CUORI DI RAME

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Sapeva non sarebbe stato facile, che l'aveva ferito a morte, e che lui, come lei, stava ancora rimettendo insieme i pezzi.
Ma mai si sarebbe aspettata di vederlo flirtare spudoratamente con un'altra ragazza davanti a lei.
Era passato quasi un mese dal loro chiarimento, se così si poteva chiamare.
Asia era rientrata prima del previsto, e Sofia era scappata con una banale scusa, scossa dall'essere stata definita "amica" da Pietro.
Aveva passato il resto della serata con le ragazze, raccontando loro tutto ciò che si era detta col biondo, facendole contente. Soprattutto Ludovica. Finalmente Sofia si era levata di dosso quel grande peso che tanto le scalfiva l'anima, e sembrava pronta a ricominciare a dare un senso alle sue giornate. Pronta a vivere, piuttosto che rimanere inerme a letto.
Le amiche l'avevano rassicurata, o per lo meno ci avevano provato, sul fatto che a Pietro servisse solo un po' di tempo per riacquistare fiducia in lei, e tornare a dove si erano lasciati all'ottobit, provando ad uscire insieme, come entrambi volevano da tempo.
E Sofia si era fidata. Dentro di lei, la speranza che il biondo tornasse da lei, continuava a spingere imperterrita, facendola concentrare poco e niente sull'esame imminente che avrebbe dovuto dare a breve.
Si erano visti poco, in quelle settimane.
Pietro, dopo essersi ripreso dalla sua clausura, si era buttato a capofitto nelle prove per il pezzo di Sanremo, Governo Punk. E lo stesso gli altri ragazzi.
Sofia, tornata a lavoro da Ezio dopo essersi finta malata per quasi due settimane, divideva di nuovo le sue giornate fra studio e turni al bar. Ad intermittenza veniva costretta dalle ragazze a fare serate film, o chiacchierare e basta a casa delle due romane con una buona bottiglia di vino ad accompagnare. Avendo tutti i ragazzi impegnati, avevano più tempo per stare fra loro.
Era riuscita, in uno dei pochi momenti che in quel periodo caotico andrea le aveva dedicato, a farsi raccontare cosa stesse succedendo con Giulia, aiutandolo a risollevare la situazione. Era dispiaciuta per l'amico. Sapeva quando lui avesse lottato per far funzionare le cose, nonostante la sua indole da fancazzista, aveva un cuore d'oro.
Le cose sembravano essersi risanate nei giorni a seguire, almeno fra il corvino e la sua bella.
Sofia e Pietro invece si erano scambiati si e no dieci messaggi.
Nonostante tutto, lei era preoccupata che lui potesse tornare ad avere l'ansia da prestazione che aveva provato per Sanremo giovani, quindi un paio di volte aveva indagato.
Lui, di tutta risposta, nonostante volesse sfogarsi con la mora, era rimasto abbastanza sul vago. C'era parte di se stesso che aveva paura di abbandonarsi di nuovo a lei, nonostante si stesse impegnando per dimostrargli quanto tenesse a lui.
L'occasione di rivedersi era avvenuta proprio quella sera in cui Sofia, se avesse saputo prima cosa avrebbe dovuto subire, sarebbe rimasta a casa molto volentieri.
Era il 3 febbraio. Lei aveva appena dato il suo ultimo esame della sessione. Aveva scelto quel giorno, nonostante fosse sabato, per riuscire a partire con i ragazzi in vista di Sanremo.
E visto che ogni scusa era buona per festeggiare, Duccio aveva proposto una serata di svago tutti insieme in un bar vicino al bunker. Il topic principale era ovviamente l'imminente arrivo della partenza per Sanremo, ma in piccola parte, i ragazzi erano felici di festeggiare un altro dei successi universitari di Sofia, accompagnata da Ludovica.
L'amica infatti, era riuscita a superare, dopo vari tentativi, uno dei tanti agognati esami di medicina, di cui Sofia neanche ricordava il nome.
Insomma, doveva essere una serata all'insegna della spensieratezza e dei festeggiamenti.
Invece lei voleva solo sparire. Tornare a casa, ficcarsi sotto le coperte, e divorare una vaschetta di gelato alla crema crogiolandosi nella sua gelosia.
Era da più di venti minuti che il biondo conversava amabilmente con una ragazza dai capelli rossicci, che l'aveva adocchiato praticamente subito.
Si era avvicinata, e con la scusa di volere un accendino, si era fatta accompagnare fuori da Pietro, per condividere una sigaretta e fare due chiacchiere.
Sofia non aveva levato gli occhi di dosso da loro neanche per un istante da quando si erano spostati all'esterno. Non che le fosse facile, anzi.
Quel maledetto bar aveva delle vetrate che davano direttamente sulla strada in cui il locale sostava, e Dario aveva scelto per loro il tavolo che concedeva la vista migliore per il fuori.
"Sembra una presa per il culo" borbottò quelle parole a denti stretti. La gelosia le stava logorando l'anima, mentre li guardava chiacchierare amabilmente.
"Che hai detto Pulce?" Andrea la risvegliò dal suo stato di trance, facendole finalmente spostare lo sguardo da quella agognata vetrina.
"Niente andrè, ho pensato ad alta voce, lascia sta" al corvino non era sfuggito lo sguardo insistente che l'amica accanto a lui continuava a dedicare verso l'esterno.
Non fece neanche in tempo a chiederle qualcosa, perché la sua attenzione fu catturata proprio dal centro dei pensieri di Sofia che finalmente, stava rientrando nel locale.
"La sigaretta più lunga della storia" Jacopo provò a buttarla sul ridere. Tutti, a quel tavolo, si erano accorti del religioso silenzio in cui era piombata la mora, ma avevano fatto finta di non essersene accorti. Sapevano che fosse successo qualcosa fra i due, ma a parte Marco e Andrea che conoscevano gran parte della storia, nessuno dei ragazzi aveva avuto modo di indagare.
Pietro era stato categorico, una volta tornato al bunker.
Voleva pensare solo al pezzo, provarlo fino allo sfinimento per renderlo perfetto.
Duccio, con cui Pietro tempo prima aveva parlato della sua gelosia per Sofia, aveva provato ad approfondire la questione, ma il biondo per poco non l'aveva preso a pugni, dopo aver urlato a lui e agli altri componenti del collettivo che stava bene, e che con Sofia andava a gonfie vele, erano amici e tante altre stronzate, definite da lui stesso così.
"Abbiamo solo chiacchierato. Non me l'ha detto subito, ma ci segue. Ci teneva che sapeste che farà il tifo per noi da martedì" Sofia alzò gli occhi al cielo.
"Te pareva" si sentì gli sguardi di tutto il tavolo addosso.
Si rese conto troppo tardi di aver, di nuovo, pensato ad alta voce. Arrossì.
Lo sguardo di Pietro sulla sua figura per poco non la bruciò.
Si defilò con la scusa di volersi fare una sigaretta, implorando con lo sguardo Huda, l'amica più vicina al suo posto, di seguirla.
Una volta fuori, si appoggiò al muretto.
Si accese una sigaretta rubata ore prima a Duccio e sbuffò via il fumo in modo rabbioso.
"Che figura del cazzo. Ce mancava che facevo la gelosa davanti a lui"
"Dovresti smetterla di dire ad alta voce i tuoi pensieri, sai?" Sobbalzò nel sentire la voce del biondo.
"Non hai nessuna rossa con cui parla?" Pietro ridacchiò, sedendosi accanto a lei e facendola rabbrividire.
"Non avevo ancora conosciuto questo tuo lato" Sofia lo guardò di traverso.
"La gelosia dico. È la prima volta che ti vedo così"
"Non so gelosa" Pietro alzò un sopracciglio.
"Non so gelosa Pie, smettila. Era na battuta. Dopotutto siamo amici, no?" L'ultima frase le uscì più velenosa del previsto, dando solo al ragazzo accanto a lei l'ennesima conferma che si, era gelosa.
"Non c'è nulla di male. Anche io ero geloso, quando sei uscita con il ragazzo dell'Università. Cioè, quando ancora pensavo che ci stessi uscendo" Sofia assottigliò lo sguardo. Perché aveva deciso di condividere con lei quell'informazione?"
"Non guardarmi così, te lo sto dicendo solo perché, a prescindere dal tipo di rapporto, la gelosia fa parte del nostro essere. Non ti rovinare la serata per questa cosa. Io sono venuto qui anche per festeggiare il tuo esame, so che era quello a cui tenevi di più" Sofia sorrise.
Nel profondo, Pietro era sempre Pietro. Premuroso, dolce, e che ricordava ogni cosa che lei gli diceva, anche quando parlava a macchinetta per minuti interi.
"Hai ragione San Pietro. Rientriamo va" I due risero alla battuta della romana, per poi raggiungere gli altri.
Questi ultimi si erano accorti di come l'umore di Sofia fosse notevolmente salito sopra essere tornata dentro, e ognuno di loro ne fu sollevato.
Forse, c'era davvero speranza.

SPAZIO AUTRICE
Più vado avanti con la storia più mi rendo conto che quello che doveva essere un breve racconto, sta diventando un Odissea. Non mi ero resa conto di aver pubblicato tutti sti capitolo, aiuto.
Comunque vi prego, ho bisogno di parlarne con qualcuno. AVETE VISTO LA TERZA STAGIONE DI BRIDGERTON? (Si è un'altra delle mie fisse. Se dovessi fare una lista probabilmente ci metterei anni, ma vabbè qualcunooo vi prego🥹).
Detto ciò, spero la storia vi continui a piacere.
Lov u❤️‍🩹

Dipingere la notte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora