<< Faccio un giro della casa, controllo se hanno preso qualcosa. >>
Evitava di parlare con me, era quello che faceva sempre alla fine. Alla fine lui scappava. Era la cosa che gli riusciva meglio, perché preferiva chiudersi in se stesso, ereggere muri e non permettere a nessuno di abbatterli.
Una volta che si chiudeva in se stesso finiva lì. Finiva tutto in quell'istante. Non c'era più modo di abbattere la distanza. Non ci riuscivi, lui non te lo permetteva.
Sparì al piano di sopra e andai in cucina a cercare i miei farmaci. Sperai che almeno non mi avessero rubato quelli, o sarebbe stato un bel problema.
Vicino al lavello dove li lasciavo sempre non c'erano e mi ricordai che l'unico posto dove potevano essere era al piano di sopra. In camera mia, nel mio comodino, vicino alla famosa polaroid che ritraeva noi tre.
Non ero ancora riuscita a strapparla, ma morivo da una voglia matta di farlo.
Salii piano le scale per non far troppo casino e spaventare Aiden che stava facendo un giro di ricognizione.
Raggiunsi la mia camera, ma non accesi la luce. La casa era completamente buia, e anche quando ci provai notai che la corrente era saltata. Dovevano averla staccata per non far partire l'allarme.
In effetti aveva senso.
Ci misi un po' ad arrivare al comodino e a quel punto mi affidai solamente al tatto. Le mie mani cercarono di aprirlo e capire cosa stessero toccando.
Finalmente sentii delle scatoline tonde e capii di averle trovate. Ne presi una bottiglietta e la stappai, poi rovesciai sull'altra mano due pastiglie. Le ingoiai velocemente e mi ripresi subito. Il mio battito era accelerato troppo e non aveva nessuna voglia di avere un attacco di panico.
Richiusi il cassetto e subito dopo sentii un rumore acuto provenire dal corridoio. Sobbalzai dallo spavento e afferrai la prima cosa che trovai sotto mano.
<< Aiden. >> Chiamai, ma non ebbi risposta.
Uscii lentamente dalla camera, e con il cuore in gola cercai di vedere nel buio.
Se compare qualcuno giuro che muoio di infarto.
Proseguii senza sapere bene cosa ci fosse intorno a me. Ero quasi arrivata all'angolo del corridoio e stavo per svoltare quando un grido riempì tutta la casa.
Ero andata a sbattere contro qualcuno.
Poi una luce gli illuminò il volto. << Cristo! >> Gridai con il petto che si muoveva così velocemente che mi fece impressione.
<< Cazzo sono diventato sordo. >> La voce di Aiden mi rassicurò. La torcia del suo telefono illuminava quanto bastava a vedere la sua bellezza.
Quando mi ripresi dallo spavento gli diedi una piccola spinta colpendolo al petto ma lui non fece un passo. Non ero riuscita nemmeno a farlo oscillare. Era una roccia, solida e senza cuore.
<< Non puoi comparire così Aiden. Lo sanno pure i muri! >> Esclamai infuriata.
Rise appena. << Sei tu che te ne vai in giro come una fottuta agente segreta. Potevi startene sotto e aspettarmi. >>
Sorrisi in risposti. << Te lo puoi anche scordare. Sei l'ultimo da cui prendo ordini. Ora levati. >>
Dissi sicura, ma lui non si spostò di un centimetro. << Sei sordo? >>
<< E tu stupida? >>
No, mi dispiace, non ci stavo nei giochetti dell'elementari. << Perché non te ne torni all'asilo e mi lasci in pace? Eh? >>
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Burning in hell
ChickLitQuanto si è disposti a soffrire per qualcosa di bello e dannato? Si dice che gli opposti si attraggano, che si innamorino e che alla fine si rivelino anime gemelle. Ma un diavolo si può innamorare di un angelo? Questo è quello che succede quando A...