Halloween era arrivato.
E come la perfetta rompipalle che era, Sofia lo detestava.
Quando ancora si trovavano insieme a Roma, Ludovica aveva provato a passarle la sua dipendenza dalla festività, ma con la mora non aveva mai funzionato.
Odiava i film horror, odiava travestirsi e soprattutto, odiava vedere come fosse l'unica fra i suoi amici a pensarla in questo modo.
"Ma come è possibile che odi halloween! Dai Sofi, non rompere. Ghera lo ama e da quando l'anno scorso si è coalizzato con Ludovica, ha indetto una gara su chi facesse più paura agli altri".
Era da mezz'ora che Duccio provava a convincere la romana a travestirsi insieme a lui da Cosmo e Wanda, nonostante il ragazzo avesse i capelli rossi.
La sua giustificazione era che Cosmo, avendo i poteri speciali, si era tinto.
Come risposta aveva ottenuto un paio di insulti dalla romana, che gli ricordò come non si trattasse di Carnevale, bensì di Halloween.
Non riuscendo a resistere agli sguardi languidi di Duccio, alla fine giunsero ad un compromesso : si sarebbero travestiti da Velma e Shaggy, in memoria del cartone animato che la romana tanto amava da piccola.
La festa si sarebbe svolta quella sera a casa di Gherardo, che per l'occasione aveva indetto una maratona di classici film horror, e una serata all'insegna dell'alcol.
Sofia si preparò, seppur controvoglia, con le altre ragazze, per poi dirigersi a casa dell'amico.
Mentre si dirigevano al luogo prestabilito, la chiamò Andrea.
"Sofi, lo sai che ti voglio un mondo di bene, vero?" Il ragazzo cominciò a lodarla, e Sofia capì che c'era qualcosa sotto.
"Andrè che te serve?"
"Mi devi coprire con gli altri. Sono bloccato nel traffico, ho visto Giulia oggi pomeriggio e mi sono scordato di controllare l'orario. Puoi inventarti qualcosa?".
Sofia sospirò. Non era la prima volta che il corvino le chiedeva favori riguardo la sua frequentazione, troppo spaventato dal giudizio dei suoi amici.
La romana aveva provato a spiegargli che non l'avrebbero mai giudicato, anzi, sarebbero stati contenti del fatto che finalmente aveva messo la testa a posto, ma lui non voleva sentire ragioni.
"È l'ultima volta. Te lo dico Andrè. Famo cosi, quando ti manca poco, scrivimi. Ti chiamerò e ti chiederò di passare nella farmacia aperta ventiquattr'ore a comprarmi il buscofen per il ciclo. Ok?"
"Grazie Sofi sei la migliore". La romana ridacchiò. Andrea era un adulatore nato.
Tornò dalle amiche inventandosi che a chiamarla era stata la madre, per salutarla.
Si distrassero discutendo su quale film horror fosse il migliore, e prendendo in giro la romana, che solo all'idea di doverne vedere più di uno rabbrividiva.
Ridendo e scherzando, arrivarono a casa di Gherardo.
Ad accoglierle fu il padrone di casa, accompagnato da una ragazza che finora non avevano mai visto.
"Ragazze, vi presento mia sorella, Allegra". Sofia scorse Ginevra rilassare le spalle dopo la risposta del ragazzo, ma decise che avrebbe indagato in seguito.
Si presentarono, per poi dirigersi in salotto, dove trovarono già tutti i ragazzi sparsi fra il divano e le poltrone.
"Sei pronta a cagarti sotto, Velma?" Pietro la prese in giro.
Da quando si erano riappacificati, avevano cominciato a chiacchierare del più e del meno, per poi continuare stuzzicandosi ogni qual volta ne avevano l'occasione.
"Non me devi rompe il cazzo Piè, non è colpa mia se me fanno caga gli horror". Sofia rispose stizzita, non riuscendo però a trattenere un sorrisino.
Era contenta che il biondo stesse cominciando a lasciarsi andare con lei.
Certo, non potevano dire di avere un rapporto stretto come quello che la mora stava costruendo in particolare con Andrea, ma stavano cominciando a scoprirsi l'un l'altro, sempre più a fondo.
"Raga, ma Faster dov'è finito? Sono ore che non risponde ai messaggi".
Sofia raggelò alla domanda di Jacopo, e visto che il corvino ancora non le aveva scritto, decise di mandare avanti il loro pseudo piano da sola.
Fece finta di cercare qualcosa in borsa, per poi dire "ah! Meno male che non è ancora arrivato. Mi ero dimenticata di aver finito il buscofen. Lo chiamo e gli chiedo se me lo può portare". Disse quelle parole velocemente, per poi uscire in balcone con una heets, pronta a fare la ramanzina al ragazzo.
"Andrè ma quanto cazzo ti manca? Si sono accorti che sei sparito da ore"
"Ti stavo per scrivere, ho preso tutto. Fra 10 minuti sono da Ghera"
"Ricordati che è l'ultima volta che ti copro, muoviti". E attaccò.
Come promesso, il corvino in dieci minuti arrivò a casa dell'amico, per poi dirigersi in balcone dalla romana, che nel mentre era stata raggiunta da una Huda vestita da strega.
"Ecco a lei signorina" disse porgendole la medicina.
Lei lo trucidò con lo sguardo, per poi abbracciarlo.
"Stronzo". Lui di risposta le schioccò un bacio sulla guancia, per poi tornare dagli altri.
"Mi devi dire qualcosa?" Huda la guardava con fare malizioso.
"Sempre a pensare male stai! Siamo amici. E poi direi che ho già inciuciato troppo con un membro del collettivo, no?" L'amica rise alla risposta di Sofia, per poi sentirsi richiamare da Dario.
"Principesse, è ora di iniziare la nostra maratona, per la gioia di Sofi". Disse il pelato, e tutti risero.
"C'è poco da ridere, bastardi. Iniziamo questo supplizio prima che me ne torno a casa".
Il primo film, scelto da Marco, fu Shining, a detta sua, "un classicone di questo genere".
Sofia avrebbe voluto tenere la mano di Ludovica, come era abituata fare quando aveva paura.
Vedendola abbracciata su una poltrona con Marco però, capì di non poterlo fare, mettendo su un broncio enorme.
Non era gelosa, anzi.
Era contenta che i due avevano cominciato a passare del tempo da soli anche al di fuori della camera da letto, ma in quel momento aveva bisogno di un contatto con qualcuno. Soprattutto perché, per creare l'atmosfera, Ghera e la sorella avevano spento praticamente tutte le luci della casa, lasciando qualche candela qua e là.
"Se continui a tenere il broncio ti verranno le rughe". Pietro, che magicamente si era seduto per terra accanto a lei, dato che gli altri avevano occupato tutti i posti disponibili fra divano e poltrone, le sussurrò queste parole in modo tale che le sentisse solo lei.
"Ludo sa che quando ho paura voglio la sua mano. Ma sta amoreggiando co Marco, tacci sua".
Pietro ridacchiò vedendo l'espressione imbronciata della romana, e le mise un braccio intorno alle spalle.
"So che non sono Ludo, ma accontentati". Sofia arrossì, e solo in quel momento ringraziò Ghera per essere al buio.
Era la prima volta che si trovavano così vicini da quando avevano chiarito, e, per quanto non volesse ancora ammetterlo ad alta voce, il biondo aveva un certo ascendente su di lei.
Pietro, dal canto suo, aveva fatto quel gesto spontaneamente.
Si era seduto accanto a lei di proposito, all'inizio solo per darle fastidio con qualche battuta.
Ma dopo aver visto quanto risultasse tenera nel suo essere imbronciata, le aveva fatto tenerezza.
Dopo la loro conversazione e la stretta di mano in segno di pace, avevano cominciato a parlare di più, sempre in compagnia, ma il biondo stava riscoprendo nella mora che in quel momento stava stringendo una persona piena di valori, dolce, empatica ma, cosa che lo spaventava di più, sopratutto una persona che sembrava capirlo come nessun altro.
Si trovavano d'accordo su moltissime cose di cui avevano discusso nel tempo trascorso insieme e, inevitabilmente, Pietro si stava affezionando a lei.
La loro bolla di pace venne risvegliata da Sofia che, spaventandosi per l'arrivo improvviso di un personaggio sullo schermo, aveva cacciato un urlo che si sarebbe sentito fino in Sicilia.
Tutti risero alla sua reazione, al che lei decise che era il momento di una pausa da quel film traumatico, e decise di farsi una heets in santa pace sul balcone.
Si ritrovò piacevolmente stupita quando venne raggiunta da Pietro.
"Non guardi il film?"
"Non mi va in realtà. Lo so a memoria. Ti faccio compagnia, se non ti do fastidio".
Sofia sorrise, e i due passarono la serata così, a chiacchierare come se fossero soli in quella csss, con in sottofondo le risate e le urla per il film dei loro amici. Inconsapevoli che proprio questi ultimi, vedendo come i due si erano rinchiusi nelle loro chiacchiere, avessero deciso di non disturbarli.
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Dipingere la notte
Fanfiction"Il destino si prende gioco di noi" "E allora giochiamo,no?"