Era arrivata che, ovviamente, il corso era già iniziato.
Per fortuna aveva perso solo il primo quarto d'ora, in cui il professore aveva per lo più fatto un resoconto del lavoro che gli studenti avrebbero dovuto preparare in vista dell'esame, quindi si ritenne soddisfatta.
Purtroppo per lei però, la sua testa era tutto tranne che concentrata.
Non smetteva di pensare al confronto che aveva avuto con Pietro al bunker.
Sperava che, dopo che avevano parlato, lui in qualche modo la perdonasse.
A quanto pare non era cosi.
Questo pensiero le fece passare ancora di più la voglia di essere sincera con lui, e raccontargli che, in realtà, era già successo.
Non immaginava scenari in cui questa eventuale conversazione sarebbe finita in modo positivo.
Si perse così tanto nei suoi pensieri, che neanche si rese conto che ormai si erano fatte le 16:30, ed il laboratorio si era concluso.
Si maledì da sola. Aveva passato letteralmente due ore a pensare alla situazione col biondino.
Uscita dalla facoltà, decise di fare due passi.
Quel santo di Andrea si era proposto per riportarla a casa, dopo il suo appuntamento.
La romana aveva provato a rifiutare, sentendosi in colpa, ma lui era stato irremovibile.
Avevano appuntamento alle 18:00 davanti l'università, quindi aveva tutto il tempo per una passeggiata con la sua amata musica.
Destino volle che, non appena fece partire la sua playlist, Spotify le regalò come prima canzone "DISORDINE", e Sofia si ritrovò a fare un sorriso amaro.
Era scombussolata.
Aveva capito che c'era qualcosa in Pietro che la attirava, ma dati i pochi momenti, oltre alle due notti passate insieme, che avevano condiviso, per lo più negativi, si rese conto che non sapeva cosa fare.
Voleva trovare in qualche modo una soluzione, ma non sapeva quale potesse essere.
Ludovica era la sua metà, e per quanto la bionda facesse finta di niente, Sofia sapeva benissimo che era cotta di Marco, migliore amico di Pietro.
Non voleva che i suoi errori ricadessero sull'amica, e voleva continuare a vedere e frequentare anche Huda e Ginevra, a cui si era affezionata incredibilmente tanto.
Ma sapeva anche, che era inevitabile la presenza dei ragazzi nella sua vita.
E la parte più egoista di lei, non voleva rinunciarci.
Non li definiva ancora amici, date le poche volte in cui si erano visti, ma tutti, eccetto il biondo, erano stati così disponibili e buoni con lei, che non voleva rinunciare alla possibilità di legarsi ancora di più a loro.
Decise di spegnere spotify, che continuava a proporle le canzoni del collettivo, quasi a prendersi gioco di lei, e si recò in libreria, uno dei posti che più la tranquillizzava al mondo, dopo lo stadio e casa sua.
Fece un giro fra gli scaffali, e storse il naso quando si rese conto che, giunta alla parte dei cd, in bella vista c'era il vinile di "FUORISTRADA", uno degli album dei ragazzi.
"Ma che è, na persecuzione?" Pensò.
Sentì il telefono vibrare, e si accorse che, come al solito, aveva trascorso in libreria più tempo del dovuto.
Andrea infatti, le aveva scritto che a breve sarebbe arrivato davanti la facoltà, dato che il suo appuntamento era terminato.
Si diresse dunque di fronte l'università, in attesa del corvino.
Una volta scorta la macchina del ragazzo, Sofia salì, e si fece raccontare da Andrea tutti i dettagli dell'incontro appena avvenuto.
"Sai, non lo avrei mai detto, ma mi fa piacere che tu mi stia raccontando queste cose. Sembra che questa ragazza ti piaccia davvero". Sofia confessò al ragazzo, mentre rientravano.
"So che sembro il tipico che ci prova con tutte, perché effettivamente è così, ma con questa ragazza è diverso. Sono praticamente due mesi che ci scriviamo, e solo oggi ci siamo visti dal vivo. Mi ci trovo molto bene, anche se c'è un piccolo problema". Sofia lo guardò con fare interrogativo.
"Potrebbe essere che, ecco... oddio ora mi prendi per un pedofilo". La romana lo incitò a parlare ancora, anche se sospettava dove il corvino volesse arrivare.
"Ha 17 anni. Ne fa 18 fra un mese. So che avendo 23 anni sono più grande di lei, ma ti giuro che non ci sarei mai arrivato se lei non me lo avesse detto. È molto più matura di alcuni nostri coetanei e-" Sofia frenò il fiume di parole che Andrea le stava rivolgendo, cercando di calmarlo.
"Non te devi giustifica. Se ti piace, ben venga. Certo, è piccolina, ma se pensi che possa andare avanti nonostante le differenze, allora daje". Andrea le sorrise, riconoscente.
"Gli altri non sanno questa cosa, per favore, non dirla a nessuno. Mi imbarazzerebbero a morte con i loro commenti, e finché non sarà qualcosa di certo, vorrei tenerla per me".
Sofia annuì.
"Tranquillo, acqua in bocca. Certo che a quanto pare ste minorenni ormai ve rapiscono tutti eh". Si fece scappare quel commento, pensando al video che l'amica le aveva mostrato la sera precedente.
Aveva ignorato quella notizia fino a quel momento, troppo presa a pensare al biondo.
"Sofi, ti posso fare una domanda? Se vuoi puoi anche non rispondere, è che sono curioso". Andrea si buttò, sperando che la romana non si arrabbiasse.
"Spara" le disse lei.
"Ieri, quando ti sei chiusa con Ludo nella stanzetta, potrei aver origliato parte della vostra conversazione e-" Sofia lo stava trucidando con lo sguardo.
"Non guardarmi cosi! Non è colpa mia se il tuo tono di voce quando ti innervosisci si alza, stavo andando in bagno, giuro che non volevo spiarti". Sofia sospirò.
"Andrè, che me voi chiede?" Andò dritta al punto, anche se aveva capito cosa volesse sapere il corvino.
"Sei stata con Holden, quello che mo sta ad amici?".
Sofia decise di essere onesta con lui. Lui si era fidato di lei, raccontandole della ragazza con cui si frequentava, e decise di ricambiare.
"Si, per un anno più o meno. Ci siamo conosciuti perché avevamo degli amici in comune, dei miei vecchi compagni del liceo. Abbiamo cominciato ad uscire insieme per bere, ballare, diciamo principalmente pe fa serata. Poi una sera ci siamo ritrovati solo io e lui, perché nessun altro poteva uscì, e abbiamo parlato ininterrottamente fino all'alba, di tutto quello che ci passava per la testa. Da lì poi ne abbiamo fatta un'abitudine, ed è successo. Solo che col tempo, mi sono resa conto che quello che credevo fosse amore nei suoi confronti, almeno da parte mia, era solo grande affetto. E nei mesi mi sono illusa che quella che in realtà era ormai abitudine, fosse un sentimento che andasse oltre l'amicizia, ma non è stato così".
"E com'è finita, se posso chiedere?"
"Di base bene. Cioè, non se semo lasciati felici ecco, sono sicura che lui ce l'abbia a morte con me, però eravamo rimasti che ci saremmo stati l'uno per l'altro, a prescindere dai trascorsi. Ma è da quando mi ha urlato contro a fine luglio che non lo vedo e non lo sento, quindi ora non ti saprei di se le cose stanno apposto o meno. Anche se credo che stia bene. Dopotutto sta co un'altra, quindi..." Sofia cercò di fare la vaga.
Era rimasta ferita dal video di Joseph e Sarah che si baciavano.
Non perché provasse ancora dei sentimenti per il ragazzo, che forse non aveva neanche mai provato davvero. Era risentita perché le sembrava incoerente da parte sua che, dopo che le aveva sempre ripetuto che la musica era il suo centro, si era lasciato "distrarre" da una ragazza.
Avevano discusso per giorni interi sull'eventuale partecipazione al ragazzo al programma della De Filippi.
Sofia era fermamente convinta che i commenti negativi, legati al fatto che fosse il figliastro della Pausini, l'avrebbero distrutto.
Joseph, dal canto suo, le aveva sempre ripetuto che a lui interessava solo far conoscere la sua musica, e che il talent poteva essere un'ottima occasione.
A quanto pare, pensò amaramente, era stata un'ottima occasione anche per sostituirla.
E pensare che l'ultima volta che si erano visti lui le aveva urlato addosso, dicendole che era stata una stronza, perché lui la amava ancora.
A quanto pare, non era così difficile da dimenticare.
"Vuoi venire al bunker? Mi ha scritto Dario che le ragazze sono ancora lì. Vi vuole far ascoltare la canzone di Sanremo, per avere un parere. Dopotutto, sei una nostra fan..." Andrea cambiò argomento. Si era accorto che nel parlare del suo ex, Sofia si era fatta più pensierosa di quanto non lo fosse già. E sotto sotto sperava che, tornando nel luogo in cui c'era anche Pietro, avrebbe capito cosa c'era che non andava fra i due.
Sofia arrossì e, presa dall'imbarazzo di essere stata definita una fan, accettò.
Realizzò troppo tardi che tornare li avrebbe implicato anche rivedere Pietro.
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Dipingere la notte
Fanfiction"Il destino si prende gioco di noi" "E allora giochiamo,no?"