"Se mi chiedi un'altra volta come sto giuro che ti tiro questo piatto in testa"
"Ao sei te che ieri stavi a piagne come un ragazzino eh"
"Pulce, lo sai che ti adoro si?" Sofia annuì guardando il corvino, seduto accanto a lei.
"Ecco. Proprio perché ti adoro, ti dico sempre come sto, anche quando sto male. Ma ciò non vuol dire che lo devi sbattere in faccia a tutti, ho una reputazione da difendere!" Sofia ridacchió.
"Hai ragione mr.cuore di marmo, me sto zitta va" . Andrea le diede un bacio nei capelli, prima di ricominciare a parlare con Duccio e Dario degli altri concorrenti presenti nella sala.
Erano arrivati a Sanremo quella mattina, e dopo una giornata estenuante di prove generali, stavano mangiando prima di collassare nelle loro stanze per recuperare il sonno perso. Con l'adrenalina a mille la notte precedente nessuno aveva chiuso occhio. Andrea oltretutto, aveva avuto una crisi sul pezzo, non sentendosi all'altezza, ed aveva passato la notte abbracciato a Sofia, dopo essere piombato a casa sua praticamente a mezzanotte. La romana lo aveva consolato fino all'alba, per poi rassegnarsi e alzarsi dal letto.
Gherardo, ansioso come non mai, aveva programmato la partenza alle 6:30 in punto.
Una volta saliti sul van, a Sofia non erano sfuggite le risatine degli altri, cominciate quando avevano visto uscire Andrea da casa delle due romane, ma presa dal troppo sonno, non osò ribattere. Sapeva che gli amici scherzavano, soprattutto sapendo quanto il corvino si stesse impegnando per far funzionare le cose con la sua fidanzata.
Aveva passato la giornata con Ludovica, Huda e Ginevra, mentre i ragazzi provavano e seguivano le indicazioni dei tecnici dell'Ariston.
Le quattro avevano passeggiato per la città, nonostante la stanchezza, e si erano riunite con i ragazzi solo in quel momento, all'ora di cena.
Sofia non riusciva a tenere gli occhi aperti. Si era riuscita a distrarre dalla stanchezza concentrando le sue ultime forze sull'amico accanto a lei, indagando su come stesse. Ma dopo che lui l'aveva liquidata, la sua attenzione era notevolmente calata, facendo venire a galla tutta la stanchezza che il sonno arretrato le stava dando.
"Dovresti riposare, sai?" Una voce alle sue spalle la ridestò dal buttare la faccia nel piatto di fronte a lei.
"Sto bene Piè" Pietro, rientrando dopo una sigaretta, si era accorto di come la mora stesse facendo a pugni con se stessa per non crollare sul tavolo. Sapeva che Andrea era stato da lei quella notte, e con una punta di fastidio in gola, cercò di convincerla ad andare a dormire. Era la prima che si faceva in quattro per gli altri, ma tralasciava se stessa.
"Non si direbbe. Si vede lontano chilometri che stai per crollare sul tavolo Sofi" Pietro aveva un tono di voce quasi di rimprovero, che portò la romana a sbuffare.
"Piè, pensa a te. Io sto bene" era felice che il biondo si preoccupasse per lei, ma non si era scordata come si era sentita pochi giorni prima, mentre conversava amabilmente con la ragazza dai capelli rossi.
Era rimasta contenta che lui le avesse parlato. Non che dal loro chiarimento non lo avesse mai fatto, ma quel sabato era la prima volta che si apriva nuovamente con lei. La sua iniziale gioia non aveva però cancellato la gelosia immonda che provava per lui, anzi.
"Almeno mi accompagni in stanza? Ho voglia di compagnia" Sofia sgranó gli occhi. Era la prima volta da quando avevano parlato che il biondo le chiedeva di passare del tempo insieme, da soli.
Senza battere ciglio, si alzò, per seguire il più grande nel primo ascensore capitato a tiro. Tutte le loro camere infatti, erano nei piani superiori, e in teoria Pietro la condivideva con Andrea.
Proprio quest'ultimo, vedendo i due salire insieme, aveva inviato un messaggio alla romana, facendola arrossire.
"Tutto ok?" Pietro aveva visto quel cambio repentino sul volto di Sofia, e crogiolandosi nell'idea che fosse per la loro vicinanza, voleva indagare.
Sofia non rispose, semplicemente gli porse il telefono sulla chat con il corvino, per fargli leggere l'ultimo messaggio. Pietro scoppiò a ridere, rispondendo al messaggio con un emoji del dito medio, e restituendo il cellulare alla romana, che lo stava trucidando con lo sguardo.
"Sofi, non ha tutti i torti. L'ultima volta è andata esattamente come ha scritto nel messaggio" Pietro le sorrise sornione. C'era parte di lui che adorava come si imbarazzasse di continuo, nonostante cercasse sempre di mostrarsi forte.
"Lo so Piè. Vabbè... mo che stiamo qua, che vuoi fa?" Sofia completó la frase con uno sbadiglio, facendo ridere il biondo accanto a lei.
Erano arrivati al piano dell'hotel dedicato agli artisti di Sanremo in cui si trovavano le camere del collettivo, e si stavano incamminando verso la camera del ragazzo.
"Potrei fare molte battute simpatiche, ma le terrò per me" Sofia colse il riferimento di Pietro, e si pentì di aver posto la domanda. Gli rubò le chiavi dalle mani e aprì la camera del più grande, buttandosi sul suo letto.
"Visto che stai a fa il simpatico, fammi una tisana va" Pietro fece finta di mettersi sull'attenti, per poi dirigersi verso il bollitore, preparando due tazze.
Non fece neanche in tempo a chiedere a Sofia che gusto volesse, che la trovò profondamente addormentata. Sorrise fra se e se. Il suo piano aveva funzionato.
Sapeva che Sofia, una volta messo piede in camera, sarebbe crollata. Certo, sperava almeno di parlarci un minimo, ma l'importante era che lei si riposasse, per quel momento.
Dopo un primo momento di gelosia, quando aveva visto Faster uscire da casa delle romane, la sua attenzione era stata rapita dalle grandi occhiaie che contornavano gli occhi di Sofia.
Pietro si era accorto di come stesse sfidando le leggi dell'universo, reggendo botta tutto il giorno. Sperava che nel pomeriggio, mentre il collettivo svolgeva le prove, si sarebbe riposata.
Ma doveva aspettarsi che le ragazze avrebbero girato ogni angolo della città in cui si trovavano, avendo più tempo della prima volta in cui vi si erano ritrovate.
Distratto dai consigli dei vocal coach e cercando di seguire gli ordini dei tecnici, aveva archiviato per un po' la sua apprensione.
Durante la cena però, si era reso conto di come Sofia, nonostante continuasse a perseguitare Andrea accanto a lui, fosse veramente stanco. Addirittura Marco, uscito con lui per farsi una sigaretta, glielo aveva fatto notare, e gli aveva proposto di portarla a riposare, conoscendo la testardaggine della romana, sotto consiglio, o meglio obbligo, di Ludovica, preoccupata per la sua amica.
E a Pietro era venuto spontaneo, proporle di salire in camera sua.
E vedendola con il viso sereno, spiaccicata contro uno dei grandi cuscini del letto matrimoniale della sua camera, si ritenne soddisfatto.
Poteva essere a Sanremo, poteva avere l'ansia a mille, ma vederla così tranquilla automaticamente lo faceva rilassare.
Spense il bollitore, poi facendo il più piano possibile si stese accanto a lei.
Ringraziò il cielo che, trattandosi di una cena informale, senza giornalisti o estranei invitati, tutti avevano preferito mettersi comodi, lasciando da parte per una sera i vestiti sfarzosi e i completi eleganti. Sarebbe stata un'impresa cambiare la ragazza accanto a lui, che, come ogni volta che sognava, aveva cominciato a muoversi compulsivamente.
Pietro, sperando di placarla un minimo, ancorò il suo braccio sinistro alla vita di Sofia, appiccicandosela al petto, e coprendo entrambi con il piumone.
Si addormentò con il sorriso.
"Faster, avevi proprio ragione".SPAZIO AUTRICE
Chiedo scusa a tutti se sono stata assente questo weekend, ma fra la finale di amici e problemi a casa non ho avuto un attimo per pensare a cosa scrivere, e mi rode pure, perché avevo un sacco di piccole idee che mi sono dimenticata di scrivere, mannaggia a me. Ma tempo al tempo, torneranno.
Questo capitolo penso sia il più brutto scritto finora, completamente di passaggio, ma almeno vi scrivo qualcosa e non vi lascio completamente a bocca asciutta. Spero che con il prossimo/prossimi andrà meglio.
Fatemi sapere ovviamente se la storia vi piace,
Lov u
❤️🩹
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Dipingere la notte
Fanfiction"Il destino si prende gioco di noi" "E allora giochiamo,no?"