BOLLA

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Sofia voleva uccidere Andrea Locci.
Con tutto il suo cuore.
Era il 21 novembre, giorno del diciottesimo di Giulia.
E lei, non essendo riuscita a dire di no, aveva accettato di accompagnare il ragazzo all'evento in questione.
Ovviamente, mentendo a tutti i suoi amici.
Se ne era uscita con le ragazze che aveva una cena con un compagno dell'Università che da un po' ci provava con lei.
Ci aveva messo ore per convincerle che fosse davvero interessata al ragazzo che, ovviamente, non esisteva.
Le altre infatti, alla notizia, avevano storto il naso.
Tutte e tre le amiche erano convinte che a Sofia Pietro non fosse indifferente, e avevano ragione, quindi non riuscivano a spiegarsi questo nuovo interesse verso il collega dell'Università.
"Ci fai vedere una foto? Ma poi scusa, non ce ne hai mai parlato". Ginevra voleva mettere la ragazza ai ferri corti, dato che era stata molto vaga sull'appuntamento.
Sofia aveva scelto un collega a caso, preso dal gruppo dell'università, con cui ogni tanto si era scambiata degli appunti in quei mesi.
Giuseppe non era neanche così brutto, ma ovviamente il suo interesse era pari a zero.
"Non ve ne ho parlato perché ho deciso all'ultimo di accettare, dopo un po' che me stava a batte i pezzi. Ora, se volete scusarmi, vado, ho un treno da prendere".
Ennesima bugia detta dalla romana alle amiche.
La macchina che lei e Ludovica condividevano infatti, si era magicamente spenta pochi giorni prima, e in quel momento si trovava dal meccanico.
Sofia quindi, aveva simulato di dover prendere il treno per recarsi a Firenze, con la scusa che Giuseppe l'avrebbe recuperata alla stazione una volta arrivata.
La verità era che lei e Andrea avevano appuntamento fuori casa del corvino, per poi andare con la sua macchina alla festa.
Lui si era inventato che quella sera sarebbe andato ad una cena di famiglia organizzata da sua zia, che appunto viveva a Firenze.
Anche i suoi amici avevano dei dubbi, sopratutto perché Andrea era solito trovare qualsiasi scusa pur di non presenziare agli eventi familiari.
"Rega per una volta ho ceduto. Sono mesi che salto questi incontri, stavo cominciando a sentirmi in colpa quindi per una volta ho deciso di accettare".
Gli altri annuirono dubbiosi, prima che il corvino li salutasse per dirigersi alla fantomatica cena.
Dario gli ricordó che l'indomani avrebbero avuto le prove per il pezzo da portare a Sanremo giovani, dato che mancava meno di un mese all'evento, per poi essere distratto dall'entrata della sua ragazza al bunker.
"Le altre comare dove le hai lasciate?" Le chiese mentre si alzava per baciarla.
"Ludo e Gin ci raggiungono dopo cena, Sofi sta andando ad un appuntamento". Disse l'ultima frase guardando Pietro, per vedere una sua eventuale reazione alla notizia.
Il biondo, che in quel momento stava scrollando la home di Instagram distrattamente, sollevó lo sguardo, aggrottando la fronte.
"Un appuntamento? E con chi? Dio la prenderó in giro per mesi" Marco ridacchió.
Amava punzecchiare la romana, soprattutto quando lei si imbarazzava a morte.
"Con un collega dell'uni, credo si chiami Giuseppe. A quanto pare dopo un po' che ci provava lei ha deciso di accettare".
Pietro allora si alzó, e senza dire niente a nessuno, andó fuori, con aria scazzata.
Si accese una sigaretta, e provó a calmarsi.
Non capiva perché l'idea di sapere Sofia con un altro, gli provocava un fastidio immondo.
Da quando avevano passato praticamente tutta la notte a parlare a casa di Ghera ad Halloween, si erano avvicinati ancora di più.
Avevano condiviso vari momenti di solitudine, per lo più al bunker, mentre, fra una sigaretta e l'altra, raccontavano loro stessi all'altro.
Un paio di volte Pietro si era anche proposto di accompagnare la romana a casa, quando Ludovica rimaneva da Marco o collassava al bunker.
Sofia infatti aveva raccontato al biondo la sua paura per il buio, e l'ansia che le provocava girare da sola di notte.
"Pie, tutto ok?" Venne riportato alla realtà da Duccio che, con la scusa di una sigaretta, l'aveva raggiunto all'esterno per capire se ci fosse qualche problema.
Pietro, che non riusciva a capire il fastidio che aveva provato alla notizia di Sofia con un altro ragazzo, stava a testa bassa.
Fino a prova contraria, lui e la romana erano solo amici, se si potevano definire già così. Giusto?
"Du, non lo so. Non riesco a capire perché mi rode l'anima al pensiero di Sofia che esce con un altro".
Duccio si stupì. Pietro non era solito dire subito qual era il problema che lo tormentava. Anzi.
Erano sempre gli altri a spronarlo a parlare, spesso senza ottenere nulla.
Il rosso capì che c'era qualcosa che non andava.
"Sei geloso?"
Pietro spalancò gli occhi.
"Ma che geloso. Non...non è gelosia. È solo che boh, cioè, ma poi chi è questo? Non gliel'ho mai sentito nominare, e lei ama fare torpiloqui sull'università, per quanto le piace. Magari è un maniaco".
Duccio ridacchió.
"O magari devi ammettere a te stesso che si, sei geloso. Ci sta Piè, Sofi è una bella ragazza, e state cominciando a conoscervi meglio, dopo che per settimane vi siete ignorati senza motivo".
Pietro non aveva detto al resto del collettivo tutti i trascorsi con la romana, solo ad Andrea e Marco.
"Non lo so Du. Ma le altre a questo lo conoscono? Veramente a parte gli scherzi, chi cazzo è?"
"Bro, al massimo se ci sono problemi sofi sa che può contare su andre, fino a prova contraria è anche lui a Firenze".
"Peggio mi sento". I due la buttarono sul ridere, prima di rientrare.
Duccio poggió una mano sulla spalla del biondo, a mo di conforto, e poi cominció a discutere con Jacopo sui dettagli del pezzo per Sanremo.
Pietro passó gran parte della serata seduto su una poltrona, con lo sguardo fisso sul pavimento.
Aveva la testa piena di dubbi, a cui non riusciva a dare risposta.
E in più, era veramente preoccupato su come stesse Sofia, che ancora non si era fatta viva, neanche con le sue amiche.

Dipingere la notte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora