SO CHI SEI

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Non riusciva a fare niente.
Ci avevano provato, gli altri, a spingerla fuori dal letto.
Ma non voleva sentire ragioni.
Si era chiusa in un loop di pianti isterici e notti insonni, riuscendo a malapena a parlare.
Gli unici che aveva fatto entrare in camera sua, prima di urlargli addosso di andarsene, erano stati Ludovica e Andrea.
Sapeva che erano tutti preoccupati per lei, ma in quel momento l'unica cosa a cui riusciva a pensare era che meritasse di stare così.
Aveva fatto del male a Pietro, lo sapeva.
Ludovica e Andrea non si erano azzardati a nominarlo, in quei pochi momenti in cui erano riusciti a parlarle, ma lei lo sapeva.
Sapeva che Pietro stava male, come lei.
Ed era tutta colpa sua.

- UNA SETTIMANA PRIMA -
"Stasera quindi ottobit?" Sofia chiese conferma alla sua coinquilina, mentre usciva per andare a correre.
"Si, ci vediamo lì davanti per le 23:00. Oggi finiscono tardi le prove"
"Me presti il gel? Voglio prova lo chignon ma co sta mezza frangetta che ho è un incubo"
"Si, ma non me lo fini o ti ammazzo. Torno per le sette, cucini tu?". Sofia annuì, per poi salutare Ludovica e rimanendo sola a casa. Tirò un sospiro di sollievo.
In quei giorni, per quanto si amassero nonostante tutto, le due non facevano che discutere, è sempre per lo stesso motivo.
Dopo la notte di capodanno, Ludovica era tornata alla carica con Sofia, sottolineando il fatto che dovesse dire la verità a Pietro. Soprattutto perché la bionda aveva scoperto, facendo il terzo grado a Marco, ormai suo fidanzato, che Pietro voleva chiederle di uscire ufficialmente.
Sofia era sbiancata alla notizia. Ovviamente ne era più che felice, ma sapeva che non poteva farlo, non con quel segreto sulle spalle.
Con la scusa degli esami, era riuscita a chiudersi in casa, per studiare.
La verità era che non sapeva come fare per dire a Pietro la verità. Una sua eventuale reazione negativa, la terrorizzava al solo pensiero.
Il ragazzo in questione le aveva scritto praticamente tutti i giorni da quando si era autoreclusa.
Le chiedeva come stesse, e se le servisse una mano per studiare.
E ogni messaggio che arrivava, Sofia sentiva salire il senso di colpa.
Anche gli altri, comprese Huda e Ginevra, si facevano sentire con lei.
Ma lei rifilava a tutti la stessa scusa, che era indietro con gli esami e che doveva studiare.
Ma quella sera, lo sapeva, non poteva non essere presente.
Aveva dato il giorno precedente il penultimo esame che aveva programmato per la sessione invernale, ed aveva preso 28.
Gli amici sapevano che il prossimo l'avrebbe avuto a febbraio, quindi con la scusa di festeggiare, le avevano imposto di uscire.
Non vedeva Pietro dalla mattina di capodanno, e non sapeva come avrebbe reagito alla cosa.
Il suo nervosismo non diminuì neanche quando con le ragazze, preparandosi a casa delle due romane, si era persa in chiacchiere.
Quando lo vide, fuori il locale, il cuore mancò di un battito.
Era così bello, stretto nella sua camicia bianca, da togliere il fiato.
Venne accolta da tutti i ragazzi con baci e abbracci, e frasi come "ci sei mancata secchia" che le stringevano il cuore.
Pietro le sorrise, quasi timido, e le diede un bacio sulla testa.
"Sei bellissima con i capelli tirati su". Sofia arrossì, sorridendo.
Le era mancato. Le erano mancati tutti.
Si persero fra un drink e l'altro, ballando su ogni canzone, e Sofia cercò di scacciare le sensazioni di colpa che le attanagliavano lo stomaco.
Per un po' ci riuscì, e poi... la catastrofe.
Si sentì prendere dai fianchi, mentre era di spalle, e sussultò.
Si vergognò di se stessa nel constatare che aveva riconosciuto la stretta di Pietro, nonostante non lo avesse ancora visto.
"Ti va di andare fuori a fumare?" Sofia si girò e annuì, per poi seguire il biondo, che l'aveva presa per mano, trascinandola fra la folla.
Si accesero una sigaretta, rimanendo in silenzio.
"Sai, c'è una cosa... in realtà due che ti volevo chiedere". Sofia cominciò ad andare nel panico. Sapeva che quel momento prima o poi sarebbe arrivato, e non sapeva come agire.
"Dimmi piè" cercò di mantenere la calma, per quanto fosse possibile.
"Quando avevi intenzione di dirmi che ti sei tatuata una mia canzone?".
Pietro quella sera, per la prima volta, aveva visto la romana con i capelli raccolti, e si era accorto della piccola scritta sbiadita presente sul collo di Sofia.
Il fatto che fosse il titolo di una sua canzone lo stava facendo impazzire.
Aveva finalmente deciso di chiedere alla ragazza di uscire con lui, spinto dai ragazzi che continuavano a dirgli che era ovvio che il suo interesse fosse ricambiato.
"L'ho fatto l'anno scorso, in un momento difficile. Non sapevo fosse tua, in realtà. Ma come ho detto mesi fa, è la mia preferita"
"Tu non hai idea di quanto mi faccia impazzire questa cosa" Pietro le sfiorò il collo con una mano, facendo rabbrividire Sofia per il contatto inaspettato.
"Egocentrico" Sofia cercò di buttarla sul ridere. Lo sguardo di Pietro le stava scavando l'anima.
"Sofi, io non resisto più. Non so se sto facendo la cosa giusta, ma ho bisogno di dirtelo. Sono mesi che ti penso, in mille modi diversi. Non so se anche tu provi lo stesso, ma vorrei veramente provare a-" Pietro non riuscì a finire la frase, perché gli occhi lucidi di Sofia lo avevano folgorato.
"Che succede?" Sofia non riusciva a trovare le parole.
Stava per scoppiare, e non sapeva come fare.
"Piè io... c'è una cosa che devo dirti. Sono mesi che vorrei farlo, ma non ho mai trovato il coraggio. Come premessa te voglio solo di che se non ti ho detto nulla, è solo perché avevo paura. Paura di una tua reazione, ma soprattutto di perderti. Sei diventato fondamentale per me, e l'idea di non averti più vi-"
"Sofi. Parla. Che cazzo succede?" Pietro era terrorizzato. Non aveva idea di cosa potesse spaventare così tanto Sofia, e il fatto che centrasse lui gli spazzava il cuore.
"Mesi fa, abbiamo parlato di vecchie storie. Mi hai raccontato di quella ragazza, con cui hai dormito, e che ti ha lasciato solo. Vedi, io sta storia già la sapevo. Anni fa sono andata ad un concerto con ludo, e grazie a delle sue conoscenze so finita all'after party, dove sono stata co uno" Sofia fece un sospiro fra le lacrime. Si stava letteralmente buttando in un baratro, lo sapeva.
"Non dirmelo Sofi, ti prego. Non farmi questo" Anche Pietro ora aveva gli occhi lucidi. Stava iniziando a capire la situazione, ed era senza parole.
"Piè ti giuro, non... ho capito dopo che lo stesso con cui so stata anni fa eri tu. Eravamo piccoli, tu sei cambiato tanto, ci ho messo un po' a collega i pezzi e-"
"Da quanto lo sai" il tono di Pietro era quasi velenoso. Sofia sentiva come se la sua lingua fosse una frusta, che le stava arrivando dritta in faccia.
"Sofia, ti ho fatto una cazzo di domanda. Da quanto lo sai"
"Da più di due mesi. Ma ti giuro che volevo dirtelo, solo non sapevo come e" Pietro la zittì con un gesto della mano, prima di allontanarsi da lei che ormai, piangeva a dirotto.
"Sai quanto cazzo mi ci è voluto per convincermi del fatto che l'essere abbandonato non fosse collegato con la mia persona? Mesi Sofia. Mesi. Mi sono fatto mille paranoie, sul fatto di non essere abbastanza. Marco mi ha quasi preso a pugni, quando continuavo a non voler comparire nelle foto, per paura di non piacere. Alice poi, mi ha dato il colpo di grazia. Ma mi sono ripreso. E poi, sei arrivata tu. O forse dovrei dire tornata. Te l'ho spiegato cazzo, che le mie insicurezze mi mangiano da dentro, ma no, non ti è importato. Neanche quando ti ho raccontato di quella notte anni fa. Anche li, sei rimasta in silenzio. Come pensi che io mi possa fidare di te, eh?"
Ad ogni parola che il biondo le sputava contro, Sofia sentiva la terra inghiottirla.
Sapeva che sarebbe finita così, eppure faceva più male di quanto avesse previsto.
"Piè ti giuro, io non te volevo ferì. Mi sono spaventata, quando ho capito che eri tu. Sei importante per me, e solo l'idea di perderti mi ha terrorizzata a tel punto che non t'ho detto nulla. Avevo paura di ferirti, oltre che di perderti"
"Ora hai fatto entrambe le cose". Pietro la guardò un'ultima volta, prima di allontanarsi da lei.
"Piè ma dove vai?"
"Me ne vado. Non voglio guardarti un minuto di più. Avverti gli altri, magari con loro riesci a essere sincera. Te lo auguro" e scappò via.
Sofia si portò una mano al petto, continuando a piangere.
Singhiozzò per minuti interi, e continuò anche quando Ludovica e Marco, preoccupati per l'assenza dei due, andarono a cercarli fuori.
La trovarono seduta per terra, con il trucco ormai distrutto.
"Sofi, che cazzo è successo?" Ludovica prontamente le si sedette accanto, accarezzandola.
"L'ho perso Lù. Avevi ragione cazzo. L'ho perso, l'ho perso" Sofia non riusciva a smettere di ripetere quella frase.
Se la ripetè a mente anche quando Ludovica e Marco la misero a letto, prima che il platinato tornasse dagli altri per avvertirli che non si era sentita bene, capendo che la situazione era più tosta di quanto avesse immaginato.
Quella notte, fra una carezza e l'altra di Ludovica, Sofia non chiuse occhio, consapevole di avere il cuore spezzato, e di aver spezzato anche quello del biondo che tanto la tormentava.

SPAZIO AUTRICE
Capitolo un po' più lungo, per scusarmi dell'assenza.
Non so come sia venuto, forse lo rivedo. Non mi convince a pieno.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
So che può sembrare una stupidaggine la reazione di Pietro. Infondo è stata una cosa banale, solo una notte di sesso. Ma vi assicuro che quando una persona a cui teniamo ci rende partecipi di un segreto che ci riguarda, grande o piccolo che sia, è comunque una ferita.
Let me know se vi piace
Lov u❤️‍🩹

Dipingere la notte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora