Ovviamente il mattino dopo lui non c'era più. La testa aveva preso a farmi male così mi ero imbottita di farmaci e mi ero addormentata. L'ultima cosa che ricordavo della sera era lui che fumava tranquillamente sul portico per poi rientrare e non degnarmi di una parola. Dopo ciò nella mia mente c'era il vuoto.
Forse ora faceva male alzarsi sapendo tutto quello. Mi ero addormentata sul divano e una coperta mi copriva fino al collo, quella ero certa di non averla messa io.
Scesi dal divano con zero forze in corpo e lo chiamai ripetute volte, poi dopo mi resi conto che ero sola in casa.
Era andato via.
Che novità.
Sentii però di nuovo il rumore delle scale scricchiolanti e mi spaventai. Andai veloce verso quella direzione e incontrai il volto di Hailey.
<< Cristo mi hai spaventata. >> Dissi respirando velocemente con una mano sul petto.
<< Scusa, non volevo. >>
Era ora di affrontarla. Non essere codarda Evelyn. << Devo chiedertelo Haiely. >>
Mi raggiunse in cucina e si fermò per ascoltarmi. Annuì come segno di continuare. << Conosci Aiden? >>
Sorrise imbarazzata, forse in difficoltà. << Certo che lo conosco. Mi sembra ovvio è il bastardo..>>
<< Non è quello che ti ho chiesto. >> La interruppi brusca mantenendo uno sguardo serio.
Lei smise di ridere e trascinò in fuori una sedia del tavolo per sedersi. Dopo qualche attimo di silenzio lei parlò a tesa bassa. << Sì. Beh diciamo che lo conosco di vista. Ecco io, sai, io conoscevo Asher. >>
Perché ci aveva messo così tanto a dirlo? Non era mica un reato. Io l'avevo pure baciato.
<< Come vi siete conosciuti? >>
In quel istante ero certa di averla messa in difficoltà con quella domanda. Lei arrossì pericolosamente e deglutì rumorosamente. Si torturò le unghie in bocca e poi cominciò a picchiettare le dita sul tavolo. << In condizioni, un po', come dire, intime, ecco. >>
Intime? Cosa voleva dire..oh, oh cazzo, intime in quel senso.
Dovevo probabilmente aver la bocca aperta e avere l'espressione scioccata perché lei divenne rossa da far paura. << Oh scusa, non volevo, sai. >>
Lei tossì abbozzando una risata nervosa. << No, no, tranquilla, è che mi sento in dvoere di essere sincera con te. Sei la mia migliore amica. >>
Annuì nervosamente. << Sì, certo non ti devi preoccupare. >>
Calò di nuovo il silenzio e desiderai tanto scomparire nel nulla. Era diventato tutto troppo imbarazzante.
<< Senti te lo dovevo chiedere. Alla cena, l'altra sera, mi era sembrato..>>
<< No, non c'è nulla fra di noi. Non c'è mai stato niente, lo sai che non ti mentirei. >> Mi interruppe mettendosi sulla difensiva.
Annuì sorridendo. Ero felice, cavolo ero felice che le mie fossero solo paranoie. << Lo so, lo so, non ti devi giustificare. Io mi fido di te. >>
Il discorso si concluse lì, con una risata imbarazzante e la mia fuga veloce.
I supermercati mi facevano paura. Li avevo sempre odiati, da piccola li amavo poi mia madre mi aveva dimenticato in uno di quelli e avevo avuto il mio primo attacco di panico. Le corsie mi sembravano enormi e i labirinti mi spaventavano.
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Burning in hell
ChickLitQuanto si è disposti a soffrire per qualcosa di bello e dannato? Si dice che gli opposti si attraggano, che si innamorino e che alla fine si rivelino anime gemelle. Ma un diavolo si può innamorare di un angelo? Questo è quello che succede quando A...