"Il prossimo che fa na risatina si prende na sberla" Sofia minacció quelli che in teoria dovevano essere i suoi più cari amici, facendoli solo ridere ancora di più.
Ci si era di base abituata, ma certe volte non reggeva fra le battutine e le risatine degli altri, e sbottava. Come quel giorno.
Ormai le cose fra lei e Pietro si erano fatte, finalmente, serie.
Erano usciti molte altre volte e, dal loro primo appuntamento, ormai erano passati quasi due mesi. Erano andati al cinema, al mare, e Sofia l'aveva addirittura convinto ad accompagnarla a vedere Fiorentina-Lazio, per la gioia di Andrea e lo sconforto di Marco. Quest'ultimo infatti, aveva insultato il biondo per una buona mezz'ora, una volta scoperto che avrebbe accompagnato la romana allo stadio, nella parte della tifoseria che il platinato considerava "sbagliata".
Che poi avesse passato una settimana a rinfacciare a Sofia la sconfitta della sua amata squadra, era un altro discorso.
Erano usciti, si, ma si erano soprattutto aperti l'uno con l'altro. Avevano passato ore e ore a parlare dei loro sentimenti, come mai prima d'ora avevano fatto. E dopo averci girato in torno per un po', forse ancora frenati dalle paure intrinseche in loro, avevano capito di essere fatti l'uno per l'altra. Il destino li aveva voluti riunire, e avevano deciso di giocare con lui a loro volta, iniziando una vera e propria relazione.
Quando l'avevano annunciato agli amici, con un velo di imbarazzo e le guance arrossate, questi li avevano presi in giro per ore.
Tutti erano consapevoli di quanto entrambi si corressero dietro, di quanto i loro sentimenti fossero forti, e sapevano che era solo questione di tempo prima che ufficializzassero la cosa.
Ma, oltre ad esserne estremamente contenti, perché sapevano che erano perfetti l'uno per l'altra, avevano cominciato a prenderli in giro in continuazione.
Le ragazze avevano provato a tranquillizzare Sofia, dicendo che anche a loro era stato dedicato un periodo di prese in giro quando avevano ufficializzato le cose, e lei lo sapeva benissimo.
Ma quel giorno, era nervosa. E il fatto che Duccio e Andrea continuassero a ridacchiare vedendola seduta sopra il biondo a mo di Koala l'aveva innervosita, se possibile, ancora di più.
Erano tutti riuniti al bunker, aspettando la mezzanotte per l'uscita di "Nero Mascara".
Quello che gli altri non sapevano però, era che Pietro quella mattina aveva avuto un momento di panico, come era successo mesi prima.
Era convinto che la sua strofa del nuovo singolo non fosse perfetta come il resto del collettivo credeva, ed era entrato in paranoia.
Sofia ci aveva messo un'ora a convincerlo che quel pezzo spaccasse, ricordandogli quanto le fan più accanite non aspettassero altro che il suo rilascio, avendolo sentito si, live, ma mai su una piattaforma.
Il biondo si era poi calmato, complice il fatto che Sofia aveva fatto di tutto per distrarlo, ma le aveva chiesto di stargli vicino, una volta arrivati al bunker.
E lei lo aveva preso in parola, spiaggiandosi addosso a lui su uno dei tanti divani.
Sapeva che al momento Pietro stesse bene, lui stesso l'aveva tranquillizzata una volta raggiunti gli altri, ma mai dire mai.
E le risatine degli amici, di certo non aiutavano.
"Pulce stiamo scherzando, lo sai" Andrea cercó di avvicinarsi a lei con la sua solita faccia da cane bastonato, ma ottenne solo un dito medio dalla ragazza.
Pietro, avendo capito che Sofia fosse agitata, fece un cenno con la testa a Faster, come a dire di lasciar perdere.
Era assurdo quanto entrambi si facessero trascinare dalle emozioni dell'altro, rendendole proprio. E Pietro poteva solo ringraziare di avere al suo fianco la romana, l'unica che riuscisse a calmarlo davvero.
Fino a poco tempo prima, c'era riuscita solamente sua sorella, Asia. Ma da quando si era trasferita a Londra, passava poco tempo ad Empoli. E la distanza non riusciva a tranquillizzarlo del tutto.
Poi, era arrivata Sofia. O, come lui amava ricordare per stuzzicarla, tornata.
Ed era stata un fulmine a ciel sereno.
In quei mesi, le era entrata dentro, inglobandolo in un loop di sentimenti che non aveva mai provato, neanche con Alice.
E lo stesso valeva per lei.
Si erano presi, persi, per poi ritrovarsi faccia a faccia con un sentimento che, nonostante tutto, aveva vinto, e li aveva fatti cedere.
E ora, si godevano il tutto.
"Lo sai che scherzano, si?" Pietro le sussurrò all'orecchio per farsi sentire solo da lei, non volendo alimentare le risate dei suoi amici.
"Lo so lo so, è che ti voglio sta vicino, non voglio che te fai le pare di nuovo, ma loro fanno i coglioni" il biondo sorrise, stringendola ancora di più.
"Amore, sto bene. Mi ha fatto bene parlarne con te stamattina, ora voglio solo goder...perché mi guardi così?" Sofia, nel sentirsi chiamare in quel modo da Pietro, aveva alzato la testa poggiata sulla sua spalla, e lo guardava con gli occhi sgranati.
"Come mi hai chiamata?" Pietro realizzò solo in quel momento l'appellativo che aveva rivolto alla romana. E per la prima volta, fu lui ad arrossire vistosamente.
"Oddio, mi è venuto spontaneo, scusa" Sofia ridacchiò, per poi baciarlo.
"Non te scusa, io... mi piace. Detto da te, mi piace" si sorrisero, con gli occhi che brillavano.
"E poi vi chiedete perché vi perculiamo! Non lo so, qui manca solo l'anello e tanti saluti al caro vecchio Fares" la battuta di Marco, che provocò una risata generale, fece alzare gli occhi al cielo ai due ragazzi in questione. Ma era impossibile prendersela per più di dieci secondi con uno di loro, quindi Sofia, per sdrammatizzare, rispose con una linguaccia bambinesca. Il suo cuore batteva ancora all'impazzata per il modo in cui Pietro l'aveva chiamata.
"Ditemi che non mi sono persa nulla, vi prego" l'attenzione di tutti venne attirata da una trafelata Huda, entrata praticamente correndo nel bunker.
"Solo gli sposini e le loro effusioni, nulla di nuovo" Dario, solitamente uno dei pochi che si risparmiava le battute sulla neo coppia, infilò il dito nella piaga. Ma non ottenne nessuna risposta dai due, che avevano ricominciato a sussurrarsi parole dolci, rinchiudendosi nella loro bolla e ignorando il caos che avevano intorno.
"Ah beh, allora nulla direi. Scusate, ho finito tardi con lo shooting, ho detto che dovevo andare, ma-" Huda, partita in quarta, venne placata dal suo dolce ragazzo.
Tutti sapevano quanto fosse importante l'uscita di quel singolo. I fan lo avevano richiesto per mesi, non soddisfatti di averlo sentito solo a spezzoni. E loro, avevano ceduto.
Speravano solo che, una volta uscito il pezzo, avrebbe ottenuto il successo sperato.
"Manca ancora un'ora Hudina, non ti preoccupare" Ginevra tranquillizzò l'amica, poi propose, con l'immediato appoggio di Jacopo, di ammazzare il tempo con un torneo di Mario Kart.
Quando la sveglia impostata sul telefono di Ghera suonò, calò un silenzio assoluto.
Mancavano solo cinque minuti all'uscita del pezzo e, se fino a quel momento erano riusciti a distrarsi, i ragazzi ricominciarono ad essere nervosi.
"Su co ste facce! È un pezzo che spacca, e lo sapete pure voi!" Le ragazze annuirono alle parole di Ludovica, per accentuarne l'ovvietà.
Quel pezzo era si, una coltellata dritta al cuore, ma era anche stupendo.
Jacopo lo fece partire dalle casse, mentre gli altri controllavano compulsivamente l'orario, attendendo la mezzanotte.
"È uscito?" Duccio spezzò il silenzio.
"È uscito". Dario diede conferma all'amico, per poi tornare a guardare il pavimento.
"Vabbè, beviamoci su. Così se va male, saremo troppo ubriachi per accorgercene"
"Jack! Ma ti pare il caso" Ghera lo sgridò con fare paterno, riuscendo però a far ridere tutti.
Pian piano l'aria si alleggerì, e i ragazzi finalmente si resero conto che si, avevano fatto la scelta giusta nel pubblicare finalmente il pezzo.
La proposta di Jacopo, ovviamente, non venne ignorata, e in poco tempo finirono tutti brilli a intonare spezzoni della canzone, finalmente soddisfatti.
Sofia, guardandosi intorno sorridente, confermò ancora una volta quello che già aveva realizzato trascorrendo il capodanno ad Empoli : quella era la sua casa, il suo posto.
E si perse anche lei, abbracciata al biondo, a cantare come se sapesse farlo, con il cuore che quasi le stava uscendo dal petto per la gioia che stava provando.SPAZIO AUTRICE
Parlo sinceramente, questo capitolo non doveva esistere💀. Oggi però mi sento più malinconica del solito, e il sentire questa canzone a palla non mi ha aiutata, anzi.
Non ho avuto la fortuna di sentirla live, purtroppo, ma mi sono divertita nell'immaginare lo scenario del momento dell'uscita di un pezzo che, per quanto ho potuto leggere soprattutto nei commenti, volevano in molti. Non mi includo solo per il fatto che ci ho pianto così tanto sopra, che forse era meglio se non fosse uscito.
A parte gli scherzi, è un pezzo stupendo. Come sempre, sti stronzi arrivano dritti al cuore.
Detto ciò, mi sono fatta trascinare dalla canzone, spero che vi piaccia comunque il capitolo.
Una volta terminata la storia rivedrò tutto, sistemando varie cose, ma per ora, pubblico ogni volta che mi sento ispirata, sperando che qualcuno apprezzi.
Fatemi sapere qualcosa come sempre,
Lov u
❤️🩹
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Dipingere la notte
Fanfiction"Il destino si prende gioco di noi" "E allora giochiamo,no?"