GUIDA SPERICOLATA

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Fra una risata e l'altra, le ragazze si ritrovarono davanti il locale.
Una volta dentro, decisero di andare subito a prendere da bere, vedendo la fila che si stava creando al bancone.
"Che vi preparo bellezze?" Chiese il barista.
"4 negroni sbagliati per favore". Prima che potessero aprire bocca, Ludovica aveva scelto per loro.
"Non voglio sentire una parola. Questa è la prima vera serata di Sofi qui ad Empoli e voglio che sia memorabile quindi mute e beveteve sto schifo, non ve ne pentirete".
"Le ultime parole famose" disse Sofia ridendo.
E aveva ragione.

Si stava divertendo da matti, ballando con le altre ragazze.
Era da tempo che non si sentiva così bella e sexy, ma soprattutto, libera.
Continuava a dimenarsi, cantando a squarciagola tutte le canzoni commerciali che il dj stava mettendo a palla, quando all'improvviso vide il volto di Huda scurirsi.
"Dario è qui. L'ho visto andare verso l'area fumatori. Che faccio?" Chiese con sguardo supplicante alle amiche.
"Amo io te dico buttate. Vacci a parlare, prova a chiarire, male che va torni da noi e ci pensiamo noi a te" Ludovica suggerì questo all'amica, e Sofia e Ginevra annuirono. In fondo, era la cosa migliore provare a chiarire sapendo che in qualsiasi modo fosse andata, loro erano lì per supportarla.
"Va bene, vado. Auguratemi in bocca al lupo". Le ragazze le sorrisero, e Huda sparì fra la folla.
"Ragaa, ve lo fate un altro drink?" Sofia urlò alle amiche presa dall'euforia, ma loro scossero il capo.
"Amo io fra un po', prima voglio ballare sta canzone" Ginevra si trovò d'accordo con l'amica, quindi Sofia si diresse al bancone da sola, rimanendo d'accordo con loro che si sarebbero ritrovate per il prossimo giro dove lei si stava dirigendo, a canzone finita.

Barcollante, si avviò verso il tanto agognante bancone.
"Mi fai un rum&cola?" Chiese al barista, e nell'attesa si accese una heets.
"Amo stai attenta, qui non ti fanno fumare, per questo c'è l'area fumatori all'esterno".
Sentendo queste parole, Sofia sobbalzò.
Non si era accorta che mentre aspettava il suo drink, era stata raggiunta da Huda e da un ragazzo che riconobbe come il tanto famoso Dario.
"Manco se può fuma in pace.... Vabbè, comunque io sono Sofia, tu sei Dario, giusto?"
La romana si rivolse al pelato con un sorriso. Aveva capito che l'amica e il ragazzo avessero fatto pace, visto il sorriso che non riusciva a sparire dal volto di Huda.
"Si, sono io, piacere. Finalmente ti conosco, le ragazze parlano di te in continuazione".
La romana ridacchiò, per poi afferrare il suo drink pronto e proporre ai due ragazzi di ricongiungersi con le amiche in pista, pronta a scatenarsi di nuovo.

Il gruppo si riunì, e Sofia si rese conto che le amiche che precedentemente aveva lasciato a scatenarsi, non erano più sole.
"Sofi! Eccoti! Vieni, ti presento ai ragazzi, sono gli amici di Dario, siamo usciti insieme ogni tanto". Ginevra la prese per un braccio impedendole di poter dire una parola e si ritrovò addosso gli occhi di ben 5 ragazzi che la scrutavano.
"Piacere, Sofia". Sorrise timida. Erano tutti molto belli, e a dirla tutta le sembravano anche familiari.
Si presentarono, e ripresero a ballare.

"Raga, ma qualcuno ha visto Fares?" Uno dei ragazzi, da quel che ricordava si chiamava Jacopo, porse questa domanda agli amici, e li vide tutti scuotere la testa.
"Prima era con me a fumare, ma quando mi ha raggiunto Huda si è defilato e non l'ho più visto" Dario rispose all'amico, e poi ricominciò a ballare con quella che, a quanto pare, la sera stessa era diventata ufficialmente la sua ragazza.

Sofia decise di prendere una boccata d'aria e approfittarne per farsi una heets in santa pace, dato che quella che aveva acceso precedentemente era stata spenta sotto consiglio di Huda.
L'aria fredda la investì di colpo, e si pentì di non aver portato con se il suo solito blazer di pelle, per non pagare il guardaroba.
Si accese la heets e si perse nei suoi pensieri, finché non si sentì toccare una spalla.
"Scusa, quando hai fatto posso chiederti la pennetta? La mia iqos mi ha abbandonato e se non fumo potrei impazzire". Una voce roca le porse questa domanda, e quando la ragazza si girò ebbe un sussulto.
Si ritrovò davanti il ragazzo più bello che avesse mai visto, con degli occhi talmente verdi che le sembrava di affogarci all'interno.
"Eh? Si sì certo, tanto sta per finire, te la presto senza problemi". Cercò di ridestarsi subito da un iniziale tentennamento che aveva avuto squadrando il ragazzo di fronte a lei.
"Grazie mille, gentilissima. Comunque piacere, Pietro". Il ragazzo le sorrise, e a Sofia parve quasi di vivere un dejavu.
"Sofia, piacere mio". Rispose, mentre gli porgeva l'iqos per far fumare il biondo.
Il ragazzo le sorrise di nuovo, per poi porgerle un bicchiere.
"Se vuoi puoi finirti il mio drink, io ho già bevuto abbastanza e vedo che tu sei a mani vuote, almeno così mi sdebito". Sofia lo ringraziò, e accettò la proposta. In effetti, il suo bicchiere era rimasto dentro chissà dove, e aveva ancora voglia di bere.
Cominciò a sorseggiare il drink offerto dal ragazzo in religioso silenzio, mentre continuava a fissarlo.
Aveva un'aria familiare, eppure non riusciva a capirne il motivo.
Prima che potesse chiederglielo, il ragazzo parlò, facendola arrossire vistosamente.
"Scusa, ho qualcosa in faccia? Continui a fissarmi". Boccheggiò, non si aspettava quella schiettezza.
Non rispose, e lui, ridacchiando, le si avvicinò ad un palmo dal viso ancora paonazzo.
"Che è successo, ti hanno forse rubato la lingua?".
A quelle parole, Sofia provò a ricomporsi, ritrovando un po' di coraggio che negli anni, soprattutto con i ragazzi, aveva perso, e lo fronteggiò.
"Senti un po' scroccone, cerchi rogne?".
I loro visi erano vicinissimi, l'uno sentiva il respiro dell'altro ad un palmo dalle loro labbra.
"Rogne no, ma un posto più appartato forse si". Pietro aveva deciso di buttarsi.
Era da tempo che non gli succedeva, ma da quando si era deciso con una scusa di avvicinarsi alla ragazza, non voleva allontanarsi.
"E pe fa che, sentiamo un po'". Sofia continuò il gioco del ragazzo, curiosa di dove potesse portarli.
Pietro non rispose, semplicemente se la appiccicò addosso prendendola per i fianchi e la baciò.

Dipingere la notte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora