TROPPE CARAMELLE

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Sofia si stiracchiò e provò a tirarsi su, più confusa che mai.
La sua confusione aumentò notevolmente quando si rese conto che i suoi movimenti erano impediti da un braccio che le circondava la vita.
Presa alla sprovvista, si dimenò, cercando comunque di non fare troppo rumore per non svegliare il ragazzo accanto a lei.
Dopo vari tentativi, riuscì ad alzarsi, sentendo subito un forte mal di testa.
"Ma che cazzo ho combinato". Sussurrò quelle parole a se stessa, e si guardò intorno.
La stanza in cui si trovava, ovviamente, non era la sua.
Cercò di recuperare i suoi vestiti e i suoi effetti personali e, una volta prese tutte le sue cose, diede uno sguardo al ragazzo che ancora dormiva nel letto.
"Certo che ad esse bello sei bello" pensò.
Buttò un occhio sul suo cellulare, trovando una miriade di chiamate perse dalle sue amiche.

- sto rientrando, vi spiego tutto a casa. Ditemi che avete qualcosa per la testa, sto a stira. -
Inviò questo messaggio sul gruppo whatsapp che aveva con Ludovica, Ginevra e Huda e quatta quatta, uscì dalla casa del biondo.
Chiamò un taxi, non avendo idea in che zona di Empoli si trovasse, e giunse a casa.
Ad aspettarla trovò una scena alquanto esilarante.
Ginevra era in pigiama, con il trucco ancora in faccia della sera precedente, che cercava di non addormentarsi sul tavolo della cucina.
Huda e Dario dormivano abbracciati sul divano.
L'unica che sembrava un minimo esserci con la testa era Ludovica, che continuava a fare avanti e indietro con un'aria scocciata nel salotto.
"Che stai a fa na maratona?" Disse Sofia guardando l'amica.
"Non fa la cogliona. Do cazzo stavi". Ludovica frenò subito la vena ironica dell'amica, e Sofia capì che era incazzata nera.
"Amo stavo da uno. Non me ricordo come è successo, so solo che sono uscita fuori a fuma, abbiamo cominciato a chiacchierare e poi mi sono risvegliata nel suo letto."
"Non me potevi avvertì? So stata due ore a cercarti come na matta Sofi cazzo, m'hai fatto spaventa". Sofia si sentì in colpa. Sapeva che entrambe erano liberissime di fare quel che volevano in discoteca, a patto che si aggiornassero sempre su eventuali spostamenti.
"Amo ti giuro che non l'ho fatto apposta a non scriverti, anzi. Lo sai che lo faccio sempre, solo che me so fatta trascina dalla situazione e ho dimenticato di avvertirti".
Si sentì in colpa da morire. Sapeva che era pericoloso prendere e sparire con un ragazzo senza farlo sapere per lo meno alla sua migliore amica, ma ieri, quando il biondino l'aveva baciata, non aveva più connesso la testa.
"Vorrei vede che non l'hai fatto apposta, testa de cazzo. Ti prego, non lo fa mai più. A costo di interrompere qualcosa, avvertici, o almeno, avverti me". Ludovica disse quelle parole mentre si dirigeva dall'amica per abbracciarla.
"Scusa amo, hai ragione. Mi dispiace che te sei preoccupata. Tutto ok comunque, a parte che me sta a scoppia la testa".
Ludovica si sciolse dall'abbraccio, per recarsi in cucina dove Ginevra ancora stava mezza addormentata, per trovare qualcosa per il mal di testa dell'amica.
"Quindi ti sei divertita eh?" Huda sembrò rinascere dal regno dei morti accompagnata dal suo fidanzato, pronunciando questa frase mentre entrava in cucina con il ragazzo a seguito.
Sofia arrossì fino alla punta dei capelli.
"Devo di... molto, per quel che mi ricordo. Non mi ricordo manco come se chiama, solo che era bello come il sole". Ed era vero. Sofia aveva rimosso gran parte della conversazione che aveva avuto la sera prima col biondo, lasciando nei suoi ricordi i momenti salienti, come quando lui l'aveva presa per mano, trascinandola alla sua macchina, non prima di averla sbattuta sul cofano per rubarle un bacio prima di partire verso casa sua.
"Non vorrei interrompere il vostro momento magico, ma io dovrei andare. Ho appuntamento con gli altri per terminare la registrazione dell'ultimo pezzo. Se volete, dopo potete passare tutte a fare il pre serata a casa di Marco, prima di andare all'ottobit".
A quanto pare, mentre lei era dispersa, le amiche e il ragazzo di Huda si erano accordati con gli amici di lui per andare a ballare anche quella sera, direttamente tutti insieme.
Quando vide che tutte le ragazze erano d'accordo, Dario lasciò un bacio ad Huda ed uscì dall'abitazione delle due ragazze romane, per ricongiungersi ai suoi amici.

Pietro, al contrario della ragazza romana, era nervoso come una corda di violino.
Si era svegliato di botto a causa dell'ennesima chiamata del suo amico, e ormai anche collega di lavoro, Andrea.
"Bro, fra mezz'ora a registrare, lo stiamo dicendo da settimane, a che punto sei?".
Sbiascicò una mezza risposta all'amico, in cui di base gli comunicava che a breve sarebbe uscito, e sbuffò.
Dentro di lui, nel momento in cui aveva aperto gli occhi, aveva sperato che la ragazza della sera precedente fosse ancora nel suo letto.
Dopo aver constatato che, per la seconda volta in vita sua, era stato abbandonato dopo una notte di fuoco, si alzò e si andò a fare una doccia, sperando di far sparire, di nuovo, quell'amaro in bocca che la solitudine mattutina gli aveva lasciato.
Si recò al bunker, sperando che i suoi amici non facessero battute sul fatto che era sparito per metá serata, e non indagassero sul perché avesse lasciato a piedi Jackson e Caph, tornando, in teoria, solo a casa.
Infatti, in un momento di luciditá, prima di recarsi alla macchina con la mora, aveva inviato un messaggio sul gruppo comunicando agli amici che stava tornando prima a casa perché era stanco, ovviamente mentendo.
Per sua fortuna, il topic delle conversazioni che gli amici ebbero fra una registrazione e l'altra fu il fidanzamento di Erin con Huda.
"Tra l'altro, l'ho invitata insieme alle altre qui prima di andare a ballare. Se non è un problema".
Dario se ne uscì e, vedendo che nessuno aveva da ridire, comunicò alla sua fidanzata che si sarebbero incontrati alle 21:00 al bunker, per poi dirigersi tutti insieme al locale.

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