioni"

Disse a bassa voce, insicura.
Per una volta aveva ragione. Era la cosa migliore.
Annuii velocemente, prima di uscire e lasciarla da sola.

-Juliette 

Ripensavo e ripensavo alla conversazione avuta con Riddle quella mattina.

Ciò che avevamo deciso mi spaventava ancora di più, ma non potevamo fare altro se non aspettare.

Mi trovavo insieme a Pansy nella nostra sala comune e, mentre lei faceva i compiti di trasfigurazione, io facevo quelli di pozioni. Poi ce li saremmo scambiati.

"Sai, esco con Theodore più tardi"

Dissi di getto. La mia amica sollevò subito il capo, concentrando la sua attenzione su di me. Ridacchiai.

Even in the scars | Mattheo Riddle    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora