MANI STRETTE

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Sofia in quel momento poteva definirsi con una sola parola : nervosa.
Sotto consiglio di Ludovica, aveva deciso di confidarsi con Huda e Ginevra, sia per sfogarsi ulteriormente, sia perché si sentiva in colpa a nascondere alle amiche le informazioni su Pietro.
Aveva capito che di loro poteva fidarsi, dunque con la scusa di una serata fra ragazze, le aveva invitate a casa sua e dell'amica romana, per parlare.
Era da una settimana che lei e il biondino si erano, così per dire, riappacificati.
Era stata al bunker una sola volta dopo quel sabato, impegnata fra il lavoro e l'università, e Pietro le aveva addirittura offerto una heets, come un ulteriore gesto di tregua.
Sentì il campanello suonare, e andò ad aprire alle amiche.
Ludovica era sotto la doccia, quindi fece lei gli onori di casa, per poi sbracarsi sul divano insieme alle nuove arrivate.
"Sofi, prima che arrivi Ludo, dobbiamo chiederti un consiglio". Sofia sospettò che si trattasse del compleanno della romana, e infatti ci aveva azzeccato.
Le chiesero cosa volesse per regalo, e di comune accordo decisero di comprarle il profumo di Dior che la ragazza voleva da tempo.
Cercarono di fare le vaghe quando l'amica in questione entrò in salotto, ancora con i capelli bagnati.
"Amo, asciugateli! Ti prenderai un malanno". Huda rimproverò l'amica, la quale prontamente spostò l'attenzione su Sofia.
"Si si, ora vado. Prima però ve devo avvisa : la nostra cara Sofi qui presente, ve deve racconta delle cose. Ve lo dico io perché la conosco, si sta cagando sotto. Almeno così non puoi scappa". Disse l'ultima frase direttamente alla romana, per poi tornare da dove era venuta, per finire di sistemarsi.
Sofia voleva uccidere l'amica, nonostante sapeva benissimo quanto avesse ragione.
Si era decisa a parlare, ma senza l'incentivo di Ludovica, non ci sarebbe mai riuscita.
Vedendo la curiosità delle due ragazze di fronte a lei salire alle stelle, cominciò senza aspettare Ludovica, che già sapeva tutto.
Spiegò alle amiche la storia dal principio, dalla notte a Rimini, a come aveva riconosciuto Pietro e al loro astio, tentennando un po' sul sabato precedente.
Del bacio che il biondo le aveva dato, fumante di rabbia, non ne aveva parlato neanche con Ludovica.
Non voleva soffermarcisi troppo, perché aveva timore del fatto che durante i giorni a seguire, aveva pensato molto a come si era sentita. E il fatto che avesse voluto ribaciarlo, la spaventava.
Quando Ludovica rientrò in salotto, totalmente asciutta, decise però che quella serata era diventata il suo "confessionale", e, facendola sedere accanto a lei, riprese il racconto. Questa volta, aggiungendo dettagli inediti anche per la sua sorella acquisita.
"Cioè famme capi, te bacia e io lo scopro dopo una settimana?"
"Amo lo so non ti incazza, lo sai che te lo avrei detto. Pensando a sta serata tutte insieme ho detto a me stessa che a sto punto era meglio dirlo in un momento in cui c'eravamo tutte". Sofia disse questa mezza verità, per poi guardare le ragazze di fronte a lei, che fino a quel momento avevano detto si e no tre parole.
"Mi devi un pacchetto di sigarette". Huda guardò Ginevra sghignazzando, facendo sgranare gli occhi a Sofia.
"Lo so, che palle. Prenditi le mie marlboro che ho in borsa, le ho prese prima di venire" sibilò l'altra.
Huda sorrise soddisfatta, per poi dirigersi verso la borsa dell'amica.
"AVETE SCOMMESSO SU DI ME?" Sofia urlò, quasi strozzandosi con la saliva.
Non era arrabbiata, solo senza parole.
"Sofi amore, io ti voglio bene, ma mi sembri scema. La tensione sessuale che c'è fra te e Pietro si percepisce da quando vi siete presentati al bunker un mese fa. Non ci aspettavamo tutti i retroscena, ma che prima o poi vi sareste baciati si. Io vi avevo dato due mesi, Huda uno, quindi la rompipalle ha vinto". Ludovica scoppiò a ridere come una matta.
"Gin io ti amo, e Sofi, ti prego ti devo fare una foto, hai una faccia indescrivibile".
Le ragazze risero della romana, che era imbarazzata come non mai.
Non pensava che qualcun altro avrebbe potuto accorgersi che c'era un'aria strana fra lei e il biondo. Si consolò col fatto che a farlo erano state le sue amiche.
Senza sapere però, che anche qualcun altro aveva notato cose che non riusciva a spiegarsi.

Pietro si stava rilassando, fumandosi una sigaretta gentilmente offerta da Duccio.
Erano andati al bunker per provare il pezzo concluso tutti insieme, ma erano finiti col cazzeggiare, soprattutto dopo che Dario aveva sfidato Marco ad una partita a scacchi all'ultimo sangue.
Si ridestò dai suoi pensieri quando sentì proprio quest'ultimo richiamarlo, accompagnato da Andrea.
"Non stavi facendo la partita della vita tu?" Chiese al platinato.
"Ho vinto ovviamente. Si stanno sfidando Dario e Jack, mi ha dato il cambio, volevo farmi una sigaretta". Andrea annuì, come a dire che anche lui fosse fuori per lo stesso motivo.
Il silenzio che si era creato fra loro però, per il biondo valeva più di mille parole.
"Ok, che succede?" Pietro li conosceva. Non stavano un attimo zitti, e il fatto che si fossero seduti di fronte a lui, e non accanto, era tipico di quando volevano parlargli di qualcosa.
Marco ed andrea si scambiarono uno sguardo, per poi iniziare a parlare.
Andrea cercó di essere il più vago possibile, ma Pietro capì subito che voleva sapere se fosse successo qualcosa fra lui e la romana.
Decise di raccontargli della notte insieme, di come lei l'avesse abbandonato, e del bacio furioso che le aveva dato la settimana precedente.
I due lo ascoltarono attentamente, facendolo sfogare.
Pietro non descrisse a fondo i sentimenti contrastanti che erano dentro di lui, ma con Andrea e Marco non ce ne era bisogno.
Avevano capito che le ansie del biondo sull'interessarsi ad una ragazza erano risalite a galla, dopo anni che non le provava più.
Pietro infatti, fino a quel momento, aveva avuto una sola storia che poteva definire seria.
Con Alice, una barista di Firenze.
Erano stati insieme mezzo anno, prima che lei lo lasciasse per tornare dal suo ex storico, dicendogli che lui non la soddisfaceva del tutto.
Era rimasto ferito, decisamente.
Da quel momento, aveva sviluppato una difficoltà immonda nell' interessarsi ad una donna.
Cioè, parliamone, gli occhi ce li aveva.
Aveva notato come l'interesse femminile nel suoi confronti, nei confronti del collettivo, era salito da quando avevano acquisito fama.
Ma fino all'arrivo della romana, non era riuscito a lasciarsi andare, con la paura di finire scottato.
Ecco perché era terrorizzato dal suo interesse verso Sofia.
"Pie, io ti dico la mia opinione, poi fanne ciò che credi. Secondo me Sofia non è una cattiva ragazza, anzi. È dolce, simpatica, certo non tifa Fiorentina, però è una di cui ci si può fidare. Secondo me ti troveresti bene nel conoscerla. E sono contento che tu abbia deciso di deporre l'ascia di guerra nei suoi confronti. Sfrutta questa cosa per parlarci un po', e vedi come ti trovi. Non deve succedere per forza qualcosa, ma ti assicuro che già come amica ti troveresti davanti una persona splendida". Marco disse i suoi pensieri al biondo, prima di lasciarlo solo a riflettere, rientrando con Andrea nel bunker, per sfidarlo a scacchi, dato che erano stati richiamati da un vittorioso Dario.
Pietro decise di dare ascolto agli amici, e di provare a conoscere quella ragazza che tanto lo confondeva.

Dipingere la notte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora