Non appena mise piede a Termini, scoppió a piangere.
Non vedeva l'ora di rivedere il suo piccolo raggio di sole.
Quasi correndo uscì dalla stazione, cercando con lo sguardo la macchina del padre.
Lo vide sbracciarsi dall'altro lato della strada, e si diresse verso di lui, per poi saltargli addosso.
Vide uscire dalla macchina anche la madre e il fratello, e quello che prima era un pianto liberatorio, diventó un susseguirsi di singhiozzi.
La sua famiglia le era mancata da impazzire.
Strinse suo fratello come se non lo vedesse da anni, per poi dirigersi verso casa sua.
Sarebbe rimasta a Roma fino alla vigilia del nuovo anno.
Si era infatti accordata con i ragazzi di trascorrere capodanno a casa di Gherardo.
Le sue amiche romane, a parte Ludovica, si erano organizzate per trascorrere la festività nello chalet di una di loro, ma Sofia sentiva la necessità di trascorrere la prima notte del nuovo anno in quella che in pochi mesi già sentiva come la sua nuova casa.
Si erano messe d'accordo ovviamente per vedersi durante la permanenza della ragazza nella capitale, ma non aveva potuto rifiutare di tornare ad Empoli, soprattutto per rivedere Pietro.
Quando si erano svegliati la mattina dopo i festeggiamenti per Sanremo giovani, avevano avuto poco tempo per parlare di ciò che era successo, dato che i ragazzi avevano la giornata piena di interviste e shooting.
Si erano salutati frettolosamente quando la romana, avendo il treno il giorno dopo, era tornata prima ad Empoli per finire le valigie.
Sofia poteva definirsi sollevata da ciò, perché il magone che provava per non aver ancora detto al biondo la verità la stava uccidendo, e pensava che un po' di distacco le avrebbe fatto bene.
Non aveva fatto i conti con il grande senso di mancanza che aveva già cominciato a provare sul treno verso casa sua.
Venne distratta dalla madre, che cominció a farle mille domande sulla città, sui suoi amici, e su come stesse Ludovica.
Le ragazze infatti si conoscevano dai tempi delle elementari, e ormai le famiglie potevano definirsi come un unicum, per tutte le vacanze fatte insieme e per il tempo condiviso.
"Sta bene Mà, è felice li". Sofia ci tenne a sottolineare quanto l'amica stesse bene in Toscana, poiché la ragazza aveva deciso di rimanere anche durante le vacanze.
Avendo gli zii che vivevano li, quell'anno la sua famiglia si era organizzata per trascorrere il Natale a casa di Ezio e la moglie, invece che facendo tornare Ludovica e gli zii a Roma.
"Lo so che è felice, Cristina non fa che ripetermelo. A quanto pare si è trovata pure un pischello, tu lo conosci?". Sofia ridacchió.
Aveva sempre invidiato il rapporto madre-figlia che vigeva fra Ludovica e Cristina, sua madre. Si dicevano tutto, e Sofia era sicura che l'amica già aveva accennato alla madre della sua pseudo relazione con Marco.
"Si, fa parte del gruppo di amici che frequento li. È un bravo pischello, pure bono"
"E tu? Hai novità?" Suo fratello si mise in mezzo con fare giocoso. Sapeva quanto la sorella di imbarazzasse nel parlare di lei, soprattutto in ambito amoroso.
Prima di far sapere alla famiglia di Joseph infatti, al tempo aveva aspettato quasi 4 mesi. Quando poi li avevano beccati fuori casa della mora a baciarsi, era stato inevitabile presentarlo alla famiglia, non senza imbarazzo.
"No rompipalle, sto bene sola per il momento". Sofia avrebbe voluto raccontare alla sua famiglia come Pietro la facesse sentire, ma non avendone ancora parlato con lui decise di non affrettare le cose, spaventata dalla convinzione che il biondo non provasse lo stesso per lei, nonostante l'evidente attrazione fisica fra i due.
Una volta arrivata a casa, venne investita dai ricordi.
La sua camera, rimasta immacolata dalla sua partenza, diventó durante la permanenza a Roma il suo rifugio.
Mandó una foto della stanza sul gruppo delle ragazze rimaste ad Empoli, volendo condividere con loro quella parte di se che solo Ludovica conosceva.
La sua stanza infatti, era stracolma di quadri appesi, dipinti da lei stessa, che aveva conservato nel corso degli anni.
Era una passione che condivideva solo con la famiglia e con la sua amica storica, convinta di non essere poi così brava.
Ludovica aveva provato a dirle di sfruttare questa sua passione, ma ad Empoli era riuscita a dipingere solo una volta, troppo presa da ciò che succedeva intorno a lei.
Si fece una doccia, e si preparò felice.
Quella sera avrebbe rivisto Lavinia e Silvia, le sue amiche che, insieme a Ludovica, l'avevano accompagnata per tutta l'adolescenza romana.
"Mà io vado, c'è Lavi qua fuori". Sofia salutò la madre, intenta a ripulire la cucina, per poi dirigersi all'esterno della sua casa, dove l'amica la stava aspettando.
Si abbracciarono forte, e a Sofia scesero delle lacrime.
Nonostante tutto, per quanto Roma ormai non fosse più il suo posto da un bel po di tempo, certe abitudini le erano mancate. E anche le sue amiche.
Lavinia infatti era già passata a prendere Silvia, che scese dalla macchina per unirsi all'abbraccio.
"Ce sei mancata un botto Sofi"
"Anche voi, non sapete quanto".
Si diressero verso trastevere, luogo in cui avevano trascorso gran parte della loro adolescenza, per poi sedersi al loro solito bar. Nel corso degli anni avevano condiviso in quel luogo momenti si felici, ma anche momenti di condivisione di tristezze e paure.
Era proprio in quel bar infatti, che tempo prima Sofia aveva comunicato alle amiche che anche lei sarebbe andata a vivere ad Empoli.
Dopo aver ordinato, continuarono ad aggiornarsi su tutto ciò che era successo in quei mesi che avevano passato distanti.
"Senti un po', ma sto Marco com'è?". Ovviamente Ludovica aveva aggiornato le sue amiche storiche sulla sua frequentazione, riempiendole di audio sul loro gruppo whatsapp.
"È un cucciolone. In realtà tutti i ragazzi a modo loro sono fantastici. Mi ci trovo molto bene".
Sofia si ritrovò ad arrossire. Il suo pensiero, inevitabilmente, era ricaduto su Pietro.
Le amiche sapevano che la mora avesse avuto una nuova avventura ad Empoli, ma Sofia non era mai scesa nei dettagli.
"Mo che ce stai davanti, vogliamo sapere tutto. Sei stata molto vaga su di te Sofì, ti conosciamo".
Sofia sapeva che quel momento sarebbe arrivato, e si confidò quindi con le amiche.
Le aggiornò su tutti gli avvenimenti, da quando era arrivata in Toscana fino all'ultima notte che aveva condiviso con il biondo.
"A Sofì ma è palese che te sta sotto" Silvia annuì alle parole di Lavinia.
"Amo fidate, è cotto"
"Non lo so rega, veramente. È ovvio che ci sia attrazione fisica, ma non ne abbiamo mai parlato apertamente, non so che pensa"
"Sofì, tu sei terrorizzata perché hai paura di come dirgli di Rimini, e lo posso pure capì. Ma sei cieca se pensi che quello che provi per lui non sia ricambiato. Ludo ci ha raccontato come si comporta con te, visto che tu sei sempre così generica, e anche se non lo vediamo dal vivo, si capisce che c'è interesse".
Sofia non fece in tempo a controbattere che una notifica sul suo telefono la distrasse dalle amiche di fronte a lei.
Era un messaggio di Pietro.
Sorrise spontaneamente, ed aprì la notifica.
Era una foto di lui, Andrea e Duccio con le facce da cani bastonati, e in allegato c'era scritto "ci manchi😔". Sofia ridacchiò e rispose.
Era la prima volta che il ragazzo le scriveva. Ormai si era salvata il suo numero da quando l'aveva recuperata a Firenze, ma non si erano scambiati neanche un messaggio, fino a quel momento.
Lo sguardo sornione che le lanciarono le due amiche di fronte a lei, valeva più di mille parole.
Era fottuta, ormai ne era pienamente consapevole.
Si distrasse spostando l'attenzione sul fidanzato di Lavinia, con cui l'amica a breve avrebbe fatto un anno di relazione. Ma nel profondo della sua mente, il suo unico pensiero era il biondo.
Non vedeva l'ora di rivederlo. E questo pensiero, oltre che spaventarla, la elettrizzava.SPAZIO AUTRICE
Sto capitolo mi fa abbastanza schifo, ma dettagli.
Nel dubbio, viva l'amore fraterno e le amicizie che, nonostante tutto, continuano ad essere presenti nella vita di ognuno di noi.
Sono patetica e filosofica, i know, ma sopportatemi.
Fatemi sapere se la storia vi sta piacendo,
Lov u❤️🩹
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Dipingere la notte
Fanfiction"Il destino si prende gioco di noi" "E allora giochiamo,no?"