Capitolo 16

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Birbone e Birboni avete passato un buon weekend?

Vi sono mancati i miei scapestrati protagonisti?

Il capitolo conterrà entrambi i Pov .

Avviso importante: Per chi ancora non si fosse innamorata di Nak, mi dispiace dirvelo, ma oggi cadrete anche voi. 😉

Io ogni volta che rileggo questo capitolo mi prendo una cotta stratosferica! 😊

Mi raccomando commentate con i vostri scleri, mettete le stelline se vi sta piacendo e invitate altri Birboni e Birbone a leggere questo romanzo.

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NAKED

E' ubriaca e balla da Dio!

Quando l'ho vista circondata da quegli uomini che la toccavano e si muovevano in maniera volgare, lei con gli occhi chiusi persa in un mondo tutto suo, è venuto fuori il mio lato da uomo delle caverne.

Se mi avesse detto che desiderava essere al centro di quelle attenzioni mi avrebbe bruciato ma l'avrei lasciata fare. E' grande abbastanza da fare quello che vuole ed è la prima volta che la vedo spensierata, non voglio essere certo io a spegnere il sorriso che le anima il viso questa sera.

Siamo usciti dal locale e ci stiamo dirigendo ad una festa sulla spiaggia, mi volto perché non posso stare neanche due minuti senza vederla, la trovo che arranca a fatica su quei tacchi mentre ride di sé stessa. Le offro la mia mano e le faccio un cenno verso la mia schiena

«Vieni cubista ti do un passaggio!»

Quasi inciampa ma le si illuminano gli occhi, mi inginocchio davanti a lei e alzo lo sguardo sul suo viso per avere autorizzazione. Quello che ci leggo mi fa deglutire un groppo.

Le tolgo gli stivaletti e glieli passo, poi mi giro e apro le braccia per accogliere le sue cosce sode sui miei fianchi. Mi alzo, lei si spalma sulla mia schiena e ridacchia vicino al mio orecchio.

«Ho immaginato diverse volte di essere trasportata sulle tue spalle ma non così!»

Sorrido tra me e me, perché se non fosse ubriaca non avrebbe mai detto una cosa del genere.

«E come lo avevi immaginato?»

«più come un sacco di patate!»

Quella scena diventa chiara come una fotografia nella mia mente. Vorrei posarla e riprenderla proprio come ha detto, ma Haze ci invita ad affrettarci e io cammino a passo spedito.

Arriviamo nei pressi di un grande falò sulla spiaggia, ci sono un sacco di ragazzi intorno e ancora musica che si mescola al suono delle onde del mare.

La faccio scendere e si siede sulla sabbia massaggiandosi i piedi. Mi siedo vicino a lei, siamo rivolti verso il mare, ci sono solo la luna e le stelle che ci guardano.

Si gratta testa, quella parrucca non fa per lei allora gliela sfilo passandole le dita tra i capelli setosi per scioglierli dall'intreccio. Lei sospira di piacere.

«Ah le tue mani sono divine»

Domani non ricorderà nulla e io sono un bastardo perché voglio comunque sentire cosa uscirà da quelle labbra senza che la testa le freni. Non è etico? Me ne frego. Lo ammetto, sono un figlio di puttana quando mi ci metto.

Missione Blue Abyss-Squadra Omega-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora