RAGGIO MORTALE

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I giorni passavano, e Sofia aveva finalmente ricominciato l'università, questa volta seguendo le lezioni in presenza, alla tanto agognata sede di Firenze.
Si divideva le giornate fra l'università, il lavoro al bar di Ezio e serate a casa con Ludovica, Ginevra ed Huda.
Aveva messo piede al bunker solo la sera della discoteca, ma dopo aver visto come era stata freddata dal biondino, non aveva più avuto coraggio di incontrarlo.
Ludovica sapeva le sue motivazioni, mentre ad Huda e Ginevra aveva solo accennato che dato l'inizio delle lezioni, preferiva prima riprendere il ritmo e poi ricominciare ad avere una vita normale per una ragazza ventenne. Le due avevano capito che c'era qualcosa di più sotto, ma avevano rispettato la decisione della romana di tenere per se le spiegazioni.
Con i ragazzi si era cominciata a seguire sui social, ed aveva realizzato spizzandoli che la colonna sonora che da tempo accompagnava le sue giornate, era la loro. In particolare quella del biondino.
La sua "disordine", canzone che si era addirittura tatuata dietro il collo, era a quanto pare frutto della mente di Pietro, e la voce roca che sfiorava le sue orecchie praticamente ogni giorno, era appunto quella del biondino.
Ma la cosa che più la terrorizzava, era che la canzone "SO CHI SEI", una delle sue preferite, era la stessa che aveva sentito cantare alla band all'apertura del concerto di Blanco, ben 4 anni prima.
Stava cercando di collegare i pezzi, e non riusciva a capacitarsi che, probabilmente, aveva conosciuto i ragazzi già anni prima, soprattutto Pietro. Nello stesso identico modo in cui si erano conosciuti oramai due settimane fa.
"Amo, stasera ti va se ti vengo a fare compagnia con le altre al bar? Così quando stacchi ci beviamo una birretta e non torni sola". Si sentì dire da Ludovica, mentre si preparava per andare a correre.
"Va bene amo, attacco alle 19:00 e stacco alle 23:00, voi venite quando ve pare".
Sentì l'amica urlarle che sarebbero andate da lei per le 21:00, e poi la porta di casa sbattere.
Era di nuovo sola.
Voleva parlare con la sua amica, veramente tanto.
Ma aveva paura.
Paura di risultare una pazza, perché la notte del concerto di Blanco aveva bevuto pure l'acqua del battesimo, e non era certa che il biondo dell'hotel fosse Pietro, ma soprattutto paura di avere ragione.
Aveva paura di avere ragione perche molte volte le era capitato di ripensare a quella notte, all'unica volta, ormai non più la sola, in cui si era concessa ad un perfetto sconosciuto.
Negli anni aveva avuto solo una relazione, con Jospeh, in cui aveva confuso il suo forte affetto per il ragazzo con quel sentimento contorto che tutti chiamano amore. Ma mai aveva avuto avventure. Se non quella con il biondino.
Guardó l'orologio, e si rese conto che era ora di prepararsi per andare a lavoro.
Giunse al bar, e dopo l'accoglienza di Ezio, si mise la divisa e cercó di concentrarsi servendo i clienti.
Passarono un paio d'ore, quando vide entrare dalla porta le sue amiche, seguite però da alcuni dei membri del collettivo.
Fece un sospiro di sollievo quando si rese conto che Pietro non era fra loro. Al tempo stesso però, ci rimase male.
"Devo averlo offeso proprio tanto" pensó.
Fece finta di nulla, e sorrise ai nuovi arrivati.
"Sofi, come va? Sembra di non vederti da una vita!" Dario fu il primo a rivolgerle la parola, e la romana quasi si sentì in colpa.
I ragazzi fin da subito erano stati accoglienti con lei, e lei era sparita.
"Giuro che torneró a darvi fastidio, sto solo cercando di abituarmi a questi nuovi ritmi" rispose con la solita scusa, e in seguito cominció a preparare i drink che i ragazzi le avevano richiesto.
"Quando hai una serata libera?" Le chiese Jacopo mentre gli serviva il suo mojito.
"In teoria questo venerdì, perché il sabato pomeriggio ho il laboratorio di arte creativa per i bambini, quindi Ezio mi ha concesso il venerdì sera di riposo".
"Allora devi passare al bunker! Facciamo una serata tranquilla, qualche birra e due chiacchere, così poi sabato non stai a pezzi" le disse Andrea mentre le sorrideva.
Sofia non seppe rifiutare, e si ritrovó costretta ad accordarsi con i ragazzi per passare il venerdì sera insieme, facendosi promettere di non esagerare, dati i suoi impegni del giorno successivo.
Continuó a lavorare, mentre i ragazzi si sedettero ad un tavolo in disparte a chiaccherare.
Si fecero le 23:00 e il suo turno finì, così salutó Ezio e i suoi colleghi, per poi ricongiungersi con i superstiti del tavolo 9, dove si erano seduti i suoi amici.
"Amo i ragazzi sono andati al bunker richiamati da Ghera. A quanto pare Pietro è riuscito a finire la sua strofa per la canzone di Sanremo giovani". Ginevra le comunicó la notizia e a sentire il nome del biondino, Sofia si rabbuió.
"Tutto ok sofi?" Huda si era accorta di quel cambio di umore, e cercó di indagare.
"Sisi, sono solo stanca. Vi va di venire da me e ludo per un film? Tanto domani abbiamo entrambe lezioni nel primo pomeriggio". Sofia svió la domanda, ma le ragazze rifiutarono, l'indomani avevano degli impegni mattutini. Rimasero d'accordo però di vedersi il giorno successivo e tornare a farle compagnia a lavoro.
Ludovica e Sofia dunque si recarono a casa, dove, dopo essersi messe in pigiama, si presero delle birre dal frigo e si misero a chiaccherare in salotto.
Sofia però, era più che distratta, e l'amica se ne accorse.
"Ok Sofi, io ho fatto finta di niente per un po', ma ora me devi di che sta a succede".
Sofia lo sapeva, lo sapeva benissimo che l'amica si era accorta che qualcosa non andava. D'altronde, erano una la copia dell'altra, e spesso si capivano prima di loro stesse.
Decise dunque di buttare la spugna e confessarle i suoi pensieri, sperando che ciò potesse aiutarla a sentirsi più leggera.
Le spiegó tutto, dai collegamenti fatti con la scoperta del collettivo, al fatto che sospettava che Pietro potesse essere il fantomatico biondino del palco con cui era stata anni fa.
"Torna tutto amo, capisci perché sono in crisi? Ho cercato anche le vecchie foto. È cambiato molto, con la barba e il capello più lungo sembra tutt'altra persona, ma sono convinta al 99,9% che sia lui, e questa cosa mi terrorizza".
Ludovica era rimasta in silenzio a sentire lo sfogo dell'amica, poi sospiró e le rispose.
"Sofi, devo essere sincera. Avevo dei sospetti su chi potesse essere il ragazzo del concerto di Blanco, ok che eravamo ubriache, ma io ricordo perfettamente di essere finita a letto con Marco per la prima volta quella notte. Anche io sono rimasta sconvolta quando, arrivata qua, me lo sono ritrovata praticamente ovunque, soprattutto perché per me non è mai stato "Caph dei bnkr", anzi. Marco è Marco, punto. Non ho mai indagato sul tuo biondino di quella notte perché oltre ad avermi detto che l'avevi adocchiato sul palco, e anche io te lo avevo fatto notare, non mi hai mai detto che cantava. Ho pensato che potesse essere un fotografo, o un tecnico che ne so, visto che all'epoca non erano neanche così famosi, ma in effetti ciò che dici ha senso".
Ludovica non era poi così sconvolta.
Lei stessa aveva dovuto fare i conti con l'essere andata a letto con un "personaggio famoso", ma lei aveva avuto più possibilità dell'amica nel conoscere Marco, dato che da quando aveva fatto amicizia con Huda e Ginevra si vedevano praticamente tutti i giorni.
"Non so che fare amo, veramente. Sembrerei una pazza se andassi da lui a dirgli che oltre l'altra sera, a quanto pare siamo andati a letto insieme anni fa, e che l'ho abbandonato per ben due volte. Vedendo come se l'è presa per l'altra volta, non saprei proprio come potrebbe reagire sapendo che è già successo". Sofia era sconsolata.
Ormai era chiaro come l'acqua per lei che il biondino era sempre stato uno e solo, ma non sapeva come comportarsi.
"Amo io ti dico così : fra due giorni abbiamo la serata al bunker, sicuramente ci sarà anche Pietro. Se te la senti, lo prendi in disparte e ci parli, di tutto. Così vedi come reagisce".
Sofia scosse la testa quasi spezzandosi il collo.
"No amo, me rifiuto. Quello me prende pe na matta. Verrò al bunker ovviamente, ormai ho detto di sì, ma non riuscirò mai a parlarci".
"Vedi tu amo, per me sarebbe la cosa migliore. Soprattutto perché, fino a prova contraria, oltre che un ragazzo che te sei fatta, è anche il tuo cantante preferito".
Sofia aveva cercato di ignorare quel dettaglio. Soprattutto il fatto che la canzone che si era tatuata era proprio del biondino.
"Famo na cosa, dormiamoci su. Venerdì poi si vedrà". Sofia chiuse così la conversazione, sperando che la notte potesse in qualche modo portarle consiglio, come diceva il detto.
Non sapeva veramente cosa fare.

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