Capitolo 26

1K 17 0
                                    

-Mattheo 

Il sole iniziava a sorgere e io ero ancora seduto a riva del lago nero.
Ero rimasto sveglio tutta la notte, divorato dai miei pensieri costanti, tutte le preoccupazioni, gli incubi.
E avevo fumato metà pacchetto di sigarette per cercare di placare la mia ansia, ma non era servito a un cazzo.

In breve? Si prospettava già una giornata di merda.

Chiusi il mio diario e mi alzai, mettendomi il pacchetto di sigarette in tasca.

Rientrai in stanza e, richiudendomi la porta alle spalle, vidi la principessa ancora distesa nel letto, a dormire come una bambina. Il cuscino stretto fra le braccia. 
Mi bloccai per un attimo a guardarla.

Lo negavo sempre, ogni volta che la guardavo, ma cazzo se era bella.
No, era più che bella. Specialmente quando si incazzava. E sexy.

Imprecai mentalmente, cercando di togliermi dalla testa ciò.

Mi accorsi che aveva le spalle scoperte ed indossava soltanto una canottiera, così mi avvicinai al suo letto per coprirla. Lo avevo fatto di nuovo e non ne capii neanche il motivo.

Insomma, io non la sopportavo affatto. Era odiosa, antipatica, stronza. E, appunto, bella. Soprattutto.
Ma questo forse non era un difetto, lo era solo per me. Perché, cazzo, quando mi puntava quegli occhi color oceano addosso lo sentivo dappertutto.

"Mettheo... sei tu?"

Sibilò con la voce impastata dal sonno. Le spostai una ciocca di capelli dal volto e, d'istinto, le guardai le labbra. Quelle labbra che avrei voluto baciare ancora e ancora con tutto me stesso.
Ma aveva ragione: dovevamo smetterla di comportarci come due ragazzini.

"Mi hai... mi hai appena rimboccato le coperte? Per la seconda volta, poi. Sei sicuro di stare bene... forse hai la febbre, o hai bevuto?"

Continuò a borbottare e sorrise appena. Alzai gli occhi al cielo e provai ad essere serio, anche se mi veniva da ridere.

"No, è stata solo la tua immaginazione. Alzati, o farai tardi a lezione"

Il mio intento era quello di svegliarla, ma in realtà parlai a voce bassa e, quando mi girai, occhietti azzurri stava già dormendo di nuovo.

Scossi la testa e sospirai. Decisi di lasciarla stare e andare a fare una doccia. Era ancora presto, in fondo, e aveva bisogno di dormire.

_______ 

Era la seconda ora, sicuramente quella più odiata da Juliette.
Stavo facendo lezione di arti oscure e lei era seduta a primo banco -sì, quando era arrivata mi aveva mandato a fanculo un'altra volta- accanto ad Hermione.

Stava prendendo appunti e, come al solito, si rigirava distrattamente la cravatta fra le dita.

Dovevamo mantenere un basso profilo, gli altri neanche dovevano sapere che noi due parlassimo, ma era impossibile non guardarla. Per tutti i motivi di prima.

Proprio in quel momento, quando finii di spiegare, lei smise di scrivere e sollevò l'attenzione su di me.

"Tutto chiaro?"

Chiesi in generale, ma sembrava più che altro rivolto a lei. Era sempre interessata alle arti oscure.

"Sì, ricciolino"

Mimò con le labbra l'ultima parola affinchè solo io potessi capirla e la fulminai con lo sguardo.

Lei e i suoi soprannomi del cazzo. 

Qualcuno bussò alla porta e, quel qualcuno, entrò l'attimo dopo. La professoressa Mcgranitt.

"Buongiorno, ragazzi"

Even in the scars | Mattheo Riddle    Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora