LATTE E CEREALI

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Sofia cercò di non urlare.
Non era arrabbiata, d'altronde era stata lei ad aver posto la parola fine alla loro storia.
Semplicemente, non se lo aspettava.
"Amo ti prego, dimmi qualcosa. Stai in silenzio da più di dieci minuti, me sto a preoccupa".
Ludovica la guardava con sguardo apprensivo, nella stanzetta in cui l'aveva trascinata per mostrarle, dal suo telefono, la scena che l'aveva tanto sgomentata.
"Amo, che te devo di? So felice pe lui, da una parte. Almeno ci mette una pietra sopra. Dall'altra, non me l'aspettavo proprio. Ha sempre fatto discorsi etici del cazzo su quanto volesse concentrarsi sulla musica, e dopo neanche un mese si fa riprendere da delle cazzo di telecamere mentre se bacia co una?". La rabbia che pensava di non provare, in quel momento le salì a mille.
Non provava più nulla per Joseph, se non una grande stima come artista e rispetto per la sua persona, ma vedere quella scena le aveva provocato un fastidio che non riusciva a spiegarsi.
Aveva passato mesi, mesi, a dirle quanto per lui la musica fosse il suo centro, che quella esperienza in cui sperava di imbarcarsi era un modo per farsi conoscere. Non per limonarsi sul grande schermo una ragazzina.
Che poi che "la ragazzina" in questione fosse, oltre che bellissima, il suo opposto, era un altro discorso.
Sofia si distrasse dal suo sgomento quando vide, dopo aver bussato, la testa di Marco fare capolino dalla porta della stanzetta in cui lei e l'amica ormai erano rinchiuse da più di mezz'ora.
"Scusate, non vorrei disturbarvi, ma volevo avvisarvi che Ghera ha sistemato tutto per Monopoli, vi stiamo aspettando per iniziare". Aveva un'aria incerta, quasi colpevole, e Sofia non poté fare a meno di sentirsi in colpa.
Aveva deciso di uscire per passare una serata tranquilla, non per farsela rovinare da un gossip che in teoria non doveva toccarla.
"Tranquillo, anzi scusate voi. Arriviamo". Detto ciò, lanciò uno sguardo a Ludovica che significava palesemente un "ne parliamo dopo" non a parole, per poi uscire e ricongiungersi col resto del gruppo.
Tornarono nel salotto, dove trovarono tutti intorno al tavolo, con al centro il gioco, pronto per iniziare.
Si sedette, e cercò di sorridere a Ginevra e Huda, che continuavano a lanciarle sguardi preoccupati.
Iniziarono a giocare, ma, durante il turno di Duccio, Sofia sentì salirle il sangue al cervello.
Dalla playlist che faceva da sottofondo di cui neanche si era accorta quando era arrivata, era partita una canzone dell'ultima persona che in quel momento voleva sentire.
"Potete mandare avanti sta merda?" Interruppe il gioco, e si sentì addosso tutti gli occhi dei presenti.
"Ma come! Holden è pure della tua città, come mai non ti piace?" Le chiese ingenuamente Andrea.
Sofia non poté fare a meno di arrossire, e cercando di non urlargli in faccia che un tempo le era piaciuto pure troppo, rispose al corvino "è un pallone gonfiato. E certe rime le saprei fa pure io".
Ludovica, che aveva capito che l'amica quella sera era particolarmente tesa, prese il telefono di Marco da cui partiva la musica, per mettere "latte e cereali", la canzone di Duccio che la romana più apprezzava.
I ragazzi sorrisero compiaciuti, in particolare il rosso, che guardò la romana bionda con gli occhi che luccicavano.
"Che c'è? È una delle preferite di Sofi, almeno così non rischia di spaccare le casse". Ludovica si sentì presa in causa da quelli sguardi, quando si rese conto dell'errore madornale che aveva appena commesso.
"Tu ascolti le nostre canzoni?" Pietro era sconcertato, e Sofia si accorse che anche gli altri ragazzi ormai avevano lasciato perdere la sua amica, per concentrarsi su di lei.
"Che c'è? Siete in cerca di complimenti? Si, vi ascolto da un po' in realtà. Ho collegato dopo le vostre brutte facce alla ormai colonna sonora delle mie giornate". Maledì mentalmente l'amica per aver fatto trapelare quell'informazione, e maledì ancora di più se stessa quando si rese conto di aver definito la musica dei ragazzi come la colonna sonora delle sue giornate.
"No Sofi, ora siamo curiosi. Dicci le tue preferite, assolutamente. Quelle di Huda, Gin e Ludo già le sappiamo, ma voglio sapere anche le tue". Le chiese Dario. Sofia arrossì, e cercò una scusa per evitare la domanda, tanto personale quanto imbarazzante.
Quando alzò lo sguardo però, si addolcì nel vedere che i ragazzi la stavano guardando speranzosi, e decise di vuotare il sacco.
"Non montatevi la testa. Sicuramente la top five è latte e cereali, so chi sei, cosa ci resta, dipingere la notte e pianeta3. Ma la mia preferita in assoluto è disordine". Nel dire l'ultima frase, guardò il biondo davanti a lei dritto negli occhi, e lo scoprì intento a sorridere raggiante.
"E dicci un po', ci hai mai sentiti dal vivo? Ludo in effetti si, magari ti è capitato e non ci hai riconosciuti, in effetti ne-" Andrea non fece in tempo a finire la frase, che venne prontamente interrotto da Huda. La riccia aveva capito che Sofia stava per avere un attacco isterico, visto quanto era paonazza, e cercò di andarle in aiuto.
"Ma che è, un interrogatorio? Forza egocentrici, continuiamo sta partita, che fino a prova contraria vi sto facendo il culo". Sofia le sorrise grata, e i ragazzi per fortuna ascoltarono Huda, riprendendo il gioco interrotto.
Due occhi color prato però, non abbandonarono la sua figura per tutta la sera e Sofia, anche dopo essersi messa a dormire, non smise di pensare neanche per un secondo allo sguardo di Pietro su di se, sentendosi scombussolata.

Dipingere la notte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora