COSA CI RESTA

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APRILE 2019

Quando si svegliò a causa della luce che trapassava dalla finestra, ci mise un attimo a ricollegare i pezzi.
Appena realizzò, si girò di colpo e si rese conto che la parte del letto dove fino a poche ore prima c'era la ragazza che tanto aveva desiderato era vuota.
Il materasso era freddo, segno che se ne era già andata da un po'. Guardò l'ora. 13:00 p.m.
Decise di non pensarci in quel momento, dato che con il risveglio era sovraggiunto anche un terribile mal di testa.
Chiamò Faster al telefono chiedendogli se potesse portargli qualcosa per la sbronza nella camera d'hotel e comincio a cercare qualcosa da mettere di comodo dato che i vestiti che aveva addosso la sera prima erano sparsi per tutta la camera.
Girovagando per la stanza si accorse di un foglietto stropicciato buttato su comodino accanto il letto.
Lo guardò stranirò non avendo idea di cosa potesse essere, e lo aprì.
"Grazie per stanotte, sei davvero un principino come ti avevo designato all'inizio. Sono dovuta scappare, avevo il treno per Roma stamattina. Non ti dimenticherò mai,
- Sofi"
Fece un sorriso amaro. Leggendo le prime parole, sperava che la ragazza gli lasciasse il numero, o per lo meno l'instagram. E invece... come l'aveva trovata era sparita.
Il suo momento di sconforto fu interrotto da una furia, comunemente chiamato Andrea, che irruppe in camera sua a gran voce con le medicine che gli aveva richiesto.
"Che faccia che hai bro, mi fai quasi sentire in colpa per averti fatto bere ieri" gli disse andrea mentre lo raggiungeva per porgli le tanto agognate medicine.
Pietro lo ringrazio e ingerì l'aspirina, pensando che il ragazzo l'avrebbe lasciato in pace per permettergli di fare una doccia e riacchiapparsi, invece si rese conto che Andrea si era comodamente sbracato sul suo letto, guardandolo con fare malizioso.
"Parla, ti conosco. Quando fai quella faccia non significa niente di buono." Pietro conosceva il ragazzo come le sue tasche, sapeva benissimo che l'amico voleva dirgli, o peggio, chiedergli qualcosa.
"Che dovrei dirti... un uccellino che stanotte ha avuto una notte di fuoco mi ha comunicato che anche qualcun altro si è dato da fare" andrea disse con un tono innocentemente falso.
"Bro, non ho voglia. Si, mi sono divertito. Fine". Si era imbarazzato. Il ricordo di ciò che era successo quella notte gli era tornato a galla come se fosse stato un sogno ad occhi aperti.
Le sue mani che scorrevano ovunque sul corpo di lei. Il modo in cui si guardavano. Il fatto che neanche nel tragitto fra la discoteca e l'hotel erano riusciti a staccarsi le mani di dosso l'uno dall'altro, costringendomi a fermarsi più e più volte prima di giungere in camera del biondo.
"Che muso lungo Piè! Tocca festeggiare qua, non si vede tutti i giorni il signor Fares che si da da Fares" Andrea rise della sua stessa battuta e comincio a fargli domande su domande.
Pietro sorrise all'amico, rifiutandosi però di rispondere e ringraziandolo mentalmente perché, inconsapevolmente, lo stava aiutando ad ironizzare su una notte che, dal canto suo, era stata indimenticabile. E che, diciamocelo, gli aveva lasciato anche l'amaro in bocca.

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