FARSI MALE A NOI VA BENE

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Si squadrarono per un minuto intero, poi la bionda prese parola.
"Immagino tu sia Sofia" la romana in questione alzò un sopracciglio. Come faceva la sorella di Pietro a conoscerla?
"Pi mi ha parlato così tanto di te che ti riconoscerei anche al buio. Vieni, entra" nonostante il tono abbastanza freddo, Sofia non tentennò. Aveva un obbiettivo, e voleva portarlo a termine.
Asia la fece accomodare in cucina, chiedendole se volesse un caffè. Sofia, che aveva più occhiaie che ore di sonno nel corpo, non rifiutò.
Non sapeva cosa dirle. Se Pietro le aveva parlato di lei, evidentemente sapeva anche di cosa gli aveva fatto. Allora perché non l'aveva cacciata? Le stava addirittura offrendo un caffè.
Il suo flusso di coscienza venne interrotto da Asia, che le porse il suo caffè.
La bionda poi, si sedette di fronte a lei e dopo aver praticamente respirato il contenuto della sua tazzina, le rivolse parola.
"Se ti stai chiedendo il perché non ti ho sbattuto la porta in faccia, sappi che mi è venuto in mente" Sofia quasi si strozzò con il caffè.
"Io amo mio fratello, più della mia vita. E proprio perché lo amo con tutto il cuore, so che sto facendo la cosa giusta. L'hai ferito a morte, sappilo. L'unica volta in cui l'ho visto così, è stato dopo che Alice lo ha mollato per quella merda del suo ex. E lo chiamo merda perché è un viscido schifoso, non perché è il ragazzo dell'ex di mio fratello, sia chiaro". Sofia accennò un sorriso. Lei avrebbe detto la stessa cosa di ogni nuova frequentazione degli ex di Ludovica.
"Io posso capire il motivo per cui non gli hai detto subito la verità. È difficile farlo con la consapevolezza che potrebbe andare male. Ho apprezzato il fatto che tu alla fine glielo abbia detto. Certo, potevi farlo prima, ma non voglio soffermarmi sul passato. Ti sto dando una possibilità Sofia, perché nonostante la sofferenza che gli hai causato, so che sei quella giusta per lui. In questi mesi, ogni volta che lo chiamavo, non faceva che parlare di te. E anche se eravamo in videochiamata, vedevo i suoi occhi brillare di gioia, come non lo vedevo da tempo. Ti sto chiedendo di far tornare a splendere i suoi occhi. So che puoi farlo. Anzi, devi. Glielo devi"
Sofia annuì ad ogni frase pronunciata da Asia, sentendo gli occhi pizzicare.
Una tempesta di emozioni la stava logorando dentro, e rivedeva nella ragazza di fronte a lei la pura devozione che solo chi ha un fratello può comprendere.
"Ora, prenderò Sangy e uscirò per una passeggiata. Una mezz'ora, e sono di nuovo qui. È in camera sua, al piano di sopra, seconda porta sulla sinistra" Asia pronunciò quelle parole alzandosi, ma venne fermata dalla romana.
"Io... grazie, veramente. Non saprei che altro dirti, se non grazie. Dal cuore"
"Non ringraziarmi. Lo sto facendo per mio fratello. Solo, non romperlo ancora di più. Ricuci il suo cuore, so che puoi farlo" e si recò in salotto, richiamando una stupenda palla di pelo.
Sofia era talmente presa dalla sorella del biondo che non si era accorta, entrando, del cane che stava dormendo beato ai piedi del divano, fino a quel momento.
Una volta che Asia uscì, Sofia prese coraggio, e salì al piano di sopra.
Fece un respiro profondo, e bussò alla porta del biondo.
Le mani le tremavano, e sentiva il suo cuore battere all'impazzata.
"Asia, te l'ho detto. Portalo tu Sangy, non ho voglia di uscire" Sofia rimase immobile.
Non sapeva se parlare, se bussare ancora o cosa fare.
Non ebbe il tempo di pensare, perché si ritrovò davanti Pietro.
Aveva aperto la porta della sua camera con fare scocciato.
"Avevi promesso che-" quando il biondo si rese conto che davanti a lei non c'era sua sorella, ma Sofia, si bloccò.
La guardò dall'alto in basso, con occhi stanchi.
"Che ci fai tu qui?"
"Mi ha fatta entrare tua sorella. Io... ti volevo vedere Piè. E parlare con te"
"Non abbiamo nulla di cui parlare. Hai fatto un viaggio a vuoto. E Asia sta volta mi sente per davvero"
"Non te la prende con lei. È uscita con il vostro cane, per farci parlare" Pietro la guardò storto.
"Io non ho nulla da dirti" Sofia sentiva gli occhi pizzicare, di nuovo. Ma cercò di resistere.
Sapeva che non sarebbe stato facile, per niente. Ma era lì per un motivo, e non se ne sarebbe andata facilmente.
"Io si Piè. Ti chiedo solo di ascoltarmi. Se poi me vuoi manda a fanculo, lo accetto. Ma ti prego, famme parla" Il biondo provò a resistere allo sguardo supplichevole della ragazza davanti a lui. Ma alla fine cedette, e la fece entrare.
"Hai cinque minuti, non di più" Sofia tirò un sospiro di sollievo. Era un inizio.
Si sedettero sul letto, uno davanti all'altro.
Pietro le fece cenno con la mano di parlare, per poi fissarla in un religioso silenzio.
"Non so bene da dove iniziare. Volevo innanzitutto scusarmi, per tutto. Quando ho scoperto la verità, mi sono spaventata. Non avevamo ancora chiarito, e tu eri incazzato a bestia con me. Il terrore di una tua ulteriore rabbia, all'idea di farti sapere che per ben due volte ti avevo lasciato solo, mi ha bloccata. Io so che non mi crederai, ma non l'ho fatto per farti male. Ne la prima ne la seconda volta. Sei stato la mia unica avventura, seppur due volte. Quando a Rimini mi sono svegliata nel tuo letto, so andata nel panico, e sono scappata, poi l'ho fatto di nuovo qui. Ma non per colpa tua. Ti vedo Piè tu... tu sei bellissimo ai miei occhi. Ma avevo paura, non ti conoscevo e non so solita andare col primo che passa, quindi ho preferito ignorare la cosa. Quando poi siamo diventati amici, inevitabilmente me so affezionata, e con la paura di perderti, so stata zitta. Ma non potevo continuare a mentirti, non dopo quello che mi stavi dicendo quella sera all'ottobit. Non dirti niente mi ha uccisa per mesi, e sapere come sei stato in queste settimane, è stato un colpo al cuore. Quindi ci sto provando, a chiederti scusa, per la seconda volta. Veramente piè, mi dispiace. Io ci tengo a te, a noi, che tu non ne hai idea. Spero che le mie parole possano risultare sincere ai tuoi occhi, perché anche se so passare solo du settimane, a me sembra di non vederti da anni, e ci sto male" Sofia si fermò e riprese fiato.
Aveva buttato fuori quasi tutto, escludendo come era stata nelle ultime due settimane.
Non voleva che il biondo davanti a lei pensasse che il suo obbiettivo fosse solo quello di fargli pena, descrivendo la sua sofferenza. Voleva che lui le credesse. Lo voleva di nuovo nella sua vita.
Rimase in attesa, giocando con le sue stesse mani.
Per cinque minuti buoni nella stanza non volò una mosca.
Poi, Pietro parlò.
"Io vorrei odiarti Sofi, lo vorrei tanto. Anche se pensavi che non dicendomi la verità mi stavi facendo del bene, ti sbagliavi. Mi hai ferito. Non... io ho difficoltà nell'aprirmi con le persone, soprattutto quando si tratta di parlare di me, di ciò che provo. Anni fa ho sofferto quando mi hai lasciato solo, perché speravo di rivederti, e di quello stupido biglietto non sapevo cosa farmene. Pensavo non ti fosse piaciuto, ma il fatto che mi avevi scritto di aver passato una notte indimenticabile mi ha consolato per un po'. Quando poi siamo finiti a letto di nuovo, mesi fa, è stato solo che peggio. Non hai lasciato niente, e le paranoie che ho avuto per mesi dopo la rottura con Alice sono tornate a galla. Ho ricominciato a pensare di non essere abbastanza, e quando ti ho rivista al bunker, tutta contenta, ho provato ad odiarti. Ma non ci sono riuscito allora, e non ci riesco neanche ora. Ho deciso di metterci una pietra sopra perché speravo di poterti conoscere, e di superare i blocchi che ho da sempre. Ma all'ottobit mi hai spezzato il cuore. Non tanto per la cosa in se, ma perché me l'hai tenuta nascosta" Pietro sospirò, e solo in quel momento sollevò lo sguardo su Sofia, rimasta in silenzio per tutta la durata del suo discorso. La trovò con gli occhi lucidi, mentre continuava a torturarsi le mani.
Pietro le prese entrambe e le strinse, cercando il suo sguardo. Voleva guardarla negli occhi.
"Io non ti odio. Non... mi è impossibile farlo. Immagino che tu abbia parlato con Asia, mentre eri qui. Lei fin da subito mi ha spinto a darti una possibilità, a prescindere da dove saremmo finiti. È mia sorella, la persona più importante per me, quindi mi fiderò di nuovo di lei, sperando di non rimanere scottato di nuovo" Pietro, per enfatizzare le sue parole, accennò un sorriso alla ragazza di fronte a lui, che, immobile, lo ascoltava parlare.
"Grazie piè. Tu sei importante per me, e ti sono grata per darmi quest'altra possibilità".
Si sorrisero, col cuore più leggero.
Pietro le porse la mano, come mesi fa, facendo ridacchiare la mora.
"Amici?"
"Amici".
Sofia cercò di rimanere impassibile alla domanda del biondo.
Sapeva che ci sarebbe voluto del tempo per ricomporre i pezzi, ma la definizione amico per lei, non includeva di certo Pietro, anzi.
Ma non si scoraggiò del tutto.
Era disposta a recuperare la sua fiducia, ad inserirsi di nuovo nella sua quotidianità.
Era disposta ad aspettare.
Per lui, avrebbe aspettato mesi. Anche anni, se ce ne fosse stato il bisogno.

ANGOLO AUTRICE
Plotwist due capitoli in una botta, non chiedetemi perché.
Sono un po' più lunghi del solito, ma volevo descrivere al meglio tutta la situazione, chiarimento compreso.
Restituire fiducia ad una persona che ci ha fatto male, non è facile. Ma neanche impossibile.
Le seconde possibilità esistono, basta solo capire quando ne vale la pena darle.
E dopo sta frase poetica che manco mia madre, vi auguro una buonanotte.
Fatemi sapere se la storia vi piace,
Lov u
❤️‍🩹

Dipingere la notte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora